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Obbligazioni RBS in Valuta Estera al 26/5/2011


  • ROYAL FOUR%, in Dollari, cedole trimestrali, 4% all’anno, scadenza 07.05.2015, codice ISIN XS0502707853 (rischio cambio EUR/USD);
  • RBS Sterlina 5 e 80 (codice ISIN XS0574620513, durata 10 anni, cedole semestrali), 5,80% fisso all'anno. Il valore delle cedole e del capitale investito sono soggetti rischio cambio EUR/GBP.
  • REAL BRASILE 8%, cedole mensili, 8% annuo per 3 anni, scadenza 26.10.2013, codice ISIN NL0009599489, investimento minimo 2.500 Real (corrispondenti a 1.047 Euro al 25.10.2010). I pagamenti delle cedole ed il rimborso del valore nominale a scadenza sono soggetti a rischio cambio EUR/BRL. Non è necessario avere un conto in valuta;
  • RBS Lira turca 9% (codice ISIN XS0609262471, durata 4 anni, cedole trimestrali), 9% fisso annuo lordo (7,87% netto);
  • RBS Rand Sudafricano 8,5% (codice ISIN XS0609261820, durata 4 anni, cedole trimestrali), 8,5% fisso annuo lordo (7,44% netto).
  • Obbligazioni RBS Indicizzate all'Inflazione al 26/5/2011


  • ROYAL 5,50% INFLAZIONE, cedole annuali, le prime tre cedole fisse pari al 5,50%, dal quarto al decimo anno 1,60% + inflazione europea, scadenza 11.01.2020, codice ISIN NL0009289339;
  • RBS INFLAZIONE 2021, cedole annuali, scadenza 27.02.2021, 6% annuo per i primi 3 anni, poi Inflazione europea + 1,50%, codice ISIN NL0009677947;
  • ROYAL INFLAZIONE ITALIA, cedole annuali, 4% per i primi 2 anni, per i seguenti variazione Istat con un minimo del 2,50%, scadenza 30.09.2017, codice ISIN NL0009537935;
  • ROYAL PROTEZIONE, cedole annuali, 6% per i primi due anni e dal terzo all’ottavo anno Inflazione europea con un minimo del 2,75%, scadenza 23.03.2018, codice ISIN NL0009294032;
  • ROYAL WELCOME, prezzo di emissione 95%, cedole annuali, 5,72% dopo i primi tre mesi, indicizzata all’inflazione al secondo, terzo e quarto anno, rimborso a 100% alla scadenza il 21.10.2014), codice ISIN NL0009285113.

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    Obbligazioni RBS Strutturate al 26/5/2011


  • ROYAL VARIABILE MAX 6%, cedole trimestrali, Euribor 3m + 1,80% annua, con un massimo del 6%, scadenza 05.05.2018, codice ISIN NL0009408970; 
  • ROYAL 3% VARIABILE, cedole trimestrali, Euribor 3m + 1%, con un minimo del 3%, scadenza 30.09.2016, codice ISIN NL0009537943.
  • ROYAL EURIBOR CON LEVA, cedole trimestrali, 6,50% fisso il primo anno, in seguito il 150% dell’Euribor 3m, scadenza 30.09.2017, codice ISIN NL0009560002;
  • ROYAL SICUREZZA, cedole trimestrali, 6,50% il primo anno, dal secondo al decimo anno Euribor 3 mesi + 0,30% con un minimo garantito del 3,50%, scadenza 11.01.2020, codice ISIN NL0009289321;
  • RBS MOBILE, cedole trimestrali, scadenza 27.02.2021, i primi tre anni rispettivamente 3,75%, 4% e 4,25%; dal quarto anno a scadenza Euribor 3 m, con un minimo del 4,25%, codice ISIN NL0009670074;
  • ROYAL 8% STEEPENER, cedole semestrali, 8% all'anno per due anni e poi, per i rimanenti 8 anni, 3 volte il differenziale, se positivo, tra il tasso swap a 10 anni ed il tasso swap a 2 anni con cedola minima garantita del 3%, scadenza 22.06.2020, codice ISIN NL0009483833;
  • ROYAL STEEP 2017, cedole semestrali, 5% il primo anno, in seguito, 4 volte il differenziale, se positivo, tra il tasso swap a 10 anni ed il tasso swap a 2 anni, scadenza 30.09.2017, codice ISIN NL0009560028;
  • ROYAL 8% - EURIBOR, cedole trimestrali, 8% meno Euribor 3 mesi, scadenza 11.01.2020, codice ISIN NL0009289313;
  • ROYAL COMBINAZIONE PERFETTA, cedole semestrali, 8% al primo anno e poi dal secondo all’ottavo anno 10% meno 2 volte Euribor 6 mesi, scadenza 23.03.2018, codice ISIN NL0009294040;
  • ROYAL OPERAZIONE 10%, cedole semestrali, 10% per due anni e poi dal terzo al dodicesimo anno 10% meno 2 volte Euribor 6 mesi, scadenza 05.05.2022, codice ISIN NL0009408467;
  • ROYAL TOP INVERSE, cedole trimestrali, 12% per due anni e poi dal terzo al quindicesimo anno 9% meno 2 volte Euribor 12 mesi, scadenza 09.07.2025, codice ISIN NL0009487453;
  • ROYAL 7% INVERSE, cedole trimestrali, 7% per un anno e poi dal secondo al sesto anno 7% meno 2 volte Euribor 12 mesi, scadenza 09.07.2016, codice ISIN NL0009487461;
  • ROYAL ITALIA 10%, cedole annuali, 10% annua lorda se le azioni Enel, Telecom Italia e UniCredit sono tutte superiori al loro valore iniziale (rispettivamente 4,185, 1,160 e 2,485 Euro), scadenza 23.10.2014, codice ISIN NL0009062223;
  • RBS CINA (scadenza 26.11.2015), cedola del 5,5% per ognuno degli anni passati dall’emissione e sempre del 5,5% negli anni successivi, se in una delle date di rilevazione (11 novembre di ogni anno) l’indice Hang Seng China Enterprises risulti superiore del 40% al livello iniziale 12757,10. Se non si verifica la condizione, fermo restando comunque il rimborso del 100% del valore nominale, viene pagata una cedola a scadenza corrispondente all’eventuale performance positiva dell’indice rispetto al suo livello iniziale.
  • RBS EUROPA (scadenza 26.11.2015), cedola lorda del 5,5% per ognuno degli anni passati dall’emissione e sempre del 5,5% negli anni successivi, se in una delle date di rilevazione (11 novembre di ogni anno) l’indice EuroStoxx50 risulti superiore del 25% al livello iniziale 2736,96. Se non si verifica la condizione, fermo restando comunque il rimborso del 100% del valore nominale, viene pagata una cedola lorda a scadenza corrispondente all’eventuale performance positiva dell’indice rispetto al suo livello iniziale.
  • Obbligazioni RBS Zero Coupon al 26/5/2011

     

  • ROYAL 70/100, zero Coupon, durata 7 anni (investi 70 all’emissione e ricevi 100 lordo a scadenza il 26.06.2016), codice ISIN NL0009056563;
  • ROYAL 220, Zero Coupon, durata 15 anni, investi 100 all’emissione e ricevi 220 a scadenza il 03.12.2024, con facoltà dell’emittente di rimborsare anticipatamente 170 al decimo anno, 180 all’undicesimo, 190 al dodicesimo, 200 al tredicesimo, 210 al quattordicesimo, codice ISIN NL0009288141.

  • 

    Obbligazioni RBS a Tasso Misto al 26/5/2011

  • ROYAL FISSO-VARIABILE, cedole trimestrali, 6% annuo con facoltà dell’emittente di pagare dal terzo anno Euribor 3M + 0,75% (invece del 6% fisso), scadenza 08.10.2019, codice ISIN NL0009062215;
  • ROYAL 5% FLEX, cedole semestrali, 5% fisso per anno con facoltà dell’emittente di pagare dal sesto anno Euribor 6 mesi, scadenza 23.03.2020, codice ISIN NL0009294057.
  • Obbligazioni RBS a Tasso Variabile al 26/5/2011

    
  • ROYAL VARIABILE, cedole trimestrali, cedola variabile Euribor 3 mesi + 2%, scadenza 20.04.2014, codice ISIN NL0009054899;
  • ROYAL 6 ANNI VARIABILE, cedole semestrali, cedola variabile Euribor 6 mesi + 1,10%, scadenza 22.02.2016, codice ISIN NL0009354513;
  • ROYAL EONIA 165, cedole trimestrali, cedola variabile Eonia + 1,65%, scadenza 03.12.2019, codice ISIN NL0009288133;
  • ROYAL RIPRESA, cedole trimestrali, da Euribor 3 mesi + 2,50% il primo anno a Euribor 3 mesi + 0,25% il decimo anno, margine decrescente di 0,25% di anno in anno, scadenza 23.03.2020, codice ISIN NL0009294024.
  • Obbligazioni RBS a Tasso Fisso al 26/5/2011

  • ROYAL 3 ANNI, cedole trimestrali, 3,50% fisso all’anno, scadenza 26.06.2012, codice ISIN NL0009056555;
  • ROYAL 5 ANNI, cedole trimestrali, 4% fisso all’anno, scadenza 03.09.2014, codice ISIN NL0009058981;
  • ROYAL 4%, cedole annuali, 4% fisso all’anno, scadenza 22.02.2016, codice ISIN NL0009354505;
  • ROYAL 7 ANNI, cedole trimestrali, 4,30% fisso all’anno, scadenza 08.10.2016, codice ISIN NL0009061357;
  • RBS FISSO, cedole semestrali, 4,50% fisso annuo, scadenza 27.02.2019, codice ISIN NL0009670090;
  • ROYAL 5,50%, cedole semestrali, 5,50% fisso all’anno, scadenza 20.04.2019, codice ISIN NL0009054907;
  • ROYAL 5%, cedole semestrali, 5% fisso all'anno, scadenza 22.06.2020, codice ISIN NL0009483825;
  • RBS 5 e 30 (codice ISIN NL0009694272, durata 10 anni, cedole semestrali), 5,30% fisso all'anno; 
  • ROYAL TASSO CRESCENTE, cedole semestrali, 3% fisso il primo anno, 3,35% il secondo, 3,70% il terzo, 4,05% il quarto, 4,50% il quinto, scadenza 11.01.2015, codice ISIN NL0009289347;
  • ROYAL SCALA CRESCENTE, cedole semestrali, da 3% il primo anno a 4,25% il sesto con tasso crescente di 0,25% di anno in anno, scadenza 30.09.2016, codice ISIN NL0009537851;
  • ROYAL 5% STEP DOWN, cedole semestrali, 5,00% il primo anno, 4,65% il secondo, 4,30% il terzo, 4,00% il quarto, 3,70% il quinto, 3,35% il sesto e infine 3,00% il settimo, scadenza 30.09.2017, codice ISIN NL0009560010.



  • RBS: 3 nuove obbligazioni da oggi 26 maggio 2011

    RBS plc (rating S&P A+) quoterà da giovedì 26 maggio sul mercato MOT di Borsa Italiana tre nuove obbligazioni senior
    1. RBS Obiettivo 6% (codice ISIN GB00B6HZ3R74, scadenza 02.06.2017, cedole trimestrali), 6% annuo lordo (5,25% netto) se l’Euribor 3m rimane tra 1% e 4,5%, altrimenti la cedola trimestrale è pari a zero;
    2.  RBS Misto 6 anni (codice ISIN GB00B6HZ3Q67, scadenza 02.06.2017, cedole trimestrali), 4% lordo (3,50% netto) per il primo anno, Euribor 3m + 1,50% per i rimanenti 5 anni;
    3. RBS 4,70% 2017 (codice ISIN GB00B6HZ3S81, scadenza 02.06.2017, cedole semestrali), 4,70% annuo lordo (4,11% netto).
    L’investimento minimo è di 1.000 Euro.

    Standard & Poor's modifica l'outlook dell'Italia da stabile a negativo. Rassicurazioni dal mondo politico

    L'agenzia Standard & Poor's ha tagliato l'outlook dell'Italia da stabile a negativo, confermando il rating A+ al debito a lungo termine. E' quanto si legge in una nota, in cui si sottolinea che ''le attuali prospettive di crescita sono deboli e l'impegno politico per riforme che aumentino la produttivita' sembra incerto''. Allo stesso tempo, spiega S&P's in una nota diffusa nella notte in cui ha confermato anche il rating A-1+ al debito a breve, "il potenziale ingorgo politico potrebbe contribuire ad un rilassamento nella gestione del debito pubblico. Come risultato, crediamo che le prospettive dell'Italia per ridurre il debito pubblico siano diminuite". L'outlook negativo sull'Italia riflette "la previsione di S&P's dei rischi collegati al piano di riduzione del debito nel periodo 2011-2014 e implica una possibilità su tre che i rating possano essere ridotti nei prossimi 24 mesi".
    Secondo l'agenzia, "i rischi sono connessi alla crescita dell'economia più debole delle nostre attuali stime, che prevedono un +1,3% nel periodo 2011-2014". Per questo motivo,  "il debito dell'Italia potrebbe ristagnare agli attuali alti livelli". D'altro canto, avverte comunque l'agenzia, "se il governo riesce ad ottenere sostegno politico per l'attuazione di riforme strutturali a favore della competitività, ponendo le basi per una crescita economia più elevata ed una più veloce riduzione del debito, i rating potrebbero rimanere al livello attuale". "Il potenziale ingorgo politico potrebbe contribuire ad un rilassamento nella gestione del debito pubblico. Come risultato, crediamo che le prospettive dell'Italia per ridurre il debito pubblico siano diminuite". E' quanto si legge nella nota con cui Standard & Poor's ha tagliato l'outlook dell'Italia da stabile a negativo, in cui si sottolinea comunque che "se il governo riuscirà ad ottenere sostegno politico per l'attuazione di riforme strutturali a favore della competitività, ponendo le basi per una crescita economica più elevata ed una più veloce riduzione del debito, i rating potrebbero rimanere al livello attuale".
    TREMONTI, ITALIA RISPETTERA' IMPEGNI PRESI
    "L'Italia rispetterà i suoi impegni". E' quanto afferma in una nota il Ministero dell'Economia che, in relazione al declassamento di Standard&Poor's, sostiene: "le valutazioni espresse e confermate nei giorni scorsi dalle principali organizzazioni internazionali sono molto diverse da quelle espresse oggi da Standard & Poor's". Inoltre i dati della crescita economica e del bilancio pubblico "sono stati costantemente migliori del previsto". I dati macroeconomici sulla base dei quali l'agenzia S&P's ha confermato il proprio giudizio lo scorso dicembre, "non solo non hanno subito variazioni sfavorevoli nel corso del primo trimestre 2011, ma in alcuni casi sono risultati migliori" prosegue la nota del Tesoro diffusa dopo che l'agenzia di rating ha rivisto da "stabile" a "negativo" le prospettive dell'Italia pur confermando lo stesso rating per il debito a breve e a lungo termine. Il comunicato ricorda che "le valutazioni fatte dal Governo Italiano sono sempre state estremamente prudenziali. I dati tanto della crescita economica, quanto del bilancio pubblico sono stati costantemente migliori del previsto. Così è appena stato anche per il 2010. I molto positivi dati Istat di ieri ne sono conferma". Come ha dimostrato negli anni passati, e da ultimo negli anni di questa crisi, "l'Italia - conclude la nota - è stata, è, e sarà un paese con risorse economiche e politiche tali da fargli sempre rispettare gli impegni presi".
    TESORO, ESCLUSA IN ASSOLUTO PARALISI POLITICA
    "L'unico elemento nuovo, pare costituito dal rischio di una possibile 'paralisi' politica (political gridlock). Questa è da escludere in assoluto". E' quanto si legge nella nota del Ministero dell'Economia, guidato da Giulio Tremonti, a commento della decisione di S&P's di tagliare l'outlook dell'Italia.
    "Per quanto riguarda l'economia, il Governo ha avviato ed intensificherà il ciclo di interventi riformatori; per quanto riguarda il bilancio pubblico, sono in avanzata fase di preparazione i provvedimenti mirati al rispetto dell'obiettivo di pareggio di bilancio per il 2014. Questi avranno entro luglio l'approvazione da parte del Parlamento". E' quanto si legge in una nota del Tesoro, a commento della decisione di Standard & Poor's di rivedere in negativo l'outlook dell'Italia.

    Family Office: definizione, classificazione e percorso di sviluppo di una nuova categoria di intermediari

    Da sempre le banche rivolgono particolare attenzione alle esigenze della clientela più abbiente. La complessità patrimoniale di questo target rende infatti necessaria la creazione di soluzioni dedicate, distinte dall’elevata standardizzazione dei servizi offerti alla clientela retail. E’ così che nasce il settore del private banking, il cui indubbio successo è testimoniato sia dal cospicuo ammontare delle masse gestite, che dal numero di competitors che continuano ad affacciarsi in quest’area di business. Nonostante ciò, i servizi da questo offerti, si sono spesso contraddistinti per la loro scarsa personalizzazione, restituendo un’immagine differente di quella che era la loro originaria funzione.
    Il “vuoto” operativo prodotto dalle banche è stato così colmato da altri intermediari che, proponendo alla clientela più facoltosa servizi di Wealth Management, sono stati in grado di evolvere la propria offerta verso una gestione integrata e realmente “tailor made” agli interessi personali e professionali del cliente. Ciò che più contraddistingue un Wealth Manager è difatti, sia la capacità di fornire un valido prodotto, sia il saper costruire un’offerta “ad hoc”.
    Anche il Wealth Management non costituisce, tuttavia, l’ultima frontiera nell’attività di gestione dei grandi patrimoni. Oggi la clientela di elevato standing richiede un servizio ancora più professionale, discreto e sofisticato, che solo un team con competenze multidisciplinari è in grado di fornire, risolvendo ogni aspetto inerente l’amministrazione della ricchezza. Queste famiglie, in particolare quelle di stampo imprenditoriale, hanno trovato una valida soluzione nel family office, una struttura altamente professionale in grado di occuparsi, in chiave personalizzata, delle problematiche (finanziarie e non) di tutti  i componenti della famiglia.  Tali strutture non si occupano, infatti, solo delle esigenze di investimento, mobiliari ed immobiliari, ma anche di quelle fiscali, legali, previdenziali, legate alla formazione dei giovani, gli investimenti in preziosi e in opere d’arte, l’attività filantropica e così via. Con il tempo è emerso come tale servizio capillare agevoli persino il colloquio e la coesione delle famiglie, soprattutto quelle più numerose, in cui, essendo coinvolte diverse generazioni, possono emergere rapporti conflittuali.
    Estremizzando, non esiste alcuna attività riguardante i membri della famiglia di cui tali strutture non si possano occupare; ne consegue che il mandato fiduciario a queste affidato è estremamente ampio e complesso da gestire.
    Il motivo che ne giustifica il ricorso non è solo la consistenza patrimoniale ma anche la complessità dinastica di famiglie “old money”, la cui ricchezza è frutto del lavoro di più generazioni. Tuttavia, negli ultimi anni, si assiste al ricorso a queste strutture anche da parte di famiglie “new money” (spesso titolari di imprese dot.com), forse meno educate a gestire e tramandare ingenti patrimoni, ma comunque molto esigenti e coinvolte nella gestione.
    Gli elementi di base che identificano il concetto di family office non sono però identificabili in modo univoco ed assoluto; ogni struttura infatti, differisce dalle altre dovendo soddisfare fabbisogni e peculiarità tipiche di ogni cliente. 
    In passato queste famiglie si rivolgevano ad un consulente di fiducia, solitamente scelto tra il banchiere, il commercialista o l’avvocato, tutti professionisti per lo più specializzati in corporate finance ma presenti solo marginalmente nell’asset management. I maggiori bisogni della clientela di elevato standing hanno reso inadeguato questo approccio specialistico, rendendo necessario approdare ad una soluzione globale ed integrata di gestione della ricchezza. 
     Per quanto riguarda la classificazione di queste strutture in letteratura vengono solitamente distinte fra:
    Single family office: la soluzione storicamente più datata, che consiste nella creazione di una struttura dedicata esclusivamente ad amministrare il patrimonio e le esigenze di una sola famiglia.
    Multi-family office: Strutture organizzative nate, come naturale evoluzione dei single-family office, dalla forte domanda da parte di molte famiglie facoltose che, impossibilitate o non interessate alla costituzione di un proprio family office, hanno spinto i possessori di tali strutture ad aprire le porte anche ad altri nuclei familiari.
    Family office esterno: strutture controllate da soggetti diversi da famiglie imprenditoriali quali banche o società indipendenti.
    Valeria Ponis


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    Mutui: nuovi aiuti alle famiglie più povere

    Buone notizie in arrivo sul fronte mutui: se tutto procederà per il verso giusto il Consiglio dei Ministri il prossimo 6 maggio approverà il decreto sviluppo che stabilisce un nuovo tetto alle rate dei mutui a tasso variabile per le famiglie più povere. Si tratta di una misura per poter aiutare le famiglie che potrebbero vedere nei prossimi mesi un aumento della rata a causa dei probabili rialzi stabiliti dalla Banca Centrale Europea e quindi non riuscire a far fronte alle spese del finanziamento.

    LA MANOVRA:

    Il decreto prevede che venga facilitato il passaggio da un mutuo a tasso variabile ad un fisso (rinegoziazione) mettendo come clausola il congelamento all’attuale livello di tassi: su richiesta del contraente, viene posto un tetto massimo («cap») al tasso variabile del mutuo, che sarebbe assistito da una forma di garanzia pubblica. Questo significherebbe, per un mutuo di dieci anni, prendere come base di calcolo un Irs cioè un tasso di riferimento per i mutui a tasso fisso, tra il 3,5% e il 3,6%, maggiorato dello spread (il ricarico che ogni banca decide di aggiungere al tasso di base quale proprio ricavo) praticato da ciascuna banca in modo differente.

    I BENEFICIARI:

    A beneficiare del decreto saranno solo le famiglie più deboli, quelle con un «Isee» (indicatore del reddito fornito dall’Inps) non superiore a 30 mila euro, con un mutuo di valore non superiore ai 150 mila euro e non abbia ritardi nei pagamenti. La rinegoziazione potrà essere chiesta fino al 30 aprile dell’anno prossimo.
    Va detto però che ultimamente la tendenza è quella di scegliere i mutui a tasso variabile: infatti, secondo i dati riferiti al secondo semestre del 2010, si nota come la scelta dei richiedenti era andata sul tasso variabile nel 47% dei casi, a fronte di un 24% che aveva invece scelto il più sicuro tasso fisso e un 26,5% per il tasso variabile con il cap e un 2,5% per il misto. Se invece andiamo a vedere i dati del gennaio 2010, si nota che la scelta era ricaduta sui mutui a tasso variabile da ben l’80% dei nuovi contraenti.
    Con il nuovo decreto si ridefinisce anche il tasso di usura (oggi è al 4%) oltre il quale le banche non possono prestare denaro. Si vuole alzare la soglia del tasso di interesse usurario rispetto al livello attuale con lo scopo consentire alle banche di aumentare i finanziamenti al credito marginale.
    fonte: http://www.borsaitaliana.it/

    Economia dell'ambiente: test sull'educazione alla domanda e sostenibilità delle risorse idriche

    In questo periodo l'acqua è al centro di un ampio dibattito in merito alla sua scarsità, al suo inquinamento ma prima di tutto alla sua privatizzazione, tema del referendum che la vedrà protagonista il prossimo giugno. Ma il problema esiste davvero? E se esiste dove si incentra?
    Sono uno studente della Facoltà di Economia - Università degli studi di Roma Tor Vergata e sto raccogliendo delle statistiche in merito a questo argomento per la mia tesi di laurea in Economia dell'Ambiente. 
    Fatemi sapere cosa ne pensate, compilando questo breve questionario totalmente anonimo.
    L’opinione di tutti è importante, quindi rispondete numerosi e condividetelo con i vostri amici. Grazie a tutti per la disponibilità! Enrico Ferrini


    Grazie alle 700 persone che hanno già compilato questo test !

    Finanza Islamica: definizione e principi fondamentali

    L’attuale instabilità del panorama economico-finanziario internazionale richiede un generale ripensamento della regolamentazione in materia, per assicurare la necessaria fiducia nei mercati finanziari internazionali.
    In una prospettiva di lungo periodo può giocare un ruolo chiave l’introduzione dell’Islamic Banking, il settore più redditizio di tutto lo scenario finanziario internazionale che, grazie al suo costante collegamento con l’economia reale, sembra offrire una valida alternativa in termini di stabilità all’eccessiva finanziarizzazione odierna o meglio, allo scollamento creatosi tra attività finanziaria e reale, causa ed effetto della recente crisi.
    Il termine islamic banking indica un modo particolare di fare banca che è strettamente connesso con i principi della legge religiosa islamica, la Sharia. L’intera l’attività bancaria è subordinata a norme etico-religiose e questo legame profondo con la religione rappresenta senza dubbio l’elemento che maggiormente differenzia il sistema economico islamico da quello convenzionale.

    La sharia in materia di finanza fissa tre principi fondamentali: il divieto di chiedere interessi (Riba), la condivisione dei rischi e dei profitti tra creditore e debitore, e l’obbligo di appoggiare tutte le transazioni finanziare su di un attivo reale. A questi si aggiungono il divieto di incertezza (Gharar) e quello di speculazione (Maysir).
    Secondo i precetti del Corano, il denaro non può stare fermo e generare altro denaro. Per crescere deve essere investito in attività concrete e produttive (come ad esempio gli immobili). La proibizione di riba si fonda sul presupposto che non ci può essere guadagno senza l’assunzione di un rischio: il profitto in una visione islamica, è legittimato solo dal rischio.

    Le banche islamiche si distinguono quindi in modo sostanziale dalle banche occidentali. Ad esempio, piuttosto che concedere un mutuo a una persona che vuole comprare una casa, riscuotendo in cambio un interesse sul prestito, la banca acquista direttamente la casa e poi la concede in affitto al cliente, che si impegnerà a versare la cifra corrispondente in più rate mensili. Quando avrà pagato tutte le rate, il cliente diventerà il proprietario della casa.Secondo gli economisti islamici, una istituzione finanziaria rispettosa della Sharia dovrebbe astenersi dal praticare interessi e dovrebbe basare la propria attività sul principio del cosiddetto Profit and Loss Sharing (PLS) ovvero sulla partecipazione ai profitti e alle perdite delle iniziative economiche finanziate.
    Alessio Napoleoni
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    Analisi Tecnica: origini e interpretazione dei grafici Candlestick

    L'analisi Candlestick, una delle principali e note branche dell'Analisi Tecnica Chartista,  è la metodologia di studio dei movimenti dei prezzi più antica e, attualmente, una delle più utilizzate al mondo soprattutto per la affidabilità dei segnali che essa è in grado di fornire. Ad oggi è risaputo come quasi la totalità dei trader utilizzi questo tipo di grafici   ottenendo indicazioni operative uniche nel loro genere.

    Si ritiene che le origini del candlestick siano collocate tra il XVII° ed il XVIII° secolo in Giappone. Si narra che il suo inventore Munehisa Homma (1716-1803), abbia guadagnato una fortuna utilizzando questo tipo di analisi. I termini usati per la rappresentazione delle formazioni sono infatti vocaboli di guerra usati nelle battaglie (da sempre infatti molte sono consiferate le analogie tra la speculazione e la guerra). La diffusione in occidente di questo metodo si deve a Steve Nison che pubblicò uno studio di queste regole nel 1989. Ad oggi, comunque, la metodologia più usata nell'analisi candlestick è il "Sakata method". Come per la costruzione delle bar chart (metodo occidentale) abbiamo bisogno di quattro elementi per disegnare la candela:
    •    Apertura
    •    Chiusura
    •     Minimo
    •     Massimo

    La classificazione è basata essenzialmente su tre fattori:
    1. il colore;
    2. la dimensione;
    3la presenza e allocazione delle shadows.

    Il corpo è costituito dalla distanza tra l'apertura e la chiusura e cambia in relazione al rapporto fra le stesse. Nella prassi occidentale viene utilizzato un body bianco nel caso in cui la chiusura risulti maggiore dell'apertura, altrimenti, in caso di chiusura minore dell'apertura, il colore assunto dal body è comunemente il nero. La prassi orientale invece (più diffusa fra i mercati) tende ad utilizzare il verde ed il rosso per indicare l'andamento della seduta. Il corpo riflette il rapporto tra le forze in campo e la sua rappresentazione grafica indica l’ampiezza dello squilibrio esistente tra i venditori e compratori nel mercato.
    L'apparire di una candela bianca è tipicamente un segnale di superiore forza della domanda e quindi di  sentiment rialzista del mercato, una nera invece è indice di superiore forza dell'offerta (sentiment ribassista). .
    Un'altra, importante distinzione riguarda la dimensione del real body e la lunghezza delle shadows (dette anche baffi, o code della candela). L' upper-shadow rappresenta la distanza tra il massimo di seduta ed il real body, mentre la lower-shadow può essere definita come la linea che unisce il minimo della candela con il  body.Il corpo è costituito dalla distanza tra l'apertura e la chiusura. Il colore del corpo cambia a seconda del rapporto tra l'apertura e la chiusura: tradizionalmente viene utilizzato un body bianco nel caso in cui la chiusura risulti maggiore dell'apertura, altrimenti, in caso di chiusura minore dell'apertura, il colore assunto dal body è comunemente il nero. Il corpo riflette il rapporto tra le forze in campo e la sua rappresentazione grafica indica l’ampiezza dello squilibrio esistente tra i venditori e compratori ossia la prevalenza degli uni sugli altri che fa progredire il mercato.
    La prima distinzione da fare è tra candele bianche, nelle quali la chiusura è maggiore dell'apertura (superiore forza della domanda e sentiment rialzista), e nere (superiore forza dell'offerta e sentiment ribassista), nelle quali il prezzo di chiusura è inferiore a quello di apertura.
    La successiva distinzione avviene per dimensione del real body. Nonostante una forte attenzione venga attribuita al real body, anche le shadows sono estremamente importanti. La upper-shadow rappresenta la distanza tra il massimo di seduta ed il real body, mentre la lower-shadow può essere definita come la linea che unisce il minimo ed il body. 
    La tecnica della candele giapponesi rappresenta in definitiva un validissimo strumento di Analisi Tecnica, ma proprio come qualsiasi altro strumento di questa disciplina, necessita di essere coadiuvato da numerosi altri elementi (prime fra tutte Trendlines, supporti e resistenze, ma anche oscillatori come lo Stocastico e l'RSI che rappresentano un ottimo filtro per individuare le fasi di ipercomprato o di ipervenduto in vista dei quali i segnali forniti dalle formazioni Candlestick funzionano al meglio) per agevolare il processo decisionale dell'analista.

    Alessio Napoleoni e Valeria Ponis

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    - CANDLESTICK GIAPPONESI- Alberto Cavanna
    - L'ANALISI TECNICA-Valerio Peracchi
    - ANALISI TECNICA CANDLESTICK-Antonio Bomberini
    - MANUALE DI ANALISI CANDLESTICK-Gregort Morris

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    Top 10 delle imprese più ambite dai neolaureati Italiani

    Altro che aziende straniere. I neolaureati del Belpaese sognano di svolgere la loro carriera professionale nelle più prestigioseimprese italiane. E' quanto emerge dai risultati della Recent Graduate Survey (RGS), un'indagine annuale (effettuata fin dal 2002) che analizza gli obiettivi e le aspettative che i giovani freschi di titolo universitario hanno nei confronti del mercato del lavoro.
    Secondo la ricerca, commissionata dalla società di consulenza nel settore delle risorse umane Cesop Communication, nove dei dieci luoghi di lavoro più ambiti da chi ha appena concluso gli studi universitari si trovano in Italia e la compagnia che si è aggiudicata la prima posizione nella classifica delle preferenze è Eni, il colosso del settore energetico. La società del cane a sei zampe, che l'anno precedente si era piazzata seconda, ha vinto infatti il premio Best Employer of Choice 2010. Sul secondo gradino del podio è giunta invece la compagnia che nel 2009 aveva ottenuto il titolo di luogo di lavoro preferito: la banca IntesaSanpaolo. A guadagnarsi il terzo posto tra le imprese più desiderate è stata un'altra società a partecipazione pubblica attiva nel comparto dell'energia: Enel.
    In quarta posizione, a ridosso del podio tricolore, è arrivata Apple: il gigante dell'informatica guidato da Steve Jobs è la prima società straniera della graduatoria. Un risultato particolarmente brillante è quello di Banca d'Italia: nelle edizioni precedenti l'ente pubblico governato da Mario Draghi non compariva neanche in classifica mentre nel 2010 ha raggiunto il quinto posto, una "prestazione" che è valsa il titolo di Best Performance.
    A pari merito al sesto posto troviamo un altro istituto di credito, Bnl, e la casa automobilistica italiana più conosciuta nel mondo, la Ferrari. La posizione numero sette è occupata dalla Ferrero, l'azienda che secondo un'altra recente indagine, realizzata da Reputation Pulse Doxa, gode in assoluto della migliore reputazione in Italia.
    L'ottavo posto della hit è condiviso dalle Ferrovie dello Stato e dalla multinazionale del settore farmaceutico Novartis: entrambe le compagnie non comparivano tra le top 10 della classifica nei due anni precedenti. A chiudere il rank dei primi dieci posti in cui vorrebbero andare a lavorare i neolaureati ci sono due imprese attive nel ramo dell'editoria: il gruppo editoriale L'Espresso (nono posto) e Mondadori (decimo).
    Per giungere a questi dati, il sondaggio ha preso in esame 153 imprese tra le maggiori realtà imprenditoriali che operano sul territorio nazionale. I settori presi in considerazione sono: manifatturiero, finanziario-assicurativo, media e comunicazione, grande distribuzione, beni di largo consumo, chimico-farmaceutico, consulenza e servizi alle aziende, Ict e da questa edizione anche moda e fashion.
    La ricerca, somministrata a un campione di 2.500 neolaureati del 2010 rappresentativo di tutta la situazione nazionale per sesso, area geografica e tipologia di laurea, ha evidenziato anche quali sono le caratteristichepiù richieste delle aziende, quelle cioè che spingono un giovane fresco di titolo universitario a cercare lavoro in un luogo piuttosto che in un altro. Secondo la Recent Graduate Survey, gli elementi di maggiore appeal sui giovani sono la solidità dell'impresa, il livello di stimoli offerti dall'ambiente di lavoro, le opportunità di carriera e le effettive possibilità di ricevere una formazione professionale di qualità. Un fattore che invece interessa meno rispetto al passato è la vicinanza del posto di lavoro alla propria residenza.
    Fonte: http://it.finance.yahoo.com/

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    - MI SONO LAUREATO! E ADESSO? Marco Bianchi
    - INDIRIZZI CHE CONTANO PER TROVARE LAVORO- Mario Bianco
    - L'IMPRENDITORE NEL CASSETTO- Silvestro Ugo Bernardi - Mirella Bruna Nani

    CALENDARIO STACCO DIVIDENDI 2011

    Di seguito l'elenco delle società che hanno annunciato importo e data stacco cedola di dividendo.

    18 aprile

    ALERION (ARN.MI) 0,011 euro
    AUTOSTRADE MERIDIONALI (AUTME.MI) 0,80 euro
    FIAT (F.MI) ordinarie 0,09 euro risparmio 0,31 euro privilegiate 0,31 euro
    POP.SONDRIO 0,21 euro
    PRYSMIAN (PRY.MI) 0,166 euro
    RECORDATI (REC.MI) 0,275 euro
    TELECOM ITALIA (TIT.MI) ordinarie 0,058 euro risparmio 0,069 euro

    26 aprile

    CREDITO VALTELLINESE (CVAL.MI) 0,12 euro
    DE' LONGHI (DLG.MI) 0,146 euro
    POP.EMILIA ROMAGNA (BPE.MI) 0,18 euro
    SAES GETTERS (SG.MI) ordinarie 0,20 euro risparmio 0,20 euro

    2 maggio

    ASTALDI (AST.MI) 0,15 euro
    BANCO SARDEGNA (BSRP.MI) ordinarie 0,04 euro risparmio 0,15 euro privilegiate 0,30 euro CREDITO BERGAMASCO (CB.MI) 0,90 euro
    DATALOGIC (DAL.MI) 0.15 euro
    EXPRIVIA (XPR.MI) 0,04 euro
    GRUPPO MUTUIONLINE (MOL.MI) 0,36 euro *ordinario* 0,01 euro *straordinario*
    SAVE (SAVE.MI) 0,325 euro
    SERVIZI ITALIA (SRI.MI) 0,25 euro

    9 maggio

    AEROPORTO DI FIRENZE (AFI.MI) 0,08 euro
    AMPLIFON (AMP.MI) 0,033 euro
    ASCOPIAVE (ASC.MI) 0,10 euro
    BANCA IFIS (IF.MI) 0,06 euro e assegnazione una azione ordinaria ogni 37
    BANCA PROFILO (PRO.MI) 0,005 euro
    B&C SPEAKERS (BEC.MI) assegnazione una azione ordinaria ogni 15
    BENI STABILI (BNS.MI) 0,022 euro
    BREMBO (BRE.MI) 0,30 euro
    CAIRO COMMUNICATION (CAI.MI) 0,25 euro
    CATTOLICA ASS (CASS.MI) 0,90 euro
    INTERPUMP (IP.MI) 0,11 euro
    IRCE (IRC.MI) 0,06 euro
    KME GROUP ordinarie 0,011 euro risparmio 0,07241 euro
    MARCOLIN (MCL.MI) 0,10 euro
    POP.SPOLETO (SPO.MI) 0,12 euro
    RCF GROUP (RCF.MI) 0,03 euro
    TERNIENERGIA (TER.MI) 0,19 euro
    VALSOIA (VLS.MI) 0,180 euro
    ZIGNAGO VETRO (ZV.MI) 0,30 euro

    16 maggio

    BANCA GENERALI (BGN.MI) 0,55 euro
    CONAFI PRESTITO' (CNP.MI) 0,08 euro
    CREDITO EMILIANO (CE.MI) 0,10 euro
    GEFRAN (GE.MI) 0,15 euro e assegnazione una azione ogni 50
    PIAGGIO (PIA.MI) 0,07 euro VITTORIA ASSICURAZIONI (VAS.MI) 0,17 euro

    23 maggio

    ACEA (ACE.MI) 0,281 euro *ordinario* 0,169 euro *addizionale*
    ANSALDO STS (STS.MI) 0,28 euro
    ATLANTIA (ATL.MI) 0,391 euro *a saldo*
    AUTOGRILL (AGL.MI) 0,24 euro
    AZIMUT HOLDING (AZM.MI) 0,25 euro così ripartiti: 0,10 euro *ordinario* 0,15 euro *straordinario*
    BANCA FINNAT EURAMERICA (BFE.MI) 0,010 euro
    BANCO POPOLARE (BP.MI) 0,03 euro
    BEGHELLI (BE.MI) 0,020 euro
    BENETTON (BEN.MI) 0,25 euro
    BONIFICHE FERRARESI (BF.MI) 0, 12 euro
    BULGARI (BUL.MI) 0,12 euro
    BUZZI UNICEM (BZU.MI) risparmio 0,03 euro
    CALEFFI (CLF.MI) assegnazione una azione ogni 25 possedute
    CALTAGIRONE (CALT.MI) 0,08 euro
    CALTAGIRONE EDITORE (CED.MI) 0,05 euro
    CAMPARI (CPR.MI) 0,06 euro
    CEMENTIR (CEM.MI) 0,06 euro
    CIR (CIR.MI) 0,025 euro
    ELICA (ELC.MI) 0,0251 euro
    ENEL GREEN POWER 0,0272 euro
    ENERVIT (ENV.MI) 0,035 euro
    ENI (ENI.MI) 0,50 euro *a saldo*
    ERG (ERG.MI) 0,40 euro
    EXOR (EXO.MI): ordinarie 0,31 euro privilegiate 0,3617 euro risparmio 0,3881 euro
    FALCK RENEWABLES (FKR.MI) 0,012 euro
    FINMECCANICA (FNC.MI) 0,41 euro
    GENERALI (G.MI) 0,45 euro
    GEOX (GEO.MI) 0,18 euro
    IGD (IGD.MI) 0,075 euro
    IMA (IMA.MI) 0,90 euro
    IMMSI (IMS.MI) 0,03 euro
    INDESIT (IND.MI) ordinarie 0,30 euro risparmio 0,318 euro
    INTESA SANPAOLO (ISP.MI) ordinarie 0,08 euro risparmio 0,091 euro
    IREN 0,085 euro
    ITALCEMENTI (IT.MI) ordinarie 0,12 euro risparmio 0,12 euro
    LANDI RENZO (LR.MI) 0,055 euro
    LOTTOMATICA (LTO.MI) assegnazione 1 azione ogni 50
    LUXOTTICA (LUX.MI) 0,44 euro
    MARR (MARR.MI) 0,50 euro
    MEDIASET (MS.MI) 0,35 euro
    MEDIOLANUM (MED.MI) 0,07 euro *a saldo*
    MONTEPASCHI (BMPS.MI) ordinarie 0,0245 euro risparmio 0,0335 euro privilegiate 0,0335euro
    NICE (NICE.MI) 0,0736 euro
    PIRELLI & C. (PC.MI) ordinarie 0,165 euro risparmio 0,229 euro
    POLIGRAFICI PRINTING 0,0165 euro
    POP.MILANO (PMI.MI) 0,10 euro
    SAIPEM (SPM.MI) ordinarie 0,63 euro risparmio 0,66 euro
    SAT (SAT.MI) 0,13 euro
    SNAM RETE GAS (SRG.MI) 0,14 euro *a saldo* SOL 0,095 euro
    TESMEC 0,028 euro
    TOD'S (TOD.MI) 2,00 euro
    UBI BANCA (UBI.MI) 0,15 euro
    UNICREDIT (UCG.MI) ordinarie 0,03 euro risparmio 0,045 euro
    VIANINI INDUSTRIA {91} 0,02 euro
    VIANINI LAVORI {92} 0,10 euro

    30 maggio

    REPLY {93} 0,45 euro

    6 giugno

    HERA (HER.MI) 0,09 euro SADI (SSI.MI) 0,01 euro

    13 giugno

    BASIC NET (BAN.MI) 0,05 euro DIASORIN (DIA.MI) 0,40 euro

    20 giugno

    ENEL (ENEL.MI) 0,18 euro *a saldo*

    4 luglio

    ACSM-AGAM (ACS.MI) 0,06 euro
    11 luglio

    ACEGAS-APS (AEG.MI) 0,18 euro
    TREVI (TFI.MI) 0,13 euro

    18 luglio

    IMPREGILO (IPG.MI) ordinarie 0,06 euro risparmio 0,26 euro

    25 luglio

    CDC (CDC.MI) 0,12 euro




    Le nuove obbligazioni Barclays Scudo: Australia 6,25%, Turchia 8,5%, Messico 6,7%

    Di seguito le condizioni di sottoscrizione, le rendite e le condizioni di rimborso delle nuove obbligazioni Barclays Scudo (clicca per visualizzarle):
    fonte: Barclays




    Mediaset: per Mediobanca, a questi livelli, è un'occasione unica

    Gli analisti di Mediobanca puntano i riflettori su Mediaset confermando la raccomandazione outperform sul titolo del gruppo di Cologno Monzese, limando il target price a 6,24 euro da 6,27 euro.
    “In questo momento vediamo un trend flat per i canali italiani core in scia alle indicazioni fornite dal management, ma ci aspettiamo un secondo trimestre positivo. Inoltre, confermiamo le nostre stime per i canali appena lanciati (+88% l’incremento della raccolta pubblicitaria) e quelle di un utile operativo 2011 di 9 milioni di euro per la pay tv”.
    Secondo gli esperti di piazzetta Cuccia, “i livelli attuali (4,55 €) rappresentano una chance unica per entrare a prezzi veramente convenienti”.

    Mediobanca spiega quindi i motivi di questa chance.
    “Mediaset  sta sovraperformando il mercato italiano della raccolta pubblicitaria e la tv sta mostrando un incremento complessivo in termini di audience (+4% nel 2010 e +5% nei primi due mesi del 2011); inoltre, il passaggio al digitale terrestre entro il 2012 potrebbe rappresentare un fattore positivo” per la società della famiglia Berlusconi. Riguardo alla pay tv (Mediaset Premium), il broker mantiene invariata la previsione di un utile operativo 2011 di 9 milioni di euro, che si colloca sopra il range (0/-30 milioni) suggerito dal management.
     Infine, l’azione sta offrendo un dividend yeld dell’8% (0,35 € pagabile il 23 maggio) e per Mediobanca “è un livello sostenibile anche nel corso dei prossimi anni”.

    fonte: finanza.com




    Mediobanca: nuovo portafoglio raccomandato

    Nella propria nota mensile sull'azionario gli analisti di Mediobanca hanno aggiornato il portafoglio raccomandato.
    Gli esperti hanno escluso Bulgari Spa e Ubi B. dal portafoglio blue chip, aggiungendo Eni e Mediaset.
    Nel portafoglio mid-small cap "rimuoviamo Brembo e B.Generali, aggiungendo Azimut H.", mentre tra i "selected underperformer" Mediobanca ha tolto Fonsai e Landi R.
    Di conseguenza, Mediobanca assegna ora l'indicazione long ad Autogrill, Campari, Enel, Eni, Fiat, Mediaset, Mediolanum, Pirelli & C., Prysmian, Tenaris, Amplifon, Azimut H., Buongiorno, Credem, Diasorin, Interpump, Safilo G., Sorin, Trevi Fin.
    I "selected underperformer" sono B.P.Milano, Finmeccanica, Intesa Sanpaolo, Italcementi, L'Espresso, Recordati.




    TEST DI USABILITA' DI UN SITO WEB

    Questo sondaggio è organizzato dagli studenti del corso di E-Marketing del Prof. Cherubini della facoltà di Economia - Università degli studi di Roma Tor Vergata. Obiettivo della ricerca è quello di analizzare la qualità dell'esperienza di navigazione di un utente nell'interazione con un sito web, valutandone l'efficacia comunicativa attraverso la misurazione del tempo impiegato per reperire un' informazione.
    I siti scelti per il sondaggio sono: Facoltà di Economia Università di Roma Tor Vergata (http://www.economia.uniroma2.it/), ebay (http://www.ebay.it/) e Barilla (http://www.barilla.com/).
      
    Ogni studente sottoporrà al test 6 persone così ripartite:  
    • Un maschio laureato, almeno di 1° livello, di età compresa tra i 25 e i 30 anni 
    • Una femmina laureata, almeno di 1° livello, di età compresa tra i 25 e i 30 anni 
    • Un maschio studente universitario di età compresa tra i 20 e i 24 anni 
    • Una femmina studente universitario di età compresa tra i 20 e i 24 anni 
    • Un maschio diplomato, di età compresa tra i 31 e i 50 anni 
    • Una femmina diplomata, di età compresa tra i 31 e i 50 anni

      Istruzioni per la somministrazione:
      - Per ciascuna persona “testata”: prendere i tempi necessari al partecipante per rispondere ad ogni  domanda (massimo tempo a disposizione per ogni domanda: 3 minuti).
      - Sottoporre una domanda di ricerca alla volta.
      - Osservare il comportamento del partecipante mentre visita il sito.
      - Fare domande finali di tipo più qualitativo (ad esempio, impressioni sulla veste grafica del sito, gradevolezza della navigazione, etc.) al termine del test.



      Ricerca di mercato: gli stivali Ugg - Australia

      C'è un brand di stivali in pelle che ha "invaso" mezzo mondo e di cui le top model e le attrici di Hollywood non riescono più a fare a meno: Ugg. Ne possiedi anche tu un paio? Facci sapere il tuo livello di soddisfazione compilando e condividendo con i tuoi amici questo piccolo questionario (totalmente anonimo). Sarà utile per una ricerca di mercato condotta da un gruppo di studenti dell’ Università di Economia di Roma Tor Vergata per il corso di E-Marketing. Grazie!!
      Valeria Ponis e Claudia Adami

      Guarda le opinioni finora raccolte
                                                

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      Analisi multivariata di serie storiche: Currency Futures e tasso di cambio Euro-Dollaro

      La relazione fra il livello dei Currency Futures e la variabilità dei tassi di cambio sottostanti è stata da sempre una questione a lungo dibattuta nella teoria economica e nella finanza, specialmente nell’ultima decade in cui l’importanza dei Currency Futures è divenuta sempre maggiore. Tale accresciuto interesse verso questi importanti strumenti derivati sembra però aver coinciso con una fase di maggior volatilità delle valute internazionali [1]. Inoltre, i due trend apparentemente coincidenti hanno sollevato una importante questione sulla possibile relazione fra i futures e il comportamento dei tassi di cambio: può parte della maggior volatilità di questi ultimi essere attribuita al trading dei futures, o sono i futures traders che reagiscono meramente alla maggior volatilità dei tassi?
      Le passate evidenze empiriche sul generale impatto del trading dei futures sono varie e contrastanti. Alcuni studi indicano un effetto destabilizzante, ma altri hanno riscontrato un generale effetto di stabilizzazione sui mercati monetari su cui gli strumenti derivati sono negoziati.

      Ad approfondire tali tematiche sono Karpoff nel 1987 e Bessembinder e Seguin nel ’92 ma la definitiva soluzione del ruolo dei futures sulla asset volatility (e sui mercati su cui queste vengono negoziate) rimane ancora in parte oscuro. Nonostante le dimensioni del mercato delle valute, ed il fatto che i futures sono solo uno dei tre principali strumenti con cui gli speculatori e gli hedgers possono assumere posizioni sui futuri tassi di cambio (gli altri due sono i currency forwards e le options), vi sono importanti segnali che la negoziazione dei futures può impattare sulla volatilità dei prezzi delle valute. Per esempio Clifton nel 1985 ha riscontrato che il volume delle attività di trading nel mercato dei Currency Futures era significativamente correlato con le fluttuazioni dei tassi di cambio nel mercato interbancario durante i primi anni ’80. Altri, come Grammatikos e Saunders nel 1986 trovano una fortissima relazione fra volume dei futures negoziati e futuri prezzi delle valute. Tuttavia, tutti questi studi falliscono considerando una distribuzione non normale dei tassi di cambio nel misurarne la volatilità. A sopperire tali carenze interviene uno studio condotto da tre ricercatori dell’università dell’Ohio del 1996: Chatrath, Ramchander e Song. I tre studiosi hanno investigato il rapporto fra i Currency Futures e il tasso Spot delle valute in due fasi; nella prima cercano un riscontro a tale evidenza empirica nella volatilità spot dei tassi giornalieri nella Sterlina Britannica, nel Dollaro Canadese, nello Yen Giapponese, nel Franco Svizzero e nel Marco Tedesco; poi forniscono una  misura consistentedella volatilità analizzando la distribuzione dei ritardi delle valute sottostanti investigate. In tal modo riescono così a dimostrare come la varianza condizionale del modello (ottenuta con tecnica GARCH) sia una appropriata proxy della volatilità delle serie storiche dei tassi di cambio, considerando anche le fasi di volatilità più estrema. Il risultato della stima di un vettore autoregressivo indica infine che il trading di futures sulle valute ha un significativo e positivo impatto sulla volatilità delle variazioni dei tassi di cambio; al contrario è stata riscontrata una relazione più debole fra l’impatto della volatilità dei tassi di cambio sul trading dei futures.

      Il percorso che emerge è quindi sintomatico della maggior reazione delle variazioni dei tassi di cambio agli shock dei futures. Tale impatto sembra inoltre persistere in molti periodi successivi.

      Al contrario l’andamento dei futures declina il giorno successivo l’incremento della volatilità nei tassi spot. Tale relazione non è riscontrata nella stessa misura fra i futures e le altre commodities facendo sembrare che potrebbe sussistere qualche iniquità nell’impatto dei Currency Futures suggerendo così l’esistenza di possibili inefficienze nel mercato delle valute. Tale indicazione non ci sorprende (molti studi dimostrano andamenti dei tassi di cambio non coerenti con l’andamento mercati efficienti) in ogni modo, studiare il ruolo specifico di speculatori, hedgers, piccoli e grandi traders nel rapporto fra la negoziazione dei futures e la volatilità spot apporterebbe sicuramente ulteriori elementi interessanti all’analisi.
      Valeria Ponis


      [1] ad esempio, la variazione media giornaliera della sterlina britannica nel 1980 era dello 0,70%, il livello nel 1992 era invece dell’1%.

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