google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 borsaipnos: 01/05/11 - 01/06/11 google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Universiadi del Trading 2011: Economia Tor Vergata Campione di Primavera

Da due anni Directa S.I.M. organizza un’iniziativa dedicata al trading e alla didattica: il  Campionato Universitario Internazionale di Trading on line con denaro reale.

Con questa iniziativa Directa si propone di offrire agli studenti l'opportunità di un contatto concreto con i mercati finanziari attraverso il trading on line.
Per ciascuna facoltà è ammessa un'unica squadra, composta da un minimo di 3 fino a un massimo di 5 studenti.
Ogni squadra ha a disposizione la piattaforma Directa con tutti i suoi add-in, la piattaforma di analisi tecnica "Visual Trader" e un finanziamento di 5.000,00 €, che con l'effetto leva permetterà di investire in azioni fino a un controvalore di 25.000,00 €.
Sarà proclamata vincitrice delle Universiadi del trading la squadra che al 14 ottobre 2011, a chiusura del Campionato, avrà realizzato la migliore performance. L’anno scorso la vittoria è stata assegnata al LUISS Blue Team, dell’università LUISS di Roma, quest’anno invece a brillare, sinora, è stato il team di un'altra Università Romana, quella di Tor Vergata che con il suo team “1 KM” si è aggiudicata il premio di primavera nell’ambito dell'"INVESTMENT & TRADING FORUM 2011" avvenuta a Rimini il 20 maggio 2011. 

Marketing Sportivo: la qualità della comunicazione come mezzo per creare valore. Confronto fra il caso A.S. Roma e il Manchester United

Una delle azioni volte alla costruzione di una solida immagine per una società sportiva è la “comunicazione”, in stretta connessione con la necessità di “assicurare la qualità” e “creazione dei canali”. Fino a pochi anni fa gli unici mezzi di contatto con i propri stakeholders per un club sportivo erano la televisione, i giornali e la radio. Ad oggi, con la grande diffusione di internet, le squadre di calcio si vedono costrette, per poter competere, a rendere più semplice e completa possibile la fruibilità del proprio sito internet e ad incrementare e rafforzare continuamente la loro presenza sui principali social network, ad oggi la principale interfaccia della squadra con il cliente-tifoso.
Ponendo a confronto il sito internet del Manchester United (www.manutd.com) con quello della A.S. Roma (www.asroma.it) è impossibile non notare la migliore facilità di navigazione, la ricchezza dei contenuti (ultime notizie, curiosità sulla squadra e sui giocatori, possibilità di acquistare gadget e biglietti delle partite via internet), l’interattività (vi è la possibilità di fare un tour virtuale dell’Old Trafford e di giocare ricreando l’immagine virtuale del proprio giocatore preferito), i vantaggi offerti al cliente-tifoso, sia in termini di maggiore fruibilità del sito e di maggiori informazioni sull’attività del club che in termini di supporto finanziario della società (in accordo con le principali banche e finanziarie britanniche), con l’offerta di prodotti e servizi come la “Manchester Credit Card”, prodotti assicurativi, mutui e servizi di gestione del risparmio a prezzi agevolati. Il tutto corredato dall’offerta di molti premi legati alla squadra che ne incentivano ulteriormente l’interazione migliorando l’efficacia comunicativa del club. Non è un caso che il Manchester United venga considerata una delle migliori squadre al mondo e la terza in termini di fatturato (327 milioni di euro l’anno dopo real Madrid e Barcellona)[1].
Rispetto alla medesima classifica la Roma si posiziona al dodicesimo posto con un fatturato di 146,4 milioni di euro l’anno, per la maggior parte rivenienti dallo sfruttamento dei proventi da licenza dei diritti televisivi e radiofonici, sponsorizzazioni ed attività promo-pubblicitarie. Il fatturato risulta così solo in minima parte alimentato dall’ attività di merchandising derivante dallo sfruttamento commerciale del marchio A.S. Roma, pur possedendo un enorme patrimonio di simbologie (quali la Lupa, il Colosseo o il Gladiatore) legato all’appartenenza ad una città storica come la Capitale. Tale situazione è certamente adducibile alla carenza, nel nostro paese, di una adeguata legislazione di lotta alla contraffazione (l’unica tutela, oltre all’articolo 474 del codice penale, proviene dal cdd. Decreto sulla competitività”, ossia il Decreto Legge n° 35 risalente al 14 marzo 2005, convertito in legge n. 80/05) ma non esenta la società dalle sue responsabilità. Nonostante il club giallorosso nel 2007 abbia costituito una società in accomandita semplice (Soccer - Brand Management S.A.S) conferendole il ramo d’azienda costituito dalle attività connesse allo sfruttamento commerciale del marchio As Roma e sue derivazioni (attività di merchanding, marketing e sponsorizzazioni), i proventi rivenienti dallo sfruttamento del marchio A.S. Roma appaiono ancora troppo irrisori (circa 10 milioni di euro l’anno, pari al circa il 6% dei Ricavi Consolidati) a discapito di un business  fortemente connesso ad aspetti congiunturali quali il coinvolgimento dei tifosi e i risultati incerti e volatili delle partite (la posizione finanziaria netta della squadra a fine esercizio 2009 risultava in diminuzione di 17,5 milioni rispetto all’esercizio precedente per l’andamento dei flussi di cassa, per i più elevati fabbisogni assorbiti dalla gestione corrente e degli investimenti, ma anche per il venir meno dei proventi e dei relativi flussi, direttamente correlati ai risultati sportivi come la mancata partecipazione della A.S, Roma ai quarti di finale dell’Uefa Champions League e alle semifinali e finali della TIM Cup).
Queste “carenze” vengono in parte trasposte anche nel sito internet della società giallorossa che, rispetto a quello del Manchester United risulta altrettanto semplice da navigare, ma molto povero di contenuti che esulino dalla cronaca sportiva, l’interattività con il club è molto scarsa (essendo privo di vantaggi offerti alla tifoseria oltre alla “tessera del tifoso”) rendendo al difficile, se non impossibile, la partecipazione alla vita del team. Il centro delle discussioni e dei confronti della tifoseria giallorossa risulta svolto quindi in altri “luoghi” della rete, quali siti, blog “non ufficiali” e social network. I biglietti sono ancora acquistabili esclusivamente nei botteghini e il merchandising non viene in alcun modo pubblicizzato se non con un link di rimando alla lista dei punti vendita ufficiali, non mostrando alcun catalogo dei prodotti, elemento fondamentale per diffondere un profondo senso di appartenenza alla squadra (gadget e prodotti esprimono il desiderio del tifoso di coalizzarsi e “dare un contributo” alla squadra).

In conclusione, se la squadra capitolina intende crescere e competere con le principali sfidanti Europee e oltreoceano, una delle ricette sembra proprio quella di porre il tifoso “al centro” della propria attività. E ciò può essere attuato solo mediante un’appropriata strategia di Marketing che investa continuamente nella ricerca degli umori e dei desideri della propria clientela.
Valeria Ponis

[1] Fonte: Deloitte Football Money League 2010


Ti è stato utile questo post? Lasciaci un feedback, grazie

Obbligazioni RBS in Valuta Estera al 26/5/2011


  • ROYAL FOUR%, in Dollari, cedole trimestrali, 4% all’anno, scadenza 07.05.2015, codice ISIN XS0502707853 (rischio cambio EUR/USD);
  • RBS Sterlina 5 e 80 (codice ISIN XS0574620513, durata 10 anni, cedole semestrali), 5,80% fisso all'anno. Il valore delle cedole e del capitale investito sono soggetti rischio cambio EUR/GBP.
  • REAL BRASILE 8%, cedole mensili, 8% annuo per 3 anni, scadenza 26.10.2013, codice ISIN NL0009599489, investimento minimo 2.500 Real (corrispondenti a 1.047 Euro al 25.10.2010). I pagamenti delle cedole ed il rimborso del valore nominale a scadenza sono soggetti a rischio cambio EUR/BRL. Non è necessario avere un conto in valuta;
  • RBS Lira turca 9% (codice ISIN XS0609262471, durata 4 anni, cedole trimestrali), 9% fisso annuo lordo (7,87% netto);
  • RBS Rand Sudafricano 8,5% (codice ISIN XS0609261820, durata 4 anni, cedole trimestrali), 8,5% fisso annuo lordo (7,44% netto).
  • Obbligazioni RBS Indicizzate all'Inflazione al 26/5/2011


  • ROYAL 5,50% INFLAZIONE, cedole annuali, le prime tre cedole fisse pari al 5,50%, dal quarto al decimo anno 1,60% + inflazione europea, scadenza 11.01.2020, codice ISIN NL0009289339;
  • RBS INFLAZIONE 2021, cedole annuali, scadenza 27.02.2021, 6% annuo per i primi 3 anni, poi Inflazione europea + 1,50%, codice ISIN NL0009677947;
  • ROYAL INFLAZIONE ITALIA, cedole annuali, 4% per i primi 2 anni, per i seguenti variazione Istat con un minimo del 2,50%, scadenza 30.09.2017, codice ISIN NL0009537935;
  • ROYAL PROTEZIONE, cedole annuali, 6% per i primi due anni e dal terzo all’ottavo anno Inflazione europea con un minimo del 2,75%, scadenza 23.03.2018, codice ISIN NL0009294032;
  • ROYAL WELCOME, prezzo di emissione 95%, cedole annuali, 5,72% dopo i primi tre mesi, indicizzata all’inflazione al secondo, terzo e quarto anno, rimborso a 100% alla scadenza il 21.10.2014), codice ISIN NL0009285113.

  • 

    Obbligazioni RBS Strutturate al 26/5/2011


  • ROYAL VARIABILE MAX 6%, cedole trimestrali, Euribor 3m + 1,80% annua, con un massimo del 6%, scadenza 05.05.2018, codice ISIN NL0009408970; 
  • ROYAL 3% VARIABILE, cedole trimestrali, Euribor 3m + 1%, con un minimo del 3%, scadenza 30.09.2016, codice ISIN NL0009537943.
  • ROYAL EURIBOR CON LEVA, cedole trimestrali, 6,50% fisso il primo anno, in seguito il 150% dell’Euribor 3m, scadenza 30.09.2017, codice ISIN NL0009560002;
  • ROYAL SICUREZZA, cedole trimestrali, 6,50% il primo anno, dal secondo al decimo anno Euribor 3 mesi + 0,30% con un minimo garantito del 3,50%, scadenza 11.01.2020, codice ISIN NL0009289321;
  • RBS MOBILE, cedole trimestrali, scadenza 27.02.2021, i primi tre anni rispettivamente 3,75%, 4% e 4,25%; dal quarto anno a scadenza Euribor 3 m, con un minimo del 4,25%, codice ISIN NL0009670074;
  • ROYAL 8% STEEPENER, cedole semestrali, 8% all'anno per due anni e poi, per i rimanenti 8 anni, 3 volte il differenziale, se positivo, tra il tasso swap a 10 anni ed il tasso swap a 2 anni con cedola minima garantita del 3%, scadenza 22.06.2020, codice ISIN NL0009483833;
  • ROYAL STEEP 2017, cedole semestrali, 5% il primo anno, in seguito, 4 volte il differenziale, se positivo, tra il tasso swap a 10 anni ed il tasso swap a 2 anni, scadenza 30.09.2017, codice ISIN NL0009560028;
  • ROYAL 8% - EURIBOR, cedole trimestrali, 8% meno Euribor 3 mesi, scadenza 11.01.2020, codice ISIN NL0009289313;
  • ROYAL COMBINAZIONE PERFETTA, cedole semestrali, 8% al primo anno e poi dal secondo all’ottavo anno 10% meno 2 volte Euribor 6 mesi, scadenza 23.03.2018, codice ISIN NL0009294040;
  • ROYAL OPERAZIONE 10%, cedole semestrali, 10% per due anni e poi dal terzo al dodicesimo anno 10% meno 2 volte Euribor 6 mesi, scadenza 05.05.2022, codice ISIN NL0009408467;
  • ROYAL TOP INVERSE, cedole trimestrali, 12% per due anni e poi dal terzo al quindicesimo anno 9% meno 2 volte Euribor 12 mesi, scadenza 09.07.2025, codice ISIN NL0009487453;
  • ROYAL 7% INVERSE, cedole trimestrali, 7% per un anno e poi dal secondo al sesto anno 7% meno 2 volte Euribor 12 mesi, scadenza 09.07.2016, codice ISIN NL0009487461;
  • ROYAL ITALIA 10%, cedole annuali, 10% annua lorda se le azioni Enel, Telecom Italia e UniCredit sono tutte superiori al loro valore iniziale (rispettivamente 4,185, 1,160 e 2,485 Euro), scadenza 23.10.2014, codice ISIN NL0009062223;
  • RBS CINA (scadenza 26.11.2015), cedola del 5,5% per ognuno degli anni passati dall’emissione e sempre del 5,5% negli anni successivi, se in una delle date di rilevazione (11 novembre di ogni anno) l’indice Hang Seng China Enterprises risulti superiore del 40% al livello iniziale 12757,10. Se non si verifica la condizione, fermo restando comunque il rimborso del 100% del valore nominale, viene pagata una cedola a scadenza corrispondente all’eventuale performance positiva dell’indice rispetto al suo livello iniziale.
  • RBS EUROPA (scadenza 26.11.2015), cedola lorda del 5,5% per ognuno degli anni passati dall’emissione e sempre del 5,5% negli anni successivi, se in una delle date di rilevazione (11 novembre di ogni anno) l’indice EuroStoxx50 risulti superiore del 25% al livello iniziale 2736,96. Se non si verifica la condizione, fermo restando comunque il rimborso del 100% del valore nominale, viene pagata una cedola lorda a scadenza corrispondente all’eventuale performance positiva dell’indice rispetto al suo livello iniziale.
  • Obbligazioni RBS Zero Coupon al 26/5/2011

     

  • ROYAL 70/100, zero Coupon, durata 7 anni (investi 70 all’emissione e ricevi 100 lordo a scadenza il 26.06.2016), codice ISIN NL0009056563;
  • ROYAL 220, Zero Coupon, durata 15 anni, investi 100 all’emissione e ricevi 220 a scadenza il 03.12.2024, con facoltà dell’emittente di rimborsare anticipatamente 170 al decimo anno, 180 all’undicesimo, 190 al dodicesimo, 200 al tredicesimo, 210 al quattordicesimo, codice ISIN NL0009288141.

  • 

    Obbligazioni RBS a Tasso Misto al 26/5/2011

  • ROYAL FISSO-VARIABILE, cedole trimestrali, 6% annuo con facoltà dell’emittente di pagare dal terzo anno Euribor 3M + 0,75% (invece del 6% fisso), scadenza 08.10.2019, codice ISIN NL0009062215;
  • ROYAL 5% FLEX, cedole semestrali, 5% fisso per anno con facoltà dell’emittente di pagare dal sesto anno Euribor 6 mesi, scadenza 23.03.2020, codice ISIN NL0009294057.
  • Obbligazioni RBS a Tasso Variabile al 26/5/2011

    
  • ROYAL VARIABILE, cedole trimestrali, cedola variabile Euribor 3 mesi + 2%, scadenza 20.04.2014, codice ISIN NL0009054899;
  • ROYAL 6 ANNI VARIABILE, cedole semestrali, cedola variabile Euribor 6 mesi + 1,10%, scadenza 22.02.2016, codice ISIN NL0009354513;
  • ROYAL EONIA 165, cedole trimestrali, cedola variabile Eonia + 1,65%, scadenza 03.12.2019, codice ISIN NL0009288133;
  • ROYAL RIPRESA, cedole trimestrali, da Euribor 3 mesi + 2,50% il primo anno a Euribor 3 mesi + 0,25% il decimo anno, margine decrescente di 0,25% di anno in anno, scadenza 23.03.2020, codice ISIN NL0009294024.
  • Obbligazioni RBS a Tasso Fisso al 26/5/2011

  • ROYAL 3 ANNI, cedole trimestrali, 3,50% fisso all’anno, scadenza 26.06.2012, codice ISIN NL0009056555;
  • ROYAL 5 ANNI, cedole trimestrali, 4% fisso all’anno, scadenza 03.09.2014, codice ISIN NL0009058981;
  • ROYAL 4%, cedole annuali, 4% fisso all’anno, scadenza 22.02.2016, codice ISIN NL0009354505;
  • ROYAL 7 ANNI, cedole trimestrali, 4,30% fisso all’anno, scadenza 08.10.2016, codice ISIN NL0009061357;
  • RBS FISSO, cedole semestrali, 4,50% fisso annuo, scadenza 27.02.2019, codice ISIN NL0009670090;
  • ROYAL 5,50%, cedole semestrali, 5,50% fisso all’anno, scadenza 20.04.2019, codice ISIN NL0009054907;
  • ROYAL 5%, cedole semestrali, 5% fisso all'anno, scadenza 22.06.2020, codice ISIN NL0009483825;
  • RBS 5 e 30 (codice ISIN NL0009694272, durata 10 anni, cedole semestrali), 5,30% fisso all'anno; 
  • ROYAL TASSO CRESCENTE, cedole semestrali, 3% fisso il primo anno, 3,35% il secondo, 3,70% il terzo, 4,05% il quarto, 4,50% il quinto, scadenza 11.01.2015, codice ISIN NL0009289347;
  • ROYAL SCALA CRESCENTE, cedole semestrali, da 3% il primo anno a 4,25% il sesto con tasso crescente di 0,25% di anno in anno, scadenza 30.09.2016, codice ISIN NL0009537851;
  • ROYAL 5% STEP DOWN, cedole semestrali, 5,00% il primo anno, 4,65% il secondo, 4,30% il terzo, 4,00% il quarto, 3,70% il quinto, 3,35% il sesto e infine 3,00% il settimo, scadenza 30.09.2017, codice ISIN NL0009560010.



  • RBS: 3 nuove obbligazioni da oggi 26 maggio 2011

    RBS plc (rating S&P A+) quoterà da giovedì 26 maggio sul mercato MOT di Borsa Italiana tre nuove obbligazioni senior
    1. RBS Obiettivo 6% (codice ISIN GB00B6HZ3R74, scadenza 02.06.2017, cedole trimestrali), 6% annuo lordo (5,25% netto) se l’Euribor 3m rimane tra 1% e 4,5%, altrimenti la cedola trimestrale è pari a zero;
    2.  RBS Misto 6 anni (codice ISIN GB00B6HZ3Q67, scadenza 02.06.2017, cedole trimestrali), 4% lordo (3,50% netto) per il primo anno, Euribor 3m + 1,50% per i rimanenti 5 anni;
    3. RBS 4,70% 2017 (codice ISIN GB00B6HZ3S81, scadenza 02.06.2017, cedole semestrali), 4,70% annuo lordo (4,11% netto).
    L’investimento minimo è di 1.000 Euro.

    Standard & Poor's modifica l'outlook dell'Italia da stabile a negativo. Rassicurazioni dal mondo politico

    L'agenzia Standard & Poor's ha tagliato l'outlook dell'Italia da stabile a negativo, confermando il rating A+ al debito a lungo termine. E' quanto si legge in una nota, in cui si sottolinea che ''le attuali prospettive di crescita sono deboli e l'impegno politico per riforme che aumentino la produttivita' sembra incerto''. Allo stesso tempo, spiega S&P's in una nota diffusa nella notte in cui ha confermato anche il rating A-1+ al debito a breve, "il potenziale ingorgo politico potrebbe contribuire ad un rilassamento nella gestione del debito pubblico. Come risultato, crediamo che le prospettive dell'Italia per ridurre il debito pubblico siano diminuite". L'outlook negativo sull'Italia riflette "la previsione di S&P's dei rischi collegati al piano di riduzione del debito nel periodo 2011-2014 e implica una possibilità su tre che i rating possano essere ridotti nei prossimi 24 mesi".
    Secondo l'agenzia, "i rischi sono connessi alla crescita dell'economia più debole delle nostre attuali stime, che prevedono un +1,3% nel periodo 2011-2014". Per questo motivo,  "il debito dell'Italia potrebbe ristagnare agli attuali alti livelli". D'altro canto, avverte comunque l'agenzia, "se il governo riesce ad ottenere sostegno politico per l'attuazione di riforme strutturali a favore della competitività, ponendo le basi per una crescita economia più elevata ed una più veloce riduzione del debito, i rating potrebbero rimanere al livello attuale". "Il potenziale ingorgo politico potrebbe contribuire ad un rilassamento nella gestione del debito pubblico. Come risultato, crediamo che le prospettive dell'Italia per ridurre il debito pubblico siano diminuite". E' quanto si legge nella nota con cui Standard & Poor's ha tagliato l'outlook dell'Italia da stabile a negativo, in cui si sottolinea comunque che "se il governo riuscirà ad ottenere sostegno politico per l'attuazione di riforme strutturali a favore della competitività, ponendo le basi per una crescita economica più elevata ed una più veloce riduzione del debito, i rating potrebbero rimanere al livello attuale".
    TREMONTI, ITALIA RISPETTERA' IMPEGNI PRESI
    "L'Italia rispetterà i suoi impegni". E' quanto afferma in una nota il Ministero dell'Economia che, in relazione al declassamento di Standard&Poor's, sostiene: "le valutazioni espresse e confermate nei giorni scorsi dalle principali organizzazioni internazionali sono molto diverse da quelle espresse oggi da Standard & Poor's". Inoltre i dati della crescita economica e del bilancio pubblico "sono stati costantemente migliori del previsto". I dati macroeconomici sulla base dei quali l'agenzia S&P's ha confermato il proprio giudizio lo scorso dicembre, "non solo non hanno subito variazioni sfavorevoli nel corso del primo trimestre 2011, ma in alcuni casi sono risultati migliori" prosegue la nota del Tesoro diffusa dopo che l'agenzia di rating ha rivisto da "stabile" a "negativo" le prospettive dell'Italia pur confermando lo stesso rating per il debito a breve e a lungo termine. Il comunicato ricorda che "le valutazioni fatte dal Governo Italiano sono sempre state estremamente prudenziali. I dati tanto della crescita economica, quanto del bilancio pubblico sono stati costantemente migliori del previsto. Così è appena stato anche per il 2010. I molto positivi dati Istat di ieri ne sono conferma". Come ha dimostrato negli anni passati, e da ultimo negli anni di questa crisi, "l'Italia - conclude la nota - è stata, è, e sarà un paese con risorse economiche e politiche tali da fargli sempre rispettare gli impegni presi".
    TESORO, ESCLUSA IN ASSOLUTO PARALISI POLITICA
    "L'unico elemento nuovo, pare costituito dal rischio di una possibile 'paralisi' politica (political gridlock). Questa è da escludere in assoluto". E' quanto si legge nella nota del Ministero dell'Economia, guidato da Giulio Tremonti, a commento della decisione di S&P's di tagliare l'outlook dell'Italia.
    "Per quanto riguarda l'economia, il Governo ha avviato ed intensificherà il ciclo di interventi riformatori; per quanto riguarda il bilancio pubblico, sono in avanzata fase di preparazione i provvedimenti mirati al rispetto dell'obiettivo di pareggio di bilancio per il 2014. Questi avranno entro luglio l'approvazione da parte del Parlamento". E' quanto si legge in una nota del Tesoro, a commento della decisione di Standard & Poor's di rivedere in negativo l'outlook dell'Italia.

    Family Office: definizione, classificazione e percorso di sviluppo di una nuova categoria di intermediari

    Da sempre le banche rivolgono particolare attenzione alle esigenze della clientela più abbiente. La complessità patrimoniale di questo target rende infatti necessaria la creazione di soluzioni dedicate, distinte dall’elevata standardizzazione dei servizi offerti alla clientela retail. E’ così che nasce il settore del private banking, il cui indubbio successo è testimoniato sia dal cospicuo ammontare delle masse gestite, che dal numero di competitors che continuano ad affacciarsi in quest’area di business. Nonostante ciò, i servizi da questo offerti, si sono spesso contraddistinti per la loro scarsa personalizzazione, restituendo un’immagine differente di quella che era la loro originaria funzione.
    Il “vuoto” operativo prodotto dalle banche è stato così colmato da altri intermediari che, proponendo alla clientela più facoltosa servizi di Wealth Management, sono stati in grado di evolvere la propria offerta verso una gestione integrata e realmente “tailor made” agli interessi personali e professionali del cliente. Ciò che più contraddistingue un Wealth Manager è difatti, sia la capacità di fornire un valido prodotto, sia il saper costruire un’offerta “ad hoc”.
    Anche il Wealth Management non costituisce, tuttavia, l’ultima frontiera nell’attività di gestione dei grandi patrimoni. Oggi la clientela di elevato standing richiede un servizio ancora più professionale, discreto e sofisticato, che solo un team con competenze multidisciplinari è in grado di fornire, risolvendo ogni aspetto inerente l’amministrazione della ricchezza. Queste famiglie, in particolare quelle di stampo imprenditoriale, hanno trovato una valida soluzione nel family office, una struttura altamente professionale in grado di occuparsi, in chiave personalizzata, delle problematiche (finanziarie e non) di tutti  i componenti della famiglia.  Tali strutture non si occupano, infatti, solo delle esigenze di investimento, mobiliari ed immobiliari, ma anche di quelle fiscali, legali, previdenziali, legate alla formazione dei giovani, gli investimenti in preziosi e in opere d’arte, l’attività filantropica e così via. Con il tempo è emerso come tale servizio capillare agevoli persino il colloquio e la coesione delle famiglie, soprattutto quelle più numerose, in cui, essendo coinvolte diverse generazioni, possono emergere rapporti conflittuali.
    Estremizzando, non esiste alcuna attività riguardante i membri della famiglia di cui tali strutture non si possano occupare; ne consegue che il mandato fiduciario a queste affidato è estremamente ampio e complesso da gestire.
    Il motivo che ne giustifica il ricorso non è solo la consistenza patrimoniale ma anche la complessità dinastica di famiglie “old money”, la cui ricchezza è frutto del lavoro di più generazioni. Tuttavia, negli ultimi anni, si assiste al ricorso a queste strutture anche da parte di famiglie “new money” (spesso titolari di imprese dot.com), forse meno educate a gestire e tramandare ingenti patrimoni, ma comunque molto esigenti e coinvolte nella gestione.
    Gli elementi di base che identificano il concetto di family office non sono però identificabili in modo univoco ed assoluto; ogni struttura infatti, differisce dalle altre dovendo soddisfare fabbisogni e peculiarità tipiche di ogni cliente. 
    In passato queste famiglie si rivolgevano ad un consulente di fiducia, solitamente scelto tra il banchiere, il commercialista o l’avvocato, tutti professionisti per lo più specializzati in corporate finance ma presenti solo marginalmente nell’asset management. I maggiori bisogni della clientela di elevato standing hanno reso inadeguato questo approccio specialistico, rendendo necessario approdare ad una soluzione globale ed integrata di gestione della ricchezza. 
     Per quanto riguarda la classificazione di queste strutture in letteratura vengono solitamente distinte fra:
    Single family office: la soluzione storicamente più datata, che consiste nella creazione di una struttura dedicata esclusivamente ad amministrare il patrimonio e le esigenze di una sola famiglia.
    Multi-family office: Strutture organizzative nate, come naturale evoluzione dei single-family office, dalla forte domanda da parte di molte famiglie facoltose che, impossibilitate o non interessate alla costituzione di un proprio family office, hanno spinto i possessori di tali strutture ad aprire le porte anche ad altri nuclei familiari.
    Family office esterno: strutture controllate da soggetti diversi da famiglie imprenditoriali quali banche o società indipendenti.
    Valeria Ponis


    Ti è stato utile questo post? Lasciaci un feedback, grazie

    Mutui: nuovi aiuti alle famiglie più povere

    Buone notizie in arrivo sul fronte mutui: se tutto procederà per il verso giusto il Consiglio dei Ministri il prossimo 6 maggio approverà il decreto sviluppo che stabilisce un nuovo tetto alle rate dei mutui a tasso variabile per le famiglie più povere. Si tratta di una misura per poter aiutare le famiglie che potrebbero vedere nei prossimi mesi un aumento della rata a causa dei probabili rialzi stabiliti dalla Banca Centrale Europea e quindi non riuscire a far fronte alle spese del finanziamento.

    LA MANOVRA:

    Il decreto prevede che venga facilitato il passaggio da un mutuo a tasso variabile ad un fisso (rinegoziazione) mettendo come clausola il congelamento all’attuale livello di tassi: su richiesta del contraente, viene posto un tetto massimo («cap») al tasso variabile del mutuo, che sarebbe assistito da una forma di garanzia pubblica. Questo significherebbe, per un mutuo di dieci anni, prendere come base di calcolo un Irs cioè un tasso di riferimento per i mutui a tasso fisso, tra il 3,5% e il 3,6%, maggiorato dello spread (il ricarico che ogni banca decide di aggiungere al tasso di base quale proprio ricavo) praticato da ciascuna banca in modo differente.

    I BENEFICIARI:

    A beneficiare del decreto saranno solo le famiglie più deboli, quelle con un «Isee» (indicatore del reddito fornito dall’Inps) non superiore a 30 mila euro, con un mutuo di valore non superiore ai 150 mila euro e non abbia ritardi nei pagamenti. La rinegoziazione potrà essere chiesta fino al 30 aprile dell’anno prossimo.
    Va detto però che ultimamente la tendenza è quella di scegliere i mutui a tasso variabile: infatti, secondo i dati riferiti al secondo semestre del 2010, si nota come la scelta dei richiedenti era andata sul tasso variabile nel 47% dei casi, a fronte di un 24% che aveva invece scelto il più sicuro tasso fisso e un 26,5% per il tasso variabile con il cap e un 2,5% per il misto. Se invece andiamo a vedere i dati del gennaio 2010, si nota che la scelta era ricaduta sui mutui a tasso variabile da ben l’80% dei nuovi contraenti.
    Con il nuovo decreto si ridefinisce anche il tasso di usura (oggi è al 4%) oltre il quale le banche non possono prestare denaro. Si vuole alzare la soglia del tasso di interesse usurario rispetto al livello attuale con lo scopo consentire alle banche di aumentare i finanziamenti al credito marginale.
    fonte: http://www.borsaitaliana.it/

    Economia dell'ambiente: test sull'educazione alla domanda e sostenibilità delle risorse idriche

    In questo periodo l'acqua è al centro di un ampio dibattito in merito alla sua scarsità, al suo inquinamento ma prima di tutto alla sua privatizzazione, tema del referendum che la vedrà protagonista il prossimo giugno. Ma il problema esiste davvero? E se esiste dove si incentra?
    Sono uno studente della Facoltà di Economia - Università degli studi di Roma Tor Vergata e sto raccogliendo delle statistiche in merito a questo argomento per la mia tesi di laurea in Economia dell'Ambiente. 
    Fatemi sapere cosa ne pensate, compilando questo breve questionario totalmente anonimo.
    L’opinione di tutti è importante, quindi rispondete numerosi e condividetelo con i vostri amici. Grazie a tutti per la disponibilità! Enrico Ferrini


    Grazie alle 700 persone che hanno già compilato questo test !

    Finanza Islamica: definizione e principi fondamentali

    L’attuale instabilità del panorama economico-finanziario internazionale richiede un generale ripensamento della regolamentazione in materia, per assicurare la necessaria fiducia nei mercati finanziari internazionali.
    In una prospettiva di lungo periodo può giocare un ruolo chiave l’introduzione dell’Islamic Banking, il settore più redditizio di tutto lo scenario finanziario internazionale che, grazie al suo costante collegamento con l’economia reale, sembra offrire una valida alternativa in termini di stabilità all’eccessiva finanziarizzazione odierna o meglio, allo scollamento creatosi tra attività finanziaria e reale, causa ed effetto della recente crisi.
    Il termine islamic banking indica un modo particolare di fare banca che è strettamente connesso con i principi della legge religiosa islamica, la Sharia. L’intera l’attività bancaria è subordinata a norme etico-religiose e questo legame profondo con la religione rappresenta senza dubbio l’elemento che maggiormente differenzia il sistema economico islamico da quello convenzionale.

    La sharia in materia di finanza fissa tre principi fondamentali: il divieto di chiedere interessi (Riba), la condivisione dei rischi e dei profitti tra creditore e debitore, e l’obbligo di appoggiare tutte le transazioni finanziare su di un attivo reale. A questi si aggiungono il divieto di incertezza (Gharar) e quello di speculazione (Maysir).
    Secondo i precetti del Corano, il denaro non può stare fermo e generare altro denaro. Per crescere deve essere investito in attività concrete e produttive (come ad esempio gli immobili). La proibizione di riba si fonda sul presupposto che non ci può essere guadagno senza l’assunzione di un rischio: il profitto in una visione islamica, è legittimato solo dal rischio.

    Le banche islamiche si distinguono quindi in modo sostanziale dalle banche occidentali. Ad esempio, piuttosto che concedere un mutuo a una persona che vuole comprare una casa, riscuotendo in cambio un interesse sul prestito, la banca acquista direttamente la casa e poi la concede in affitto al cliente, che si impegnerà a versare la cifra corrispondente in più rate mensili. Quando avrà pagato tutte le rate, il cliente diventerà il proprietario della casa.Secondo gli economisti islamici, una istituzione finanziaria rispettosa della Sharia dovrebbe astenersi dal praticare interessi e dovrebbe basare la propria attività sul principio del cosiddetto Profit and Loss Sharing (PLS) ovvero sulla partecipazione ai profitti e alle perdite delle iniziative economiche finanziate.
    Alessio Napoleoni
    Ti è stato utile questo post? Lasciaci un feedback, grazie