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Il report sulla stabilità finanziaria della BCE deprime le Borse

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Per la serie "facciamoci del male" la BCE ieri 31 maggio 2010 ha pubblicato il consueto report sulla stabilità finanziaria che mostra un quadro complessivo della finanza europea e quella delle istituzioni bancarie in particolare non certo tranquillizzante. Da una parte quindi la BCE combatte per riportare la fiducia sui mercati con misure di politica monetaria impegnative, dall'altra le smonta con dichiarazioni che forse hanno il pregio della sincerità e della trasparenza ma non certo della prudenza.

....Dal Bollettino della BCE del 31 maggio 2010....

I principali rischi per il sistema finanziario dell'area dell'euro includono la possibilità di:

 Sostenere le spese pubbliche in maniera persistente (o in aumento) con un possibile effetto spiazzamento degli investimenti privati

 feedback negativo tra il settore finanziario e delle finanze pubbliche.

Altri, anche se meno materiali, rischi individuati al di fuori del sistema finanziario dell'area dell'euro includono la possibilità di:

 vulnerabilità dei bilanci delle società non finanziarie nella zona euro, a causa di leverage elevato, bassa redditività e di condizioni di finanziamento stretto

 perdite del settore creditizio e della famiglie maggiore del previsto nella zona euro se la disoccupazione aumenta di oltre il previsto.

All'interno del sistema finanziario dell'area dell'euro, i rischi importanti sono la possibilità di:

 una battuta d'arresto per la recente ripresa di redditività dei grandi gruppi bancari e feedback negativi per la fornitura di credito all'economia;

 vulnerabilità delle istituzioni finanziarie esposte nel mercato dei prestiti verso il mercato della proprietà commerciale nonché verso i paesi dell'Europa centrale e orientale.

 accresciuta volatilità dei mercati finanziari se i risultati macroeconomici non saranno all'altezza delle aspettative.

Una delle principali preoccupazioni è che molte delle vulnerabilità evidenziate in questo FSR può essere portata alla luce da uno scenario più debole del previsto per la crescita economica.

Le misure adottate dalla BCE per stabilizzare i mercati e ripristinare il loro funzionamento, nonché l'istituzione del meccanismo di stabilizzazione finanziaria europea hanno considerevolmente abbassato la coda e i rischi di contagio. Tuttavia, rimangono consistenti squilibri fiscali, e la responsabilità ricade sui governi per anticipare e accelerare il consolidamento fiscale in modo da garantire la sostenibilità delle finanze pubbliche, anche per evitare il rischio di una esclusione degli investimenti privati, nello stabilire le condizioni favorevoli a una durevole crescita economica.

Con la pressione sui governi per consolidare i loro bilanci, un disimpegno nell’intervento del settore finanziario significa che le banche dovranno essere particolarmente caute considerando i rischi che ci attendono. In particolare, dovrebbero garantire che essi dispongano di un capitale adeguato e di liquidità per attenuare i rischi che dovessero materializzarsi.

In questo contesto, i problemi di quelle istituzioni finanziarie che fanno troppo affidamento sulle misure di credito e sul supporto del governo dovranno essere affrontati con decisione. Allo stesso tempo, la ristrutturazione fondamentale sarà necessaria quando la redditività a lungo termine rischierà di essere minacciata dalla presa di distanza del sostegno dello Stato.

Il portafoglio raccomandato dagli analisti di Mediobanca


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Gli analisti di Mediobanca hanno aggiornato il proprio portafoglio raccomandato, confermando tra le posizioni "long" quei titoli che "beneficeranno dell'elevata esposizione alle economie straniere. Per rafforzare tale strategia d'investimento, rispetto a un mese fa aggiungiamo Trevi Fin e ci spostiamo dalla piu' domestica Intesa Sanpaolo a Unicredit. Allo stesso tempo", proseguono gli esperti, "passiamo da Telecom I. risp.,dopo la brillante performance del mese scorso, a Telecom I. ordinaria. Tra le nostre idee short togliamo azioni che hanno raggiunto una valutazione interessante", come B.Popolare e Cementir, "o altre su cui ci sono state importanti notizie positive", come Tenaris. Di conseguenza, il portafoglio raccomandato di Mediobanca ora prevede tra le posizioni long A2A, Atlantia, Campari, Enel, Fiat, Lottomatica, Mediaset, Telecom I., Unicredit e le mid cap Acea, B.Generali, Diasorin, Interpump, Piaggio, Rcs, Safilo G., Sorin, Tod'S, Trevi Fin. Tra i "selected underperformer" vi sono Aeffe, Cattolica Ass., Finmeccanica, Prysmian e Recordati.

L'euro, come è diventato la nostra moneta

Breve storia delle banconote e delle monete in euro pubblicata dalla Banca Centrale Europea in formato pdf di 94 pagine.

Guarda il volume

Che cos'è la BCE?

La BCE (Banca centrale europea) Istituita nel giugno 1998, dotata di personalità giuridica, assicura, direttamente o per il tramite delle banche centrali nazionali, lo svolgimento dei compiti assegnati all’Eurosistema e al Sistema europeo di banche centrali. Gli organi decisionali sono il Comitato esecutivo, il
Consiglio direttivo e il Consiglio generale. Il primo è costituito dal presidente e dal vicepresidente della BCE e da quattro membri nominati dai Capi di Stato o di Governo dei paesi che fanno parte della UEM. Il Consiglio direttivo, organo decisionale principale, è composto dai membri del Comitato esecutivo e dai governatori delle banche centrali nazionali della UEM. Il Consiglio generale comprende il presidente e il vicepresidente della BCE e i governatori delle banche centrali nazionali dei paesi della UE.

fonte Banca d'Italia

La disciplina italiana dei Covered Bond

Con il D.M. Economia e Finanze del 14.12.2006, n. 310 e le Disposizioni di vigilanza della Banca d'Italia del 17.5.2007 può finalmente dirsi completa la disciplina italiana delle obbligazioni bancarie garantite (c.d. “covered bond”).
Le emissioni di questi particolari titoli obbligazionari potranno così svilupparsi anche nel nostro paese sino a costituire il segmento di un più vasto mercato europeo che, negli ultimi tempi, ha assunto un’importanza crescente spinto, dal lato della domanda, da un bisogno di diversificazione e di protezione degli investitori e, da quello dell’offerta, dalla possibilità degli intermediari bancari di usufruire di una serie di vantaggi regolamentari.

Guarda lo studio completo in pdf (5Mb)

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Draghi, considerazioni finali del Governatore della Banca d’Italia

Relazione del Governatore della Banca d’Italia Mario Draghi alla fine del mese di maggio di ogni anno in occasione dell’Assemblea ordinaria annuale dei partecipanti al capitale dell’Istituto, aperta dal Governatore con la lettura delle “Considerazioni finali”.

Guarda la Relazione completa in pdf


Principi e criteri per l'attuazione del Federalismo Fiscale

  • autonomia e responsabilizzazione finanziaria di tutti i livelli di governo
  • attribuzione di risorse autonome alle Regioni e agli enti locali, secondo il principio di territorialità;
  • superamento graduale del criterio della spesa storica a favore:
1) del fabbisogno standard per il finanziamento dei livelli essenziali e delle funzioni fondamentali;

2) della perequazione della capacità fiscale per le altre funzioni;
  • rispetto della ripartizione delle competenze legislative fra Stato e Regioni sul coordinamento finanza pubblica e sistema tributario;
  • esclusione doppia imposizione sulla medesima base imponibile, salvo le addizionali previste dalla legge statale;
  • tendenziale correlazione tra prelievo fiscale e beneficio, in modo da favorire corrispondenza tra responsabilità finanziaria e amministrativa; continenza e responsabilità nell’imposizione di tributi propri;
  • previsione che la legge regionale possa, con riguardo alle basi imponibili non assoggettate ad imposizione da parte dello Stato:
1. istituire tributi regionali e locali;
2. determinare le variazioni delle aliquote o le agevolazioni che Comuni, Province e Città metropolitane possono applicare nell’esercizio della propria autonomia;
  • facoltà delle Regioni di istituire a favore degli enti locali compartecipazioni al gettito dei tributi e delle compartecipazioni regionali;
  • esclusione di interventi sulle basi imponibili e sulle aliquote dei tributi che non siano del proprio livello di governo e, in ogni caso, impossibilità di dedurre gli oneri fiscali tra tributi, anche se appartenenti a diverse categorie, i cui proventi non siano devoluti al medesimo livello di governo;
  • previsione di strumenti e meccanismi di accertamento e di riscossione che assicurino modalità di accreditamento diretto del riscosso agli enti titolari del tributo;
  • definizione di modalità che assicurino a ciascun soggetto titolare del tributo l’accesso diretto alle anagrafi e a ogni altra banca dati utile alle attività di gestione tributaria;
  • premialità dei comportamenti virtuosi ed efficienti nell’esercizio della potestà tributaria, nella gestione finanziaria ed economica e previsione di meccanismi sanzionatori per gli enti che non rispettano gli equilibri economico – finanziari o non assicurano i livelli essenziali delle prestazioni;
  • garanzia del mantenimento di un adeguato livello di flessibilità fiscale nella costituzione di un paniere di tributi e compartecipazioni, da attribuire alle Regioni e agli enti locali, la cui composizione sia rappresentata in misura rilevante da tributi manovrabili;
  • flessibilità fiscale articolata su più tributi con una base imponibile stabile e distribuita in modo tendenzialmente uniforme sul territorio nazionale, tale da consentire a tutte le Regioni ed enti locali, comprese quelle a più basso potenziale fiscale, di finanziare, attivando le proprie potenzialità, il livello di spesa non riconducibile ai livelli essenziali delle prestazioni e alle funzioni fondamentali degli enti locali;
  • semplificazione del sistema tributario, coinvolgimento dei diversi livelli istituzionali nell’attività di contrasto all’evasione e all’elusione fiscale;
  • lealtà istituzionale fra tutti i livelli di governo e concorso di tutte le amministrazioni pubbliche al conseguimento degli obiettivi di finanza pubblica nazionale in coerenza con i vincoli posti dall’Unione europea e dai trattati internazionali;
  • trasparenza ed efficienza delle decisioni di entrata e di spesa;
  • razionalità e coerenza dei singoli tributi e del sistema tributario nel suo complesso;
  • riduzione della imposizione fiscale statale in misura adeguata alla più ampia autonomia di entrata di Regioni ed enti locali e corrispondente riduzione delle risorse statali umane e strumentali;
  • definizione di una disciplina dei tributi locali in modo da consentire anche una più piena valorizzazione della sussidiarietà orizzontale;
  • territorialità dell’imposta, neutralità dell’imposizione, divieto di esportazione delle imposte;
  • tendenziale corrispondenza tra autonomia impositiva e autonomia di gestione delle proprie risorse umane e strumentali da parte del settore pubblico, anche in relazione ai profili contrattuali di rispettiva competenza.

Che cos'è l'indice RICI?

L’indice RICI (Rogers International Commodities Index) è un paniere di materie prime, ideato da Jim Rogers, socio fondatore, insieme a George Soros, del famoso Quantum Fund. Le motivazioni per la sua creazione si basavano sull’osservazione dell’andamento ciclico delle materie prime. Si può affermare a 12 anni dal lancio dell’indice RICI che Rogers abbia visto bene il nuovo trend rialzista in arrivo, sebbene l’andamento degli ultimi anni sia stato caratterizzato da una volatilità estrema.

A livello di macro-allocazione tra i vari settori di commodity è giusto notare che, almeno rispetto al 2005, non ci sia stato alcun cambiamento tra le seguenti allocazioni: energia 44%, agricoltura 34,9% e metalli 21,1%. Il numero di materie prime è stato aumentato leggermente nel corso degli anni, all’inizio 35, oggi 37, un segno della ricerca continua degli ideatori dell’indice, tra cui Rogers in prima persona, nel cercare di renderlo più rappresentativo possibile dell’importanza di ciascuna commodity nell’economia mondiale; va rilevato, infatti, che l’indice RICI è attualmente il riferimento più diversificato disponibile. Questa stabilità nei componenti dell’indice è importante in quanto fornisce certezza agli investitori nel corso degli anni; altri indici di commodity cambiano frequentemente i pesi dedicati ai loro componenti, il che rende meno efficiente l’esposizione alle commodity come categoria d’investimento.

Nel lungo termine, un indice diversificato come il RICI può svolgere due importanti funzioni all’interno di un portafoglio d’investimento: una correlazione inversa rispetto ad altre categorie d’investimento, malgrado questa correlazione inversa sia mancata recentemente, e una protezione rispetto all’inflazione. È soprattutto quest’ultimo pericolo a minacciare gli investitori in questo periodo di forte espansione monetaria a livello mondiale e la storia indica chiaramente che il modo migliore per proteggersi dall’inflazione è proprio tramite un investimento in materie prime.



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