google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 borsaipnos: Vivere all'estero in un Paese europeo google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Vivere all'estero in un Paese europeo

Non è sempre facile per i cittadini europei ottenere un permesso di soggiorno in un altro paese dell'UE.
Circa 8 milioni di europei vivono e lavorano in un paese dell'UE diverso dal proprio, esercitando uno dei diritti fondamentali dei cittadini europei. Ma non è sempre facile.
Per contrastare i matrimoni di facciata ed altri abusi del diritto di soggiorno nell'UE, alcuni paesi hanno subordinato il rilascio dei permessi di soggiorno a condizioni che violano la legislazione europea.
Dopo diverse lamentele circa l'ambiguità delle disposizioni, la Commissione ha recentemente pubblicato alcune linee guida per chiarire la materia.
Alcune delle violazioni più frequenti riguardano i cittadini extra UE che, sposando un cittadino europeo, acquisiscono il diritto di vivere e circolare liberamente nell'UE.
Fino a poco tempo fa molti paesi richiedevano ai coniugi extra UE il permesso di soggiorno in un altro paese europeo prima di rilasciarlo per il proprio. Ciò agevolava l'espulsione delle persone sospettate di aver contratto matrimonio con un cittadino UE per soli fini di immigrazione. Ma l'anno scorso una storica sentenza della Corte di giustizia ha stabilito che tale requisito viola i diritti dei coniugi.
Non sono inoltre mancate le proteste nei confronti di alcuni paesi che chiedono ai cittadini dell'UE di esibire documenti inutili al momento della domanda di permesso di soggiorno.
Secondo le nuove linee guida, i paesi dell'UE possono esigere che i coniugi extra UE siano in possesso di un visto. Al tempo stesso però le autorità nazionali hanno l'obbligo di rilasciare ai coniugi un visto. I paesi dell'UE sono autorizzati a verificare che non si tratti di un matrimonio di facciata, anche se sulla base di una serie ben definita di criteri. Devono inoltre accertarsi di tener conto di tutte le circostanze pertinenti in ogni singolo caso.
L'espulsione è possibile se le persone rappresentano una minaccia per gli "interessi fondamentali" del paese. Inoltre, la libera circolazione può essere limitata per motivi di sicurezza pubblica.
Lo scorso anno l'UE ha verificato il rispetto della direttiva del 2004 sulla libera circolazione, riscontrando che diverse leggi nazionali che la recepiscono presentano gravi lacune. Nemmeno un paese è riuscito a recepire la direttiva europea in modo completo, efficace ed accurato.