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interessante: Finmeccanica, nuovo ordine da 319 milioni $ + accordo con Boeing

Finmeccanica ha ricevuto un  ordine da 319 milioni di dollari per ulteriori 8 velivoli da trasporto C-27J per l'esercito degli Stati uniti. Ha inoltre raggiunto un accordo con l'americana Boeing per partecipare alla nuova gara per l'elicottero del presidente degli Stati Uniti.

Finmeccanica ha un ruolo di primo piano nell'industria mondiale dell'aerospazio e difesa ed è presente nei grandi programmi internazionali del settore con le proprie imprese e attraverso partnership consolidate in Europa e negli USA. Leader nella progettazione e produzione di elicotteri, elettronica per la difesa e sicurezza, velivoli civili e militari, aerostrut ure, satelliti, infrastrutture spaziali, sistemi di difesa, è il primo gruppo italiano nel settore dell'alta tecnologia. Finmeccanica vanta anche asset produttivi e competenze di rilievo nei settori Trasporti ed Energia; quotata alla Borsa di Milano, opera attraverso società controllate e joint venture.

Analisi di Borsa settimana 31 maggio/4 giugno e Previsioni

Ottava come da copione quella appena conclusa con un velleitario allungo nella giornata di giovedì fino a 19.472, che aveva fatto sperare nella possibilità di una perforazione definitiva della trendline discendente (linea verde), prontamente rimangiato in chiusura di settimana con una caduta di 739 punti e soprattutto con il rientro nel triangolo segnalato la scorsa settimana.
Cosa ha fatto crollare del 3,79% l’indice? La notizia che l’Ungheria, un paese oltretutto non-euro, versa in difficoltà non dissimili alla Grecia. A dirlo è stata la nuova coalizione che ha vinto le elezioni in Ungheria e che, come di consueto, accusa la coalizione precedente di avergli lasciato una pesante eredità debitoria. Sono dichiarazioni normali nel teatrino della politica che non hanno mai fatto male a nessuno ma hanno altresì spianato la strada, ai nuovi governanti, a nuove tasse. In questo momento però anche un tradizionale rito come questo, inutile e tutto da dimostrare, ha generato il finimondo. Le banche (sempre loro) sono crollate, nel timore che abbiano chissà quale esposizione in titoli di stato ungheresi, trascinandosi dietro tutto il listino in virtù di quella catena alimentare che, magari al terzo o quarto livello, coinvolge anche titoli che con l’Ungheria non hanno e non avranno mai niente a che fare. Ma tant’è. La sindrome da contagio imperversa e fa danni a tutti i livelli. C’è da chiedersi quando finirà questa sindrome e, in particolare, come finirà. Dobbiamo aspettarci nei prossimi giorni brutte e influenti notizie anche dall’Erzegovina, il Kossovo o l’Uzbekistan?

Nel quadro apocalittico in cui siamo immersi arriva tuttavia una piccola, esile, impercettibile notizia che, in questi tempi aridi, è come la rugiada sull’erba mattutina. Un piccolo trafiletto nascosto e quasi invisibile a occhio nudo ci rivela che “I ministri del G20, riuniti a Busan, dicono 'no' a una tassa sulle banche, che devono pero' dare un contributo ai piani di salvataggio”. Beh…io intanto mi accontento. Visto che il disastro delle Borse parte sempre da loro la notizia di un “no” ad una tassa sulle banche dovrebbe giovare a loro e, indirettamente, a tutti i listini. Quanto poi al “contributo ai piani di salvataggio” è una dizione talmente fumosa e generica che dà l’impressione di essere più una speranza che un fatto reale. Chissà che la rugiada mattutina non si trasformi in un fiume che dia ristoro al terreno bruciato dai ribassi.

Graficamente l’indice si trova ancora dentro l’angolo formato dalla linea verde che collega i massimi relativi succeduti da metà aprile ad oggi e la pseudo parallela inferiore del canale ribassista in cui si muove da ottobre 09. Potrebbe ritestare il minimo a 18.382 toccato il 25 maggio, potrebbe anche spingersi fino a raggiungere il minimo relativo a 17.836 toccato il 10 luglio 09 (grafico a 2 anni) ma se rompesse anche questo supporto avrebbe campo aperto fino al minimo assoluto degli ultimi 12 anni a 12.621 del 9 marzo 09. E, se questo avvenisse….si salvi chi può!

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THE EUROPEAN CENTRAL BANK: HISTORY, ROLE AND FUNCTIONS

A comprehensive 200-page overview of the ECB from its inception in June 1998 until the present day. The author was a senior manager of the European Monetary Institute (EMI) and, until his retirement, of the ECB.

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La Banca centrale europea: Storia, ruolo e funzioni

Pubblicazione di 200 pagine con la panoramica della BCE dalla sua costituzione nel giugno 1998 fino ai giorni nostri. L'autore è stato un senior manager dell'Istituto Monetario Europeo e prima del suo pensionamento membro della BCE

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Inflazione: perché è importante la stabilità dei prezzi

Pubblicazione della BCE dedicata alla storia della moneta comune e all'importanza della stabilità dei prezzi

Capitolo 1:
- Introduzione

Capitolo 2:

- Una breve storia della moneta

- Le funzioni della moneta

- Le forme della moneta
 
Capitolo 3

- L’importanza della stabilità dei prezzi 23

- Che cos’è la stabilità dei prezzi

- Misurare l’inflazione

- I vantaggi della stabilità dei prezzi
 
Capitolo 4

- I fattori che determinano l’evoluzione dei prezzi

- Le possibilità e i limiti della politica monetaria: uno sguardo d’insieme

- La moneta e i tassi di interesse: come può la politica monetaria influenzare i tassi di interesse?

- L’impatto delle variazioni dei tassi di interesse sulle decisioni di spesa dei consumatori e delle imprese

- I fattori alla base dell’evoluzione dei prezzi in un orizzonte di più breve periodo

- I fattori alla base dell’evoluzione dei prezzi in un orizzonte di più lungo periodo

Capitolo 5
- La politica monetaria della BCE


- Cenni storici

- Il quadro istituzionale

- La strategia di politica monetaria della BCE

- L’assetto operativo dell’Eurosistema
 
RIQUADRI
 
- Misurare l’inflazione: un esempio semplice
- La relazione esistente tra l’inflazione attesa e i tassi di interesse: l’“effetto Fisher”
- L’iperinflazione
- La domanda di contante
- Perché le banche centrali sono in grado di influenzare i tassi di interesse reali (ex ante): la “vischiosità” dei prezzi
- L’incidenza delle variazioni della domanda aggregata sull’attività economica e sull’evoluzione dei prezzi
- La teoria quantitativa della moneta
- Le tappe che hanno condotto all’introduzione dell’euro

- I criteri di convergenza
- La costruzione e le caratteristiche dello IAPC
- Un margine di sicurezza contro la deflazione
- L’orientamento a medio termine della politica monetaria della BCE
- Gli indicatori finanziari e dell’economia reale
- Le proiezioni macroeconomiche per l’area dell’euro
- Gli aggregati monetari
- Il valore di riferimento della BCE per la crescita della moneta

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La Commissione europea propone una "tassa banche fallite"

La Commissione propone una tassa bancaria per coprire le spese di liquidazione delle banche fallite
La proposta rappresenta la prima iniziativa concreta per definire una strategia comune in materia di tasse bancarie, uno strumento utilizzato sempre di più dai governi europei a seguito della crisi finanziaria. La mancanza di una normativa europea potrebbe infatti creare squilibri competitivi tra i mercati bancari nazionali e ostacolare la cooperazione transfrontaliera in caso di ulteriore crisi.
Il piano prevede che i governi utilizzino i proventi delle tasse bancarie per istituire fondi gestiti con norme comuni. Tali fondi verrebbero impiegati per far fronte in modo ordinato alle insolvenze bancarie.
Queste risorse servirebbero inoltre a coprire i costi per spese legali, operazioni temporanee, acquisto e gestione degli attivi inesigibili, ecc. I fondi per le misure di risoluzione delle insolvenze bancarie sono una fonte di liquidità di pronto impiego che consente di contenere le crisi ed evitare le vendite precipitose degli attivi.
Diversi paesi, tra cui Germania e Svezia, hanno introdotto tasse bancarie o stanno valutando l'ipotesi di farlo. Manca tuttavia ancora un consenso sull'entità della tassa e sull'impiego dei fondi. Alcuni paesi vorrebbero utilizzarli per scongiurare future crisi bancarie o per recuperare le perdite subite con la crisi attuale. Altri invece puntano su questo strumento per ridurre il loro disavanzi.
Michel Barnier, commissario europeo per il mercato interno, ha dichiarato che i fondi non sarebbero una polizza assicurativa per le banche in difficoltà. L'obiettivo è piuttosto quello di evitare i salvataggi a spese del contribuente, riducendo l'impatto che il fallimento di una banca può avere sul resto del comparto.
"Io credo nel principio "chi inquina paga" e quindi dobbiamo costruire un sistema che garantisca che in futuro sia il settore finanziario a pagare il costo delle crisi bancarie", ha dichiarato Barnier.
Durante la crisi finanziaria i governi d'Europa e del resto del mondo hanno speso ingenti somme per salvare le banche e sostenere l'economia nazionale.
Per il momento la tassa sarebbe limitata alle banche. Non si applicherebbe, ad esempio, ai fondi d'investimento o alle compagnie assicurative. I contributi bancari potrebbero basarsi su parametri quali gli attivi e passivi o gli utili: il metodo specifico deve ancora essere deciso. Lo stesso vale per le dimensioni dei fondi, che il FMI collocherebbe tra il 2 e il 4% del PIL.
La proposta integra il piano dell'UE per la gestione delle future crisi finanziarie, che impone più vigilanza, un migliore governo societario e norme più rigorose.
L'UE potrebbe presentare la propria proposta al Gruppo dei 20 come strategia globale per le banche in crisi. I leader dell'UE dovrebbero discuterla a giugno in vista del vertice G20 che si terrà a Toronto alla fine del mese.

fonte: Commissione europea

Agenzie di Rating: necessità di nuove norme a livello europeo

Nuove norme sulle agenzie di rating del credito erano già previste nel quadro del nuovo sistema di vigilanza del settore finanziario approvato dai leader dell'UE l'anno scorso. Oggi però si levano nuove richieste di una vigilanza più rigorosa su queste agenzie, che sono società private.
Gli investitori fanno riferimento alle agenzie di rating per valutare il rischio insito negli strumenti finanziari. Le agenzie svolgono un ruolo importante per la stabilità dei mercati finanziari e la loro valutazione ha un'enorme incidenza sulla disponibilità e il costo del credito. Esse sono state criticate per aver creato i presupposti per la crisi finanziaria sottovalutando i rischi e, ultimamente, per essersi comportate in modo da far precipitare la situazione del debito greco.
Finora, la vigilanza è stata esercitata soprattutto a livello nazionale. Nel nuovo sistema, le agenzie di rating registrate nell'UE, comprese le filiali europee di agenzie basate fuori dell'UE, sarebbero soggette al controllo diretto ed esclusivo di un'autorità di vigilanza europea . Tre delle agenzie più conosciute - Fitch, Moody's e Standard & Poor's - hanno la loro sede principale a New York.
Secondo le norme proposte oggi, l'autorità per gli strumenti finanziari, che dovrebbe essere istituita e funzionare entro il 2011, avrebbe il potere di svolgere indagini e ispezioni e proporre penali e multe. Gli istituti finanziari, le banche e le imprese d'investimento dovrebbero fornire informazioni anche alle agenzie da loro non utilizzate in modo che queste possano esprimere una valutazione indipendente.
Si ritiene che una vigilanza centralizzata delle agenzie promuoverà una maggiore trasparenza delle operazioni, una più efficace protezione degli investitori e una più forte concorrenza nel settore della valutazione del credito.
La Commissione ha inoltre lanciato una consultazione pubblica sulle regole di governo societario nel settore finanziario, comprese le banche e le imprese di assicurazione. Tra i temi trattati sono la supervisione degli alti dirigenti e il coinvolgimento delle autorità di vigilanza nel governo societario.
Si chiede anche come evitare che la struttura delle retribuzioni degli operatori bancari li incentivi ad assumere rischi eccessivi. La Commissione ha già pubblicato raccomandazioni sulle politiche retributive ma, da due relazioni dell'UE pubblicate oggi, risulta che molti paesi non vi hanno ancora dato seguito.

fonte: Commissione europea

Liberalizzazione delle autorizzazioni per le pmi, la ricerca e le attivita' artigiane

Il presidente della Piccola Industria di Confindustria Vincenzo Boccia ha commentato positivamente l’iniziativa del Governo volta alla liberalizzazione delle attivita' economiche :
 "L'iniziativa del Governo per la liberta' d'impresa, che punta ad una drastica semplificazione delle norme per le pmi e per la ricerca, e' di grande interesse e potrebbe essere un forte aiuto per far ripartire la crescita nel nostro Paese". commenta con queste parole l'intenzione del Governo di modificare l'articolo 41 della Costituzione. Ieri il comunicato di Palazzo Chigi sul lavoro congiunto del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e del ministro dell'Economia Giulio Tremonti gia' preannunciava un "grande progetto di liberalizzazione delle attivita' economiche".
Oggi e' stato lo stesso Tremonti, in occasione del G20 in Corea, a precisare ulteriormente di che cosa si tratta: una misura che, attraverso la modifica dell'articolo 41 della Costituzione, relativo alla liberta' dell'impresa economica, porti a una sospensione di 2-3 anni delle autorizzazioni per le pmi, la ricerca e le attivita' artigiane.