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Derivati: nuove regole proposte dalla Commissione europea

La Commissione europea ha presentato una serie di proposte per regolamentare il mercato dei derivati , quei prodotti finanziari complessi che sono stati una delle cause scatenanti della recente crisi finanziaria.
La Commissione intende infatti introdurre nel 2010 una normativa per ridurre i rischi che questi titoli comportano per l'economia. Le proposte rappresentano l'ultimo di una serie di passi compiuti dall'UE per rafforzare la sorveglianza del settore finanziario, in modo da prevenire nuove crisi.
Il commissario responsabile dei servizi finanziari Charlie McCreevy ha affermato che le proposte segnano “un cambiamento di paradigma rispetto alla visione tradizionale, che considera i derivati come strumenti finanziari per uso professionale e quindi da sottoporre soltanto ad una regolamentazione leggera.”
Nella fase di stesura della normativa, la Commissione si propone di collaborare con i paesi del G20 per garantire la coerenza della politica condotta a livello mondiale. Le 20 principali economie hanno recentemente convenuto di adottare provvedimenti restrittivi nei confronti dei derivati, e l'amministrazione USA ha già introdotto una normativa in tal senso.
I derivati si chiamano così perché il loro valore è derivato dal prezzo di un elemento sottostante, come i tassi di interesse o il petrolio. Il piano dell'UE riguarda i derivati negoziati fuori borsa o OTC, vale a dire i titoli negoziati privatamente e direttamente tra le due parti.
La negoziazione di questi titoli è esplosa nell'ultimo decennio e con il mercato globale ha superato le centinaia di migliaia di miliardi di euro. Ma, negli anni che hanno preceduto la crisi, gli operatori hanno sottovalutato il rischio di inadempienza.
L'Unione europea desidera dare maggiore trasparenza al mercato richiedendo che le versioni standard di questi strumenti finanziari vengano negoziate tramite un sistema di compensazione centrale (CCP) per assorbire gran parte del rischio di inadempienza. Tutte le altre operazioni andrebbero registrate.
Le nuove norme impongono anche agli istituti finanziari di offrire più garanzie e di detenere maggiori liquidità a fronte delle operazioni che non sottopongono a compensazione centrale.
Su una questione correlata, la Commissione ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere pareri su come evitare che gli istituti bancari in crisi possano minacciare il sistema finanziario generale e imporre al contribuente di pagare per il loro salvataggio. Durante la crisi finanziaria una serie di fallimenti bancari ha evidenziato la necessità di nuovi strumenti giuridici per far fronte al loro impatto transfrontaliero.
Affermando che nessuna banca sarà più immune dal fallimento, il commissario McCreevy ha ribadito l'esigenza di un insieme efficace di disposizioni che possano individuare e possibilmente evitare il crollo di una banca, oppure consentirne il risanamento.



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