Gli ETF azionari possono seguire le azioni di
società di un determinato comparto; gli ETF obbligazionari possono investire in
titoli di Stato a breve, media o lunga scadenza; gli ETF valutari investono in
valute di un Paese o di un'intera regione geografica; gli ETF ibridi mischiano
diverse tipologie di asset.
Gli ETF possono
essere ultra-grandi e seguire un indice di mercato di ampia portata come
l'S&P 500 o addirittura l'andamento dell'economia di un intero paese.
ETF settoriali o
industriali: questi ETF sono specializzati in un settore specifico, come quello
farmaceutico, dei servizi pubblici o tecnologico.
L'iShares Core U.S.
Aggregate Bond ETF uno degli ETF più grandi al mondo e offre un'esposizione a
un'ampia gamma di obbligazioni investment-grade degli Stati Uniti.
L'iShares Commodities
Select Strategy ETF un ETF a base ampia che comprende energia, metalli e
agricoltura.
ETF valutari:
possibile trovare ETF incentrati sulla performance di singole valute, come il
dollaro statunitense o l'euro, rispetto a un paniere di altre valute.
Ad esempio, un ETF
Bitcoin un fondo che tiene traccia del prezzo della criptovaluta più importante
e capitalizzata al mondo, e permette agli investitori di ottenere
un'esposizione ai movimenti di prezzo del BTC senza dover possedere
effettivamente la criptovaluta.
ETF ESG: sono fondi
declinati sugli investimenti responsabili, basati su indici che integrano
società votate alle questioni ambientali, sociali e di governance.
Infine, ci sono ETF
che vendono allo scoperto il mercato e guadagnano quando le attività sottostanti
perdono valore.
Solitamente il TER
varia da 0,15% dell'investito per gli ETF obbligazionari a circa lo 0,20% per
gli azionari, fino allo 0,50% per gli ETF con strategie più complesse su indici
meno liquidi come quelli delle materie prime o dei mercati emergenti.
Esistono anche ETF a
gestione attiva che hanno costi più elevati rispetto agli ETF indicizzati che
si limitano a replicare indici di mercato prestabiliti.
Abbiamo visto cosa
sono gli ETF, ossia fondi a negoziati in borsa come normali azioni,
caratterizzati da una gestione passiva, costi bassi e dal fatto che replicano
l'andamento di un indice di riferimento.
Quando si investe in
un fondo comune di investimento, si possiede una quota delle azioni
sottostanti, cosa che non accade con gli ETF. Gli ETF sono acquistabili
direttamente in borsa, non hanno un gestore ma replicano un indice.
Un'altra differenza
tra ETF e fondi comuni che i primi si possono comprare e vendere durante la
giornata come normali azioni a un prezzo pari al valore dell'indice in quel
preciso momento, mentre i fondi comuni sono valorizzati solo una volta al
giorno alla fine della giornata di negoziazione.
Gli ETF sono
negoziati nei loro mercati specifici, e per acquistarli o venderli bisogna
servirsi di un intermediario finanzario.
Gli ETF sintetici
sono consigliati a chi vuole accedere a mercati difficilmente raggiungibili,
come ad esempio l'obbligazionario di paesi emergenti, o dove gli ETF esistenti
sono molto costosi.
Ecco, quindi, un
riepilogo dei pro e dei contro degli ETF. Pro degli ETF Contro degli ETF Alcuni
ETF possono avere una minore liquidità, diventando più difficilmente vendibili.
Ma replica un indice
di mercato, quindi se il mercato va male, ciò si ripercuote negativamente
sull'andamento dell'indice, e di conseguenza, sull'ETF. Prima di comprare un
ETF bene valutare la sua performance negli ultimi anni a confronto con l'indice
di riferimento e il costo di gestione.
Un'altra
caratteristica da tenere presente la dimensione degli ETF. Bisognerebbe evitare
quelli molto piccoli poiché sono meno liquidi e ciò si traduce in costi di
spread bid/ask, cioè di differenza tra acquisto e vendita, più alti per
l'investitore.
Le azioni sottostanti
detenute dagli ETF sulle materie prime sono contratti futures e, in alcuni
casi, i contratti in scadenza a breve termine sono meno costosi dei futures del
mese anteriore.