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Beige Book: l’economia migliora lentamente, il lavoro è il vero problema

L’economia americana mostra segnali di miglioramento, anche se ad un ritmo ancora moderato, grazie all’aumento dei consumi.
E’ questo il messaggio del Beige Book, il tradizionale rapporto della Federal Reserve, redatto otto volte l’anno.
Dalla lettura di questo secondo documento del 2010 si apprende che le condizioni economiche continuano a migliorare, anche se si tratta di progressi contenuti. In nove dei dodici distretti oggetto di indagine si sarebbe avuto un incremento dell’attività economica, malgrado l’inverno molto rigido. Si fa esplicito riferimento alle ricadute negative sulle attività produttive per via delle tempeste di neve che si sono abbattute su diverse regioni degli Usa.
I maggiori progressi si registrano nel settore manifatturiero e in quello dei servizi e all’aumento, seppur lieve, della spesa per consumi. Questo ha permesso alla domanda per i servizi di mantenersi positiva, con segnali incoraggianti di ripresa. In aumento anche l’attività manifatturiera i cui progressi però non alimentano facili entusiasmi, molte aziende starebbero semplicemente ricostituiendo le scorte di magazzino. Il rafforzamento si è avuto soprattutto per l’industria high-tech, per quella automobilistica e per il settore metallurgico.
Secondo la Federal Reserve uno dei motivi principali di questa lenta ripartenza dell’economia è dato dalle difficoltà incontrate dalle imprese nel richiedere e ricevere prestiti.
La vera spina nel fianco resta ancora il mercato del lavoro che si conferma debole, sebbene si intravedano alcuni segnali positivi.
Secondo gli analisti ciò dovrebbe avere un impatto diretto sul tasso di disoccupazione che a febbraio è visto in crescita al 9,8% dal 9,7% del mese precedente. A febbraio sono stati persi 20mila posti di lavoro nel settore privato, mentre il mercato si era preparato ad una contrazione più contenuta di 10mila unità.
Domani pomeriggio sarà diffuso un altro importante dato. Si tratta delle nuove richieste di sussidi di disoccupazione che dovrebbero attestarsi a 475mila unità dalle 496mila della rilevazione precedente.

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