La maggior parte degli indicatori economici possono essere suddivisi in indicatori principali e in indicatori di ritardo. Gli indicatori anticipatori delle tendenze e dei fattori economici, prevedono il cambiamento prima che l’economia inizia a seguire un particolare schema o una tendenza. Questi indicatori sono usati per predire dei cambiamenti nell’economia. Gli indicatori in ritardo invece mettono in evidenza i cambiamenti economici solo dopo che il cambiamento ha già iniziato a seguire un particolare schema o una tendenza.
Andiamo ora a vedere quali sono i principali indicatori economici da tenere in considerazione.
Il prodotto interno lordo, PIL, ovvero la somma del valore di tutti i beni e di tutti i servizi prodotti da società straniere o nazionali in Italia. Il PIL indica il ritmo al quale l’economia di un paese è in crescita o in diminuzione ed è considerato il più ampio indicatore della produzione economica.
La produzione industriale è una misura ponderata della catena del cambiamento nella produzione di fabbriche, nonché una misura delle loro capacità industriali e di quante risorse disponibili tra fabbriche, servizi e miniere sono utilizzate, dato comunemente noto come grado di utilizzazione degli impianti. La produzione del settore rappresenta un quarto dell’economia. Il tasso di utilizzo della capacità fornisce una stima di quanta capacità di produzione di fabbrica è in uso.
Il Purchasing Managers Index, PMI, è un indice composito mensile delle condizioni delle fabbriche nazionali, costruito a partire dai dati sui nuovi ordinativi, dai dati della produzione, dai tempi di consegna dei fornitori e considerando i ritardi, le scorte, i prezzi, l’occupazione, gli ordini di esportazione e gli ordini di importazione. E’ diviso in due sottoindici, ovvero quello della produzione e quello del settore non manifatturiero.
Il Producer Price Index, PPI, è una misura delle variazioni dei prezzi nel settore manifatturiero. Questo indicatore misura le variazioni dei prezzi medi di vendita dei produttori nazionali nel settore manifatturiero, minerario, agricolo e delle industrie elettriche. Il PPI più spesso utilizzato per l’analisi economica è quello relativo ai prodotti finiti e ai beni intermedi.
Il Consumer Price Index, CPI, noto anche come indice dei prezzi al consumo, è una misura del livello del prezzo medio pagato dai consumatori che sono l’80% della popolazione, per un determinato paniere di beni e di servizi. Si riferisce alle variazioni di prezzo in oltre 200 categorie.
Gli ordini dei beni durevoli indicano i nuovi ordini che saranno consegnati immediatamente o in futuro. Un bene durevole è definito come un bene che dura per un periodo prolungato di tempo, almeno tre anni.
I dati legati all’indice occupazionale sono definitivamente importanti. Il calcolo di questo dato economico va a misurare il numero di posti di lavoro creati dalle 500 industrie degli stati degli Stati Uniti e dalle 255 aree metropolitane. Le stime di occupazione sono basate su un sondaggio tra le grandi imprese e conta anche il numero di lavoratori salariati che lavorano part-time o full-time negli istituti di governo.
I dati delle vendite al dettaglio sono una misura del gettito totale che hanno i negozi al dettaglio. Viene calcolato prendendo dei campioni che rappresentano ogni tipo e ogni dimensione delle imprese del commercio al dettaglio. Sono usati anche per capire i modelli di spesa dei consumatori. E’ un dato che viene regolato per le normali variazioni stagionali. Le vendite al dettaglio dei beni non durevoli comprendono le merci vendute ai privati. E’ un dato molto importante dato che i consumi privati rappresentano la maggior quota del PIL di un paese.