Guida all'autocertificazione
Guida redatta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri volta ad eliminare i certificati inutili.
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Quali sono le tasse più odiate dagli italiani?
L'indagine sulle imposte più odiate dagli italiani, commissionata dal Tribunale per i diritti del contribuente, si inserisce nella più complessa attività di studi e ricerche istituzionali condotte da "Lo sportello del Contribuente" che monitorizza costantemente la fiducia dei contribuenti italiani
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Previsioni della Commissione Europea sulle Economie dei paesi membri UE, dei candidati e dei principali non UE
La Commissione pubblica le previsioni economiche quattro volte l'anno, queste sono del 5/5/2010. Le previsioni coprono circa 150 variabili economiche, tra cui la crescita, l'inflazione, l'occupazione, il disavanzo e il debito pubblico, per tutti gli Stati membri dell'UE e diversi paesi extra-UE.
I documenti di previsione sono in pdf e in inglese
Stati membri UE
Austria
Belgio
Bulgaria
Cipro
Cechia
Danimarca
Estonia
Finlandia
Francia
Germania
Grecia
Irlanda
Italia
Lettonia
Lituania
Lussemburgo
Malta
Olanda
Polonia
Portogallo
Regno Unito
Romania
Slovacchia
Slovenia
Spagna
Svezia
Ungheria
Candidati UE
Croazia
Macedonia
Turchia
Altri paesi non UE
Cina
paesi EFTA ((Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera)
Giappone
Russia
USA
fonte: Commissione europea
I documenti di previsione sono in pdf e in inglese
Stati membri UE
Austria
Belgio
Bulgaria
Cipro
Cechia
Danimarca
Estonia
Finlandia
Francia
Germania
Grecia
Irlanda
Italia
Lettonia
Lituania
Lussemburgo
Malta
Olanda
Polonia
Portogallo
Regno Unito
Romania
Slovacchia
Slovenia
Spagna
Svezia
Ungheria
Candidati UE
Croazia
Macedonia
Turchia
Altri paesi non UE
Cina
paesi EFTA ((Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera)
Giappone
Russia
USA
fonte: Commissione europea
Derivati: nuove regole proposte dalla Commissione europea
La Commissione europea ha presentato una serie di proposte per regolamentare il mercato dei derivati , quei prodotti finanziari complessi che sono stati una delle cause scatenanti della recente crisi finanziaria.
La Commissione intende infatti introdurre nel 2010 una normativa per ridurre i rischi che questi titoli comportano per l'economia. Le proposte rappresentano l'ultimo di una serie di passi compiuti dall'UE per rafforzare la sorveglianza del settore finanziario, in modo da prevenire nuove crisi.
Il commissario responsabile dei servizi finanziari Charlie McCreevy ha affermato che le proposte segnano “un cambiamento di paradigma rispetto alla visione tradizionale, che considera i derivati come strumenti finanziari per uso professionale e quindi da sottoporre soltanto ad una regolamentazione leggera.”
Nella fase di stesura della normativa, la Commissione si propone di collaborare con i paesi del G20 per garantire la coerenza della politica condotta a livello mondiale. Le 20 principali economie hanno recentemente convenuto di adottare provvedimenti restrittivi nei confronti dei derivati, e l'amministrazione USA ha già introdotto una normativa in tal senso.
I derivati si chiamano così perché il loro valore è derivato dal prezzo di un elemento sottostante, come i tassi di interesse o il petrolio. Il piano dell'UE riguarda i derivati negoziati fuori borsa o OTC, vale a dire i titoli negoziati privatamente e direttamente tra le due parti.
La negoziazione di questi titoli è esplosa nell'ultimo decennio e con il mercato globale ha superato le centinaia di migliaia di miliardi di euro. Ma, negli anni che hanno preceduto la crisi, gli operatori hanno sottovalutato il rischio di inadempienza.
L'Unione europea desidera dare maggiore trasparenza al mercato richiedendo che le versioni standard di questi strumenti finanziari vengano negoziate tramite un sistema di compensazione centrale (CCP) per assorbire gran parte del rischio di inadempienza. Tutte le altre operazioni andrebbero registrate.
Le nuove norme impongono anche agli istituti finanziari di offrire più garanzie e di detenere maggiori liquidità a fronte delle operazioni che non sottopongono a compensazione centrale.
Su una questione correlata, la Commissione ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere pareri su come evitare che gli istituti bancari in crisi possano minacciare il sistema finanziario generale e imporre al contribuente di pagare per il loro salvataggio. Durante la crisi finanziaria una serie di fallimenti bancari ha evidenziato la necessità di nuovi strumenti giuridici per far fronte al loro impatto transfrontaliero.
Affermando che nessuna banca sarà più immune dal fallimento, il commissario McCreevy ha ribadito l'esigenza di un insieme efficace di disposizioni che possano individuare e possibilmente evitare il crollo di una banca, oppure consentirne il risanamento.
fonte: Commissione europea
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Successioni transfrontaliere all'interno dell'Unione europea.
Proposte norme comuni per le successioni transfrontaliere all'interno dell'Unione europea.
I cittadini europei che ereditano beni in un altro paese dell'UE spesso si ritrovano invischiati nella burocrazia. Il diritto di successione varia da paese a paese, e spesso risulta poco chiaro quale ordinamento giuridico trovi applicazione.
Cercare di uscire da questo labirinto può risultare costoso e comportare tempi molto lunghi. Alcuni eredi finiscono per gettare la spugna, rinunciando a proprietà situate all'estero.
La Commissione propone ora di semplificare i diritti di successione transfrontaliera. In base alla normativa proposta, le persone che vivono all'estero potranno scegliere di far eseguire il proprio testamento secondo le leggi del paese di cui hanno la nazionalità.
Altrimenti, all'intera proprietà si applicheranno le leggi del paese di residenza del defunto, anche se ne fanno parte beni che si trovano in un altro Stato dell'Unione europea.
L'obiettivo è quello di porre fine a sentenze contraddittorie emesse da tribunali di diversi paesi europei sullo stesso patrimonio. Un'unica autorità, del paese di residenza o del paese di provenienza, dovrà occuparsi dell'intera eredità.
La Commissione propone inoltre di creare un certificato che consenta a eredi ed esecutori testamentari di provare il loro status in un altro paese. Attualmente, infatti, i paesi europei non sempre riconoscono i rispettivi documenti successori.
Ogni anno nell'UE circa 450 000 successioni comportano un elemento internazionale. l valore totale dei patrimoni in gioco dovrebbe raggiungere i 120 miliardi di euro all'anno.
Il commissario per la Giustizia Jacques Barrot ha affermato che la legislazione proposta offre maggiore flessibilità e certezza del diritto.
"È indispensabile che i cittadini e i legali siano in grado di capire e, in una certa misura, scegliere le norme applicabili ai beni che compongono una successione, indipendentemente da dove tali beni si trovino.”
La normativa proposta non influirà sulle imposte di successione, che continueranno ad essere disciplinate dalla normativa nazionale, come lo saranno questioni quali la definizione degli eredi o la ripartizione dell'eredità.
Vivere all'estero in un Paese europeo
Non è sempre facile per i cittadini europei ottenere un permesso di soggiorno in un altro paese dell'UE.
Circa 8 milioni di europei vivono e lavorano in un paese dell'UE diverso dal proprio, esercitando uno dei diritti fondamentali dei cittadini europei. Ma non è sempre facile.
Per contrastare i matrimoni di facciata ed altri abusi del diritto di soggiorno nell'UE, alcuni paesi hanno subordinato il rilascio dei permessi di soggiorno a condizioni che violano la legislazione europea.
Dopo diverse lamentele circa l'ambiguità delle disposizioni, la Commissione ha recentemente pubblicato alcune linee guida per chiarire la materia.
Alcune delle violazioni più frequenti riguardano i cittadini extra UE che, sposando un cittadino europeo, acquisiscono il diritto di vivere e circolare liberamente nell'UE.
Fino a poco tempo fa molti paesi richiedevano ai coniugi extra UE il permesso di soggiorno in un altro paese europeo prima di rilasciarlo per il proprio. Ciò agevolava l'espulsione delle persone sospettate di aver contratto matrimonio con un cittadino UE per soli fini di immigrazione. Ma l'anno scorso una storica sentenza della Corte di giustizia ha stabilito che tale requisito viola i diritti dei coniugi.
Non sono inoltre mancate le proteste nei confronti di alcuni paesi che chiedono ai cittadini dell'UE di esibire documenti inutili al momento della domanda di permesso di soggiorno.
Secondo le nuove linee guida, i paesi dell'UE possono esigere che i coniugi extra UE siano in possesso di un visto. Al tempo stesso però le autorità nazionali hanno l'obbligo di rilasciare ai coniugi un visto. I paesi dell'UE sono autorizzati a verificare che non si tratti di un matrimonio di facciata, anche se sulla base di una serie ben definita di criteri. Devono inoltre accertarsi di tener conto di tutte le circostanze pertinenti in ogni singolo caso.
L'espulsione è possibile se le persone rappresentano una minaccia per gli "interessi fondamentali" del paese. Inoltre, la libera circolazione può essere limitata per motivi di sicurezza pubblica.
Lo scorso anno l'UE ha verificato il rispetto della direttiva del 2004 sulla libera circolazione, riscontrando che diverse leggi nazionali che la recepiscono presentano gravi lacune. Nemmeno un paese è riuscito a recepire la direttiva europea in modo completo, efficace ed accurato.
fonte: Commissione Europea
Operazioni bancarie nell'Unione Europea
Gli europei possono ora far addebitare direttamente al loro conto fatture emesse in qualsiasi paese dell'UE.
All'inizio di questo mese è entrato in funzione un sistema che permette alle imprese di addebitare direttamente le fatture al conto di un cliente di un altro paese dell'UE. Questa possibilità faciliterà la vita dei proprietari di seconde case all'estero e degli studenti e pensionati che vivono in un paese diverso dal proprio.
L'addebito diretto evita ai clienti delle banche di dover staccare un assegno o fare un bonifico ogni volta che devono pagare una fattura. Si tratta di uno strumento che viene solitamente utilizzato per pagare servizi ricorrenti, quali la fornitura di elettricità, acqua e gas, il telefono e l'abbonamento a periodici.
Finora potevano ricorrervi solo le società aventi sede nello stesso paese della banca del cliente ma, con il nuovo sistema, oltre 2 500 banche offrono oggi un servizio di incasso mediante addebito diretto al di là delle frontiere nazionali.
Presto se ne aggiungeranno altre ancora: tutte le banche dell'area dell'euro sono infatti tenute a offrire il servizio di addebito diretto transfrontaliero entro il novembre 2010. Le banche non situate nell'area dell'euro hanno tempo fino al novembre 2014.
Il sistema, che costituisce un importante passo verso un'effettiva integrazione dell'economia europea, è disciplinato da nuove regole per garantire che l'addebito diretto funzioni in modo altrettanto facile e sicuro tra paesi diversi che all'interno dello stesso paese.
Gli europei possono già utilizzare le loro carte di addebito (le cosiddette carte bancomat) per ritirare denaro in un altro paese; il prossimo passo sarà la possibilità di pagare con la carta bancomat anche nei negozi all'estero. In prospettiva, saranno sufficienti un unico conto in banca nel proprio paese e un'unica carta per qualsiasi operazione bancaria in ambito europeo.
Oltre ai 27 paesi dell'UE, aderiscono al sistema altri cinque paesi: Islanda, Norvegia, Svizzera, Liechtenstein e Monaco.
Un'altra novità in questo settore: presto dovrebbe diventare più facile cambiare banca. Secondo l'accordo raggiunto, la nuova banca dovrà assistere il cliente a chiudere il vecchio conto e a far trasferire il saldo a quello nuovo. La maggior parte delle associazioni bancarie nazionali ha sottoscritto le nuove regole.
fonte: Commissione Europea
La commissione Europea e la strategia economica fino al 2020
La Commissione ha elaborato una strategia decennale per rilanciare l'economia europea e promuovere una crescita "intelligente, sostenibile e solidale" basata su un maggiore coordinamento delle politiche nazionali ed europee.
All'indomani della più lunga e profonda recessione nella storia dell'UE, la tanto attesa strategia Europa 2020 individua le grandi sfide del futuro. La crisi economica ha messo a nudo le gravi carenze di un'economia già fragilizzata dalla globalizzazione, dal depauperamento delle risorse e dall'invecchiamento demografico. La Commissione dichiara che questi ostacoli possono essere superati, se l'Europa decide di optare per un mercato più verde e innovativo che promuova il benessere sociale.
La strategia individua le seguenti priorità: sostenere le industrie a basse emissioni di CO2, investire nello sviluppo di nuovi prodotti, promuovere l'economia digitale e modernizzare l'istruzione e la formazione. Propone inoltre cinque obiettivi quantitativi, compreso l'innalzamento del tasso di occupazione ad almeno il 75% dall'attuale 69% e l'aumento della spesa per ricerca e sviluppo al 3% del prodotto interno lordo. Attualmente quest'ultima rappresenta soltanto il 2% del PIL, un livello di gran lunga inferiore a quello di USA e Giappone.
La nuova strategia riconferma gli ambiziosi obiettivi dell'UE in materia di cambiamenti climatici (20/20/20) e propone di ridurre il tasso di povertà del 25% per aiutare circa 20 milioni di persone ad uscire dall'indigenza.
Nel campo dell'istruzione, la Commissione vuole portare il tasso di abbandono scolastico al di sotto del 10% (dall'attuale 15%) e accrescere in maniera significativa (dal 31% al 40%) la percentuale dei giovani trentenni con un'istruzione universitaria.
Il documento propone che i governi concordino obiettivi nazionali che tengano conto delle condizioni di ciascun paese, aiutando nel contempo l'UE nel suo insieme a raggiungere i suoi traguardi. La Commissione controllerà i progresi compiuti e, in caso di "risposta inadeguata", formulerà un monito.
L'UE già sorveglia le finanze pubbliche per evitare squilibri tali da mettere in pericolo l'area dell'euro. La nuova strategia va tuttavia oltre e affronta anche altri problemi che potrebbero minare la competitività dell'UE.
Inoltre, individua sette iniziative prioritarie per stimolare la crescita e l'occupazione. Tra queste figurano i programmi per migliorare le condizioni e l'accesso ai finanziamenti nel settore della R&S, l'introduzione in tempi rapidi dell'Internet ad alta velocità e il maggiore ricorso alle energie rinnovabili.
I capi di governo dovrebbero discutere dell'impostazione generale della strategia alla loro prossima riunione a fine mese. I relativi dettagli, compresi gli obiettivi nazionali, saranno valutati possibilmente a giugno in occasione di un vertice.
Guarda l'intero Documento EUROPA 2020
fonte. Commissione Europea
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