google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 borsaipnos: 01/02/11 - 01/03/11 google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Analisi multivariata di serie storiche: Currency Futures e tasso di cambio Euro-Dollaro

La relazione fra il livello dei Currency Futures e la variabilità dei tassi di cambio sottostanti è stata da sempre una questione a lungo dibattuta nella teoria economica e nella finanza, specialmente nell’ultima decade in cui l’importanza dei Currency Futures è divenuta sempre maggiore. Tale accresciuto interesse verso questi importanti strumenti derivati sembra però aver coinciso con una fase di maggior volatilità delle valute internazionali [1]. Inoltre, i due trend apparentemente coincidenti hanno sollevato una importante questione sulla possibile relazione fra i futures e il comportamento dei tassi di cambio: può parte della maggior volatilità di questi ultimi essere attribuita al trading dei futures, o sono i futures traders che reagiscono meramente alla maggior volatilità dei tassi?
Le passate evidenze empiriche sul generale impatto del trading dei futures sono varie e contrastanti. Alcuni studi indicano un effetto destabilizzante, ma altri hanno riscontrato un generale effetto di stabilizzazione sui mercati monetari su cui gli strumenti derivati sono negoziati.

Ad approfondire tali tematiche sono Karpoff nel 1987 e Bessembinder e Seguin nel ’92 ma la definitiva soluzione del ruolo dei futures sulla asset volatility (e sui mercati su cui queste vengono negoziate) rimane ancora in parte oscuro. Nonostante le dimensioni del mercato delle valute, ed il fatto che i futures sono solo uno dei tre principali strumenti con cui gli speculatori e gli hedgers possono assumere posizioni sui futuri tassi di cambio (gli altri due sono i currency forwards e le options), vi sono importanti segnali che la negoziazione dei futures può impattare sulla volatilità dei prezzi delle valute. Per esempio Clifton nel 1985 ha riscontrato che il volume delle attività di trading nel mercato dei Currency Futures era significativamente correlato con le fluttuazioni dei tassi di cambio nel mercato interbancario durante i primi anni ’80. Altri, come Grammatikos e Saunders nel 1986 trovano una fortissima relazione fra volume dei futures negoziati e futuri prezzi delle valute. Tuttavia, tutti questi studi falliscono considerando una distribuzione non normale dei tassi di cambio nel misurarne la volatilità. A sopperire tali carenze interviene uno studio condotto da tre ricercatori dell’università dell’Ohio del 1996: Chatrath, Ramchander e Song. I tre studiosi hanno investigato il rapporto fra i Currency Futures e il tasso Spot delle valute in due fasi; nella prima cercano un riscontro a tale evidenza empirica nella volatilità spot dei tassi giornalieri nella Sterlina Britannica, nel Dollaro Canadese, nello Yen Giapponese, nel Franco Svizzero e nel Marco Tedesco; poi forniscono una  misura consistentedella volatilità analizzando la distribuzione dei ritardi delle valute sottostanti investigate. In tal modo riescono così a dimostrare come la varianza condizionale del modello (ottenuta con tecnica GARCH) sia una appropriata proxy della volatilità delle serie storiche dei tassi di cambio, considerando anche le fasi di volatilità più estrema. Il risultato della stima di un vettore autoregressivo indica infine che il trading di futures sulle valute ha un significativo e positivo impatto sulla volatilità delle variazioni dei tassi di cambio; al contrario è stata riscontrata una relazione più debole fra l’impatto della volatilità dei tassi di cambio sul trading dei futures.

Il percorso che emerge è quindi sintomatico della maggior reazione delle variazioni dei tassi di cambio agli shock dei futures. Tale impatto sembra inoltre persistere in molti periodi successivi.

Al contrario l’andamento dei futures declina il giorno successivo l’incremento della volatilità nei tassi spot. Tale relazione non è riscontrata nella stessa misura fra i futures e le altre commodities facendo sembrare che potrebbe sussistere qualche iniquità nell’impatto dei Currency Futures suggerendo così l’esistenza di possibili inefficienze nel mercato delle valute. Tale indicazione non ci sorprende (molti studi dimostrano andamenti dei tassi di cambio non coerenti con l’andamento mercati efficienti) in ogni modo, studiare il ruolo specifico di speculatori, hedgers, piccoli e grandi traders nel rapporto fra la negoziazione dei futures e la volatilità spot apporterebbe sicuramente ulteriori elementi interessanti all’analisi.
Valeria Ponis


[1] ad esempio, la variazione media giornaliera della sterlina britannica nel 1980 era dello 0,70%, il livello nel 1992 era invece dell’1%.

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Indice flash composito Pmi francesi di febbraio sale a 59,5

Le imprese del settore privato francese hanno accelerato il ritmo della ripresa a febbraio ma la corsa è stata accompagnata da segnali di crescente pressioni inflazionistiche.

L'indice Pmi flash composito è salito questo mese a 59,5 da 57,6 di gennaio, raggiungendo il livello più alto da agosto e attestandosi per il diciannovesimo mese sopra la soglia dei 50 punti che separa la crescita dalla contrazione.
L'indice del settore servizi ha segnato un incremento a 60,8 di febbraio da 57,8 del mese precedente, la lettura migliore da luglio sostenuta da un rafforzamento dell'occupazione.
Il Pmi manifatturiero ha mostrato una modesta ripresa a 55,3 dopo essere sceso a gennaio a 54,9.
Il sottoindice dei prezzi input, sebbene una delle componenti più volatili dell'indagine, è balzato a febbraio di 9,2 punti a 89,7 come conseguenza del rincaro dei prezzi di commodity ed energia.

fonte: Reuters


Pmi manifatturiera tedesca segna record a 62,6 a febbraio

Il comparto manifatturiero tedesco in febbraio ha avuto una crescita record, dando un forte impulso al settore privato e fugando i timori di un rallentamento della ripresa economica.

Le stime flash sul Pmi manifatturiero mostrano un indice a 62,6, massimo storico della serie iniziata nell'aprile del 1996.

"Le esportazioni stanno guidando la crescita nel manifatturiero, ma c'è anche un momento favorevole nell'economia nazionale", commenta Chris Williamson, economista di Markit.

Anche i fornitori di servizi hanno segnalato una forte crescita delle attività, con un indice appena sotto il massimo da quattro anni e mezzo registrato a gennaio.

Una lettura composita che include il settore servizi e quello manifatturiero segna un rialzo a 61,5, pari al massimo storico della serie raggiunto a giugno 2006.




Rapporto S&P/Case Shiller: prezzi case USA -0,4 m/m, -2,4 a/a

Dal rapporto S&P/Case Shiller, ricavato dalle osservazioni nelle venti maggiori aree metropolitane Usa, emerge che i prezzi delle abitazioni monofamiliari negli Usa sono scesi in dicembre per il sesto mese consecutivo dello 0,4% , in linea con quanto atteso dagli operatori.

Su base annua l' indice, destagionalizzato,  è sceso del 2,4% , a fronte di attese per un calo del 2,3%.




L'indice di fiducia USA risale ai livelli di febbraio 2008

Il Conference Board ha elaborato l'indice di fiducia dei consumatori Usa di febbraio riscontrando  un massimo da tre anni  grazie al maggior ottimismo sulle prospettive dell'economia e dei redditi. L'indice, che valuta l'attitudine a spendere dei consumatori Usa è salito a 70,4 dai 64,8 di gennaio toccando il livello più alto da febbraio 2008. Mediamente le attese degli analisti indicavano un livello di 65.
Anche l'indice relativo alle aspettative è migliorato a 95,1, da 87,3, massimo da dicembre 2006,
Sono tuttavia salite anche le aspettative dei consumatori sull'inflazione nei prossimi 12 mesi, a 5,6 da 5,5, massimo livello dal giugno 2009.

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Il ruolo della Pista Ciclica nell'analisi della velocità di una serie finanziaria

Nello studio di una serie finanziaria è importante saper valutare la velocità con cui i prezzi si muovono. Un andamento rapido infatti significa che molti investitori sono desiderosi di operare su un titolo rendendo un informazione di rilevantissima importanza per un trader. La velocità, ossia lo spazio percorso nell’unità di tempo, in tal caso viene espressa dalla differenza di prezzo di due giorni (o istanti) successivi. E’ intuibile però che se costruissimo un indicatore sulla base di questa informazione sarebbe caratterizzato da un numero di improvvise e ampie fluttuazioni, di scarsa utilità nell’analisi di una serie.
La pista ciclica è un indicatore di velocità che tenta di ovviare proprio questo inconveniente essendo costruita sulla differenza, percentuale o assoluta, tra il grafico del prezzo e la sua media mobile:

Tale indicatore ha la capacità di anticipare leggermente i picchi del prezzo, di modo che quando viene a formarsi un picco consistente nel grafico della pista ciclica è ragionevole attendersi un’inversione dell’andamento del prezzo.


ATTENZIONE: L’importanza dei picchi deve essere valutata in relazione all’andamento di un certo periodo di tempo della pista ciclica, ai suoi massimi e minimi assoluti e rispetto alle oscillazioni che aveva in periodi precedenti analoghi a quello attuale.
Valeria Ponis

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Procedura per scaricare e separare dati finanziari .csv su excel

1) Andare sul sito yahoo finance, scegliere un indice o un titolo;

2) Cliccare nella colonna di sinistra su “dati storici”;

3) selezionare l’arco temporale e l’intervallo di dati desiderato (ex: dati giornalieri, mensili o settimanali);

4) Cliccare su “scarica in foglio di calcolo” (in fondo alla pagina). Tale procedura salverà sul computer un file excel come documento .csv i cui dati sono confusamente compattati ed intervallati da punteggiatura;

5) Aprire il file;

6) Evidenziare la prima colonna con CTRL-SHIFT-Giù;

7) Cliccare su “Trova”: trova , (virgola) sostituisci con ; (punto e virgola) sostituisci tutto - OK;

8) Di nuovo cliccare su “Trova”: trova . (punto) sostituisci con , (virgola) sostituisci tutto - OK;

9) Seguire la procedura: Dati -  Testo in colonne - Delimitato - Avanti deselezionare tabulazione selezionare punto e virgola Avanti - Fine. In tal modo le celle dovrebbero essere separate fra loro;

10) i dati però partono dal meno recente al più recente per convertirli dal più recente al meno recente selezionare tutte le colonne cliccando in sequenza (e lasciando premuto) i tasti CTRL-SHIFT–DESTRA-GIU’;

11) Ordina - ordina per - Date - dalla più recente alla meno recente;

12) A questo punto è possibile effettuare qualsiasi operazione sui dati come creare il grafico dell’andamento con il comando: inserisci grafico a linee (selezionando una colonna alla volta, solitamente i prezzi di chiusura) oppure effettuando semplici operazioni algebriche come la media o la varianza della distribuzione;

13) Salvare il tutto come file .xls ’97-2003. A questo punto è possibile creare grafici su excel o importare il file su programmi quali Metastock per la costruzione di un proprio Trading System.

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Principali Indicatori Macroeconomici Europei e Statunitensi: il miglior termometro dell'andamento dell'economia

Principali Indicatori Macroeconomici Statunitensi:

Jobless Claims (Richieste Iniziali di Sussidi alla Disoccupazione): E' un report emesso dal dipartimento del lavoro Americano su base settimanale. Indica quante persone si sono iscritte per la prima volta per ricevere i sussidi di disoccupazione durante la settimana precedente e rappresenta una buona misura dello stato del mercato del lavoro negli Stati Uniti. Viene pubblicato ogni giovedì alle 8.30 di NY dal Bureau of Labor Statistics.

Non-Farm Payrolls (Salariati, escluse aziende non agricole): Il dato mensile nazionale misura il numero di persone che ricevono un salario come impiegati da aziende non operanti nel settore agricolo, ed unità governative. Le sue variazioni mensili riflettono il numero di nuovi posti di lavoro creati o persi. Negli USA il dato viene reso pubblico il primo venerdì del mese alle 8.30 ora di NY Bureau of Labor Statistics.

ISM, ex NAPM (National Purchasing Managers Index): E’ un indice basato su un’indagine tra i direttori degli acquisti del settore manifatturiero di tutti gli Usa esclusa la zona di Chicago, ad alta industrializzazione. L’ISM è costruito in modo tale che una figure sopra 50 indichi che le condizioni sono in miglioramento, mentre viceversa un dato inferiore allo spartiacque 50 mostri deterioramento. Viene calcolato come media ponderata di 5 sottoindici: Nuovi ordini (30%), Produzione (25%), Occupazione(20%), Spedizioni (15%) e scorte di Magazzino (10%). Viene pubblicato il primo giorno feriale del mese alle 10 di mattina NY time.

Chicago Pmi (Indice dei direttori d’acquisto dell’area di Chicago): E’ considerato uno fra i principali indicatori dell’indice manifatturiero ISM, rappresenta un’indagine sui direttori d’acquisto del settore manifatturiero della zona di Chicago, la cui distribuzione rispecchia la distribuzione nazionale. Al pari dell’ISM, se il suo valore e’ superiore ai 50 punti vuol dire che il sistema si trova in una fase di espansione, viceversa sotto i 50 punti rappresenta una fase di contrazione economica.

Consumer Confidence (Fiducia dei consumatori): L’indice di fiducia dei consumatori rappresenta il comportamento dei consumatori all’interno del mercato. La sua rilevazione avviene attraverso l’analisi di un campione di 5.000 consumatori ed è costituito da due sub-indici, la stima dei consumatori sulla situazione di spesa corrente (40%) e le previsioni per il semestre successivo (60%). Negli USA viene resa nota l’ultimo martedì del mese alle 10 NY time dal Conference Board.

Indice di fiducia della Michigan University: L’indice “Michigan” differisce da quello formulato dal Conference Board principalmente perché il Michigan pubblica due rilevazioni, una versione parziale e una definitiva a fine mese.

Housing Starts (Costruzioni di Nuove Case): Tale dato quantifica mensilmente il numero di unità residenziali private per le quali la costruzione è già autorizzata (permesso rilasciato) o cominciata; con il dato sulle Vendite di Nuove Unita Abitative (New Home Sales), indica le prospettive del settore delle costruzioni. Negli USA è pubblicato la terza o quarta settimana del mese alle 8.30 di NY dal Bureau of the Census.

Construction Spending (Spesa per le costruzioni): Indica l’attività edile per nuove costruzioni di progetti residenziali, non residenziali e pubblici. I dati sono forniti in dollari al valore nominale e al valore reale. Questo dato viene considerato perchè la sua tendenza trasmette indizi importanti per gli stock di costruzioni domestiche e appalti su larga scala.

New Home Sales (Vendita di nuove case) e Existing Home Sales (Vendita di case esistenti): Le Vendite di nuove unità abitative risultano essere un buon indicatore della ripresa dell'economia. Le famiglie decidono di comprare una casa quando hanno una situazione economica molto sicura e questo è già un indicatore della fiducia nella congiuntura economica.


Principali Indicatori Macroeconomici Europei:

INDICE IFO - GERMANIA: L'indice IFO agisce come un indicatore dello sviluppo economico in Germania. Ogni mese, è condotta un'indagine su 7000 aziende della Germania dell'est e dell'ovest, chiedendo una loro opinione sulla situazione attuale dell'economia e le aspettative che hanno per il futuro.

INDICE ZEW – GERMANIA: l’indicatore Zew (Centro di Ricerca per l’Economia Europea) è basato su di una indagine finanziaria di mercato. L’indagine è tenuta mensilmente dal gennaio 1991. L’inchiesta ha lo scopo di valutare le aspettative future degli esperti di finanza dei dipartimenti di ricerca delle banche, delle assicurazione e delle aziende industriali. Agli esperti sono chieste le previsioni relative a sei mercati internazionali finanziari. Alla ricerca partecipano oltre 350 aziende.

INDICI ISAE – ITALIA: L'Isae – Istituto di studi e analisi economica – pubblica ogni mese indici di fiducia su imprese e famiglie. L'indice di fiducia dei consumatori viene elaborato sulla base di un campione di circa 3mila famiglie, che rispondono a domande sulla situazione complessiva dell'economia e sulla loro situazione personale (occupazione, convenienza al risparmio, prezzi, intenzioni di acquisto di beni durevoli). L'indice di fiducia delle imprese (manifatturiere ed estrattive) si basa su un campione di circa 4mila aziende, che rispondono a domande sulla situazione generale del Paese e sulla propria situazione (ordini, produzione, scorte e previsioni per i prossimi tre mesi).

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Psicologia dei mercati: il meccanismo della bolla speculativa secondo la teoria delle Onde di Elliot

Il movimento della borsa riflette la personalità e l’emotività della massa degli investitori e della popolazione in generale. Nell’andamento delle quotazioni possiamo difatti chiaramente riscontrare la rapidità con cui la massa degli investitori passa da uno stato di euforia ad uno di frustrazione. Ralph Nelson Elliott (padre della famosa Teoria delle Onde che assimilava l’andamento dei mercati a quello delle maree, riprendendo una similitudine introdotta da Dow) considerava l’andamento della borsa e dei mercati guidato da meccanismi psicologici dove la valutazione delle aziende quotate più che rispecchiare le reali condizioni patrimoniali (cdd. fondamentali) a volte riflette mere reazioni dell’uomo al manifestarsi di eventi esterni.
Le singole onde di mercato sono caratterizzate da peculiarità che le distinguono e le qualificano. Partendo dello stato d’animo diffuso nella massa dei partecipanti al mercato in un dato momento, si dice che l’onda acquisisca una personalità, ovvero che essa, meglio d’ogni altro indicatore, esprima l’emozione diffusa che scaturisce dall’inconscio collettivo degli operatori attivi in quella fase di contrattazione.
L’esercizio più importante e utile da praticare per applicare bene la teoria di Elliot è forse quello di riuscire a cogliere ed interpretare per tempo l’evolversi degli stati d’animo nel mercato senza peraltro restarne invischiati. L’esempio più eclatante da analizzare a tal proposito è il meccanismo di evoluzione delle bolle speculative.

1° Fase: La massa ha paura di entrare nel mercato perchè colpita dalle ingenti perdite del periodo precedente, altri spinti dai prezzi "scontati" prendono posizione. E' convinzione generale che il trend negativo non sia ancora finito ma i volumi iniziamo a crescere. L’onda 1 è una nuova formazione impulsiva (es. al rialzo) anche se si estende poco perchè investitori non hanno ancora fiducia nel mercato. Normalmente quest’onda viene scambiata dalla maggior parte degli operatori come una normale correzione al trend principale che la precede (anche se di solito ha dimensioni maggiori rispetto alle precedenti ondate correttive). Può anche avere caratteristiche di dinamicità tali da insospettire un’eventuale inversione, ma lo stato d’animo della massa nel mercato è ancora troppo impregnato di pessimismo, affinché un tale sospetto possa prendere corpo e diffondersi ai più.
2° Fase: Chi è entrato corto alla prima onda esce intascando un piccolo ma sicuro guadagno. Altri già in perdita da molto tempo aspettavano solo un piccolo rimbalzo per alleggerire le perdite, contribuendo a far credere che il mercato orso non era ancora finito. Nella seconda onda il rintracciamento della prima può essere molto alto ma i volumi non sono eccessivi. Chi voleva uscire ne ha avuto l'occasione mentre molti altri sono solo in attesa di un segnale di conferma dell' inversione di trend per entrare decisi. Con l’onda 2 prende l’avvio la prima vera correzione della formazione impulsiva. La sua conclusione offre una valida opportunità operativa. Normalmente quest’onda ristabilisce tra gli operatori la convinzione che l’onda 1 fosse semplicemente una correzione del trend in atto e che il mercato abbia ripreso la tendenza principale. Molto spesso l’onda 2 ha caratteristiche di acutezza ed incisività nel ritraccire l’onda 1 e anche questo è un elemento che rincuora i trend followers ancora ribassisti; lo stacco con l’onda 1, analogamente, è spesso deciso e chiaro; raramente l’onda 2 ritraccia l’onda 1 con formazioni triangolari o sideways, ossia con ritracciamenti "dolci" e distribuiti nel tempo. Rintraccia parzialmente la correzione dell’onda 1 e psicologicamente tale correzione accresce la convinzione di coloro che non hanno partecipato al movimento precedente 1. Le caratteristiche di onda 2, fanno sì che nella maggioranza dei casi la percentuale ritracciata sia la quasi totalità dell’onda 1, quindi tra il 61.8% (numeri della serie di Fibonacci) ed il 100%, formando quanto nell’analisi classica viene identificato come doppio minimo/massimo, ovvero le elementari formazioni di inversione del trend.
3° Fase: La terza onda e' la piu' potente. I volumi aumentano di molto e spesso si formano dei gap nella curvatura dei prezzi. Questa e normalmente l'onda i cui si realizzano i guadagni maggiori: è l’onda dell’ingresso in massa nel mercato. Raggiunto il limite di estensione di onda 2, il mercato improvvisamente stravolge le attese di continuità del movimento, invertendo nuovamente la propria direzione di marcia in modo veloce, provocando una condizione di disagio a quanti pensavano di essersi già accodati alla ripresa del trend. Questa novità produce allarme e una prima serie di chiusure di posizioni per cautela o per l’attivazione di stop loss, alimentando una considerevole corrente di acquisti. La successiva violazione del massimo di onda 1 decreta l’inizio di un nuovo trend. Dopo aver preso alla sprovvista quanti si erano inseriti come ultimi nel movimento di onda 2, dopo aver sorpreso molti con "l’inaspettata" e veloce rottura dei massimi segnati dall’onda 1, a questo punto l’onda 3 decreta l’inversione del trend, alimentando una notevole quantità di ordini dovuti ancora all’attivazione degli stop, situati poco sopra i massimi di onda 1, e ad acquisti di nuove posizioni in trend. questo momento di euforia viene accompagnato da una forte risonanza pubblicitaria realizzata dai mass madia, che, in modo occulto, sollecitano le masse a partecipare al nuovo trend. Quanti si uniranno al trend da questo momento, hanno, purtroppo, le caratteristiche dell’operatore marginale che si ricorda del mercato solo quando esso è oramai già salito di molto. L’ingresso della massa si concretizza con una eccezionale accelerazione che, da lì a poco, incontrerà le prime prese di beneficio, creando le premesse per lo sviluppo di onda 4.
4° Fase: La quarta onda interrompe i guadagni con la delusione dei ritardatari che credevano che i prezzi non finissero mai di salire. Le mani forti escono dal mercato. è la fase dell’incertezza operativa. Dopo l’euforia estrema dell’onda 3, il mercato va incontro alla seconda vera correzione di tutto il ciclo, prodotta a seguito delle prese di beneficio di quegli operatori che si trovano in ampio margine di guadagno. Affinché si possa continuare contare onda 4, quest’ultima non deve MAI violare il massimo di onda 1. La logica che sottende questa caratteristica di lateralizzazione di onda 4 è da ricercare nella spinta all’acquisto che ancora domina la massa dei nuovi arrivati che, in buona misura, riesce ancora a soddisfare l’offerta presente come prese di beneficio e apertura di nuove posizioni.
5° Fase: La massa entra in gioco e spinge il mercato in ipercomprato, i titoli vengono sopravvalutati. L’onda 5 sancisce la fine del movimento impulsivo e nel contempo prepara l’inversione del trend. Gli stessi mass media riprendono a fare da cassa di risonanza al "nuovo" trend, facendo accorrere quanti erano rimasti esclusi dai movimenti precedenti e che ora non vogliono perdere di nuovo il trend che riparte. Questa volta però il movimento non è subito impetuoso come lo è stato in onda 3, si muove piuttosto con la laboriosità dell’incertezza che, solo nel finale, normalmente lascerà spazio all’euforia della bolla speculativa. Da lì a poco il rinnovato entusiasmo lascerà anch’esso il posto allo smarrimento prodotto dagli effetti del grande movimento ABC che, questa volta, correggerà tutto il ciclo.
Valeria Ponis

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Trading on line: definizione e ruolo di Discount Brokers, Midtier Brokers e Full Service Firms nell'agevolare l'efficienza nelle transazioni di mercato

Il Trading on line rappresenta ad oggi il modo più semplice per effettuare operazioni finanziarie utilizzando il circuito WEB grazie a servizi promossi da istituti di credito o società di intermediazione finanziaria.

Lo sviluppo risale per lo più al biennio 1998-1999 che si contraddistinse per il rapido e consistente aumento delle operazioni borsistiche grazie alla possibilità offerta dai più recenti canali distributivi di gestire in piena autonomia le proprie strategie di mercato.

L’offerta di servizi connessi al Trading on line è agevolata da una molteplicità di figure professionali:

· Discount broker: rivolti a operatori professionali con intensa attività di negoziazione infragiornaliera e quindi molto attenta al contenimento dei costi. Principale Caratteristica: favoriscono la velocità e efficienza del servizio.

· Midtier broker: rivolti a operatori che richiedono servizi con funzione di informazione a prezzi non particolarmente elevati. Principale Caratteristica: Proposta di servizi ad elevato valore aggiunto.

· Full service firm: rivolti ad operatori che svolgono attività finanziaria non particolarmente intensa cui offrono una ampia gamma di servizi. Principale Caratteristica: Si rivolgono a soggetti non bancari interessati cogliere le principali opportunità della web finance.

Il maggior vantaggio operatività via internet è senz'altro la possibilità di sfuttare commissioni molto contenute, ma la scelta del miglior intermediario dovrebbe essere operata su un intero pacchetto di servizi che puntino su: efficienza tecnologica, ampiezza delle informazioni, attendibilità dei supporti operativi e la multicanalità dei servizi offerti.
Valeria Ponis

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