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Bernanke gela le speranze di ripresa

Parlando a Jackson Hole (Wyoming) al convegno che ogni anno la Fed organizza con banchieri centrali ed esponenti della finanza, Bernanke ha detto che la ripresa americana ha rallentato ed è più debole di quanto previsto dalla stessa Fed. In particolare, la disoccupazione resterà alta ancora per un lungo periodo.
Nonostante questo, ha precisato Bernanke, continuano a esistere le condizioni per un rimbalzo della crescita nel 2011. E la Fed continuerà a sostenere l'economia fornendo tutto lo stimolo addizionale necessario.

Che cos'è l'Eurirs?

L’Eurirs (Euro Interest Rate Swap) o Irs è una delle due componenti del tasso di interesse del mutuo a tasso fisso. Tale valore viene diffuso giornalmente dalla Federazione Bancaria Europea e viene utilizzato come parametro di indicizzazione dei mutui a tasso fisso.
L’Eurirs è pari alla media ponderata delle quotazioni alle quali le banche operanti nell’Unione Europea realizzano l’Interest Rate Swap (I.R.S).

Tasso d'inflazione in Italia e in Europa

In Italia, il tasso di inflazione, nel mese di luglio 2010, è stato pari a + 1,7% rispetto al mese di luglio 2009 e in crescita di 0,4% su base mensile (era 1,3% lo scorso giugno). Ultimo dato ISTAT 12 agosto 2010 - prossimo dato 15 settembre 2010.

Nella zona Euro (16 paesi), nel mese di luglio 2010, l'inflazione annuale è stata pari a + 1,7% (ultimo dato EUROSTAT 16 agosto 2010 - prossimo dato 15 settembre 2010).

fonte:Euribor.it

Tassi di usura luglio/settembre 2010

La Banca d'Italia stabilisce trimestralmente in base alla legge n° 108 del 7 marzo 1996 i tassi massimi d'interesse per un prestito o per un finanziamento superati i quali subentra il reato di usura, che non può essere superiore al 50% del tasso effettivo globale medio registrato nel trimestre precedente.


Tassi di interessi medi per i mutui nel periodo

1 gennaio – 31 marzo 2010 con applicazione dal 1 luglio al 30 settembre 2010:

Mutuo a tasso fisso 4,99%

Mutuo a tasso variabile 2,56%

Tassi anti-usura dal 1 luglio al 30 settembre 2010:

Mutuo a tasso fisso 7,485%

Mutuo a tasso variabile 3,840%

fonte:Euribor.it

Razionamento azionario ed effetti di selezione avversa sul mercato dei capitali

Indebitarsi per un' impresa non costituisce una scelta facile. Questa è, al contrario, solitamente frutto di un attento processo di ottimizzazione delle proprie risorse e delle proprie opportunità che spesso porta, come contrariamente si possa pensare, a privilegiare l’indebitamento presso un intermediario finanziario (impegnandosi a pagare interessi e capitale a prescindere dall’andamento dei profitti) piuttosto che il ricorso al mercato dei capitali. La ragione di questa scelta, che costituisce insieme ai costi di bancarotta la principale causa dell’avversione al rischio da parte delle imprese, è il riflesso di un fenomeno che prende il nome di razionamento azionario (o equity rationing), il cui studio costituisce uno dei più rilevanti contributi alla microeconomia da parte della NEKIA (Nuova Economia Keynesiana basata sulle Asimmetrie Informative). Alla base di questo vi è l’dea che nei principali mercati (del lavoro, del credito e azionario) vi sia asimmetria informativa fra agenti. Tale asimmetria fa si che il gruppo più “informato” (sulle proprie caratteristiche, nel caso del mercato del lavoro, o di quelle della propria impresa) abbia una posizione privilegiata sulla controparte, esercitando su di questa un vero e proprio potere in grado di influenzare fortemente l’esito della transazione e rendendo necessaria, per la parte meno informata, l’adozione di alcune misure cautelative quali il razionamento. Nel caso del mercato mobiliare quest’ultimo si concretizza nell’ impossibilità per le imprese di finanziarsi emettendo titoli azionari (meno rischiosi dei titoli di debito) in quanto, in analogia al mercato dei “bidoni” di Ackerlof (1970), non essendo in grado di valutare l’effettivo valore di ogni impresa, e quindi discriminare fra progetti di investimento migliori e peggiori, i risparmiatori sono disposti a sottoscrivere le azioni ad un prezzo intermedio fra quello delle azioni “buone” e quello delle azioni “cattive”. Questo farà si che il valore delle emissioni azionarie divenga lo stesso a prescindere dalla qualità intrinseca del progetto che l’impresa vuole finanziare innescando così effetti di “selezione avversa” (o “incentivo avverso”), che instaurano prezzi di domanda via via più bassi, lasciando sul mercato solo le emissioni delle imprese peggiori. Le azioni “cattive”scacciano così le azioni più valide, in quanto le imprese portatrici dei progetti migliori plausibilmente decideranno di non emettere titoli azionari, destinati ad essere sottovalutati rispetto alla vera natura del progetto, cercando fonti di finanziamento alternative. Nel mercato dei capitali restano solamente i progetti di qualità inferiore. Ciò deprime i corsi azionari aggravando il problema originario e creando una tipica situazione di selezione avversa alla Ackerlof. La conclusione è che, se prive di sufficienti margini di autofinanziamento, le imprese preferiscono finanziare i propri progetti mediante il ricorso al mercato del credito piuttosto che a quello azionario.
Dott.ssa Valeria Ponis

Ordini di beni durevoli USA +0,3, sotto stime

Il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti ha comunicato che in luglio gli ordini di beni durevoli sono saliti dello 0,3%, in ripresa dal -0,1% del mese precedente ma molto meno delle aspettative di 75 economisti interpellati (+3%).
Le Borse europee peggiorano dopo la diffusione di una serie di dati macroeconomici che confermano la frenata dell'economia negli Stati Uniti.
Al netto della componente trasporti, il ribasso è del 3,8% contro attese di un rialzo dello 0,5%.


Vendita case USA - 12,4%

E' il peggior dato da quando sono iniziate le rilevazioni nel 1963. Si tratta delle case nuove, che gli analisti attendevano in modesto incremento dello 0,9%, ed è relativo al mese di luglio. Il dato reso noto dal dipartimento del Commercio rivede decisamente al ribasso anche il dato di giugno, a +12,1% dall'esplosivo +23,6% stimato inizialmente, che aveva illuso su una vigorosa ripresa dell'economia.

Aumento di capitale TERNIENERGIA

Il cda ha deliberato la proposta di un aumento di capitale fino a 60 milioni di euro nominali con esclusione del diritto di opzione, da eseguirsi entro il 31 luglio 2011.