google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 borsaipnos google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Progetto per la gestione dei dati catastali e delle imposte locali

L'obiettivo complessivo dell'iniziativa è quello di fornire servizi per la gestione della fiscalità regionale e degli Enti locali. In tale contesto l'immobile rappresenta un bene su cui sono presenti varie imposizioni fiscali anche se l'ICI sulla prima casa di abitazione è stata eliminata. Ma la mancanza di personale, la carenza di banche dati aggiornate, la gestione dei dati catastali, in special modo nei piccoli comuni, è stata sempre carente.
A tal fine l'Agenzia Regionale per le Entrate (RES) si pone come struttura di supporto tecnico per i Comuni, sviluppando anche attività di aggiornamento e nuova formazione di profili professionali specifici (geometri, periti tecnici, ecc.) contribuendo anche a nuova opportunità occupazionale. Con tale azione si otterrà uno stretto rapporto con altre iniziative collaterali (digitalizzazione dei dati catastali, urbani e di terreni agricoli); inoltre sono state elaborate delle convenzioni, con il supporto del CNIPA, con la Regione Emilia Romagna, capofila del progetto Sigma Ter (Servizi integrati catastali e geografici per il monitoraggio amministrativo del territorio) conclusosi alla fine del 2006, per l'interscambio dei dati catastali con l'Agenzia del territorio in ambito di specifici interventi inerenti il "riuso" e la sperimentazione su 100 amministrazioni locali della banca dati immobiliare.

Obiettivi del progetto

L'intervento progettato è quello di fornire all'Amministrazione Regionale una serie di prodotti/servizi affinché si abbia una corretta documentazione per sviluppare una politica fiscale equa e basata su dati oggettivi e aggiornati e offrire ai comuni e alle province una consulenza e delle professionalità per la gestione fiscale e la pianificazione del territorio. Con la realizzazione dell'anagrafe immobiliare si possono controllare tutte le politiche fiscali del settore:

•ICI (per le abitazioni secondarie)

•Tarsu

•Imposte di registro su compravendite e contratti di affitto

•Reddito da fabbricati

•Ecc..

La puntuale conoscenza delle proprietà immobiliari consente alle amministrazioni locali di attuare una tassazione sul valore reale dell'immobile ma è indispensabile costruire modelli di comunicazione integrata fra i vari soggetti istituzionali deputati al controllo dei beni immobiliari (catasto, ufficio del Registro, Agenzia delle Entrate, uffici comunali, ecc.) che hanno dominio su parti del sistema e non sull'interrelazione delle varie componenti. Ciò può essere facilitato attraverso la realizzazione dell'anagrafe immobiliare a supporto della fiscalità locale.

Continua a leggere l'articolo su pubblicaamministrazione.net
 
 

Appalti pubblici: nuovi criteri nella selezione delle offerte

Il Codice degli appalti prevede due diversi criteri per la selezione delle offerte, vale a dire quello dell'offerta più bassa e quello dell'offerta economicamente più vantaggiosa. Il primo criterio prevede che l'appalto venga aggiudicato al concorrente che abbia formulato il prezzo più basso rispetto all'importo fissato dalla stazione appaltante. Il secondo, invece, si applica qualora la specificità dell'appalto richieda l'esigenza di valutare, accanto al prezzo offerto, ulteriori elementi. In quest'ultimo caso, l'articolo 83 del Codice degli appalti prevede che il bando di gara debba indicare, sin dall'inizio, quali siano i criteri di valutazione che la stazione appaltante intende porre a base dell'appalto.

Tale sistema permette all'Amministrazione di valutare la bontà dell'offerta sia sotto l'aspetto economico sia sotto il profilo qualitativo, valutando ulteriori requisiti tecnici ed estetici, quali, ad esempio, l'assistenza garantita, i tempi di consegna e qualsiasi altro elemento reso necessario dalla natura dei lavori. Vista l'ampia discrezionalità attribuita alla commissione giudicatrice, tale criterio è stato oggetto di numerose critiche incentrate, prevalentemente, sull'assenza di severi vincoli procedurali capaci di evitare fenomeni degenerativi. Mentre il prezzo offerto può essere considerato di per sé un dato oggettivamente valutabile, diverse sono le argomentazioni a sostegno di una valutazione tecnica o estetica dell'offerta presentata. In passato tali valutazioni venivano ritenute rientranti nella cosiddetta discrezionalità tecnica e pertanto sottratte al sindacato di legittimità del giudice amministrativo, il quale, peraltro, le poteva censurare esclusivamente per manifesta illogicità delle stesse.

Al fine di evitare comportamenti arbitrari, il legislatore ha limitato, in un primo momento, la possibilità di ricorrere alla procedura dell'aggiudicazione mediante offerta economica più vantaggiosa ai soli casi di affidamento di concessione di lavori pubblici ovvero di appalto-concorso. A seguito di una pronuncia della Corte di Giustizia, la normativa italiana è stata repentinamente modificata, prevedendo la possibilità di utilizzare questa procedura di aggiudicazione negli appalti sopra la soglia comunitaria. La cosiddetta Merloni quater (l. n. 166/2002), ha introdotto dunque il comma 1-ter all'articolo 21 della l. n. 109/1994, il quale prevede che «l'aggiudicazione degli appalti mediante pubblico incanto o licitazione privata può essere effettuata anche con il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa, determinata in base agli elementi di cui al comma 2, lettera a), nel caso di appalti di importo superiore alla soglia comunitaria in cui, per la prevalenza della componente tecnologica o per la particolare rilevanza tecnica delle possibili soluzioni progettuali, si ritiene possibile che la progettazione possa essere utilmente migliorata con integrazioni tecniche proposte dall'appaltatore».

Continua a leggere l'articolo su pubblicaamministrazione.net 


Guida all'autocertificazione

Share/Bookmark



Guida redatta dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri volta ad eliminare i certificati inutili.

Guarda la guida in pdf

Quali sono le tasse più odiate dagli italiani?

L'indagine sulle imposte più odiate dagli italiani, commissionata dal Tribunale per i diritti del contribuente, si inserisce nella più complessa attività di studi e ricerche istituzionali condotte da "Lo sportello del Contribuente" che monitorizza costantemente la fiducia dei contribuenti italiani

Guarda l'indagine in pdf

Previsioni della Commissione Europea sulle Economie dei paesi membri UE, dei candidati e dei principali non UE

La Commissione pubblica le previsioni economiche quattro volte l'anno, queste sono del 5/5/2010. Le previsioni   coprono circa 150 variabili economiche, tra cui la crescita, l'inflazione, l'occupazione, il disavanzo e il debito pubblico, per tutti gli Stati membri dell'UE e diversi paesi extra-UE.
I documenti di previsione sono in pdf e in inglese

     Stati membri UE
Austria
Belgio
Bulgaria
Cipro
Cechia
Danimarca
Estonia
Finlandia
Francia
Germania
Grecia
Irlanda
Italia
Lettonia
Lituania
Lussemburgo
Malta
Olanda
Polonia
Portogallo
Regno Unito
Romania
Slovacchia
Slovenia
Spagna
Svezia
Ungheria

     Candidati UE
Croazia
Macedonia
Turchia

     Altri paesi non UE
Cina
paesi EFTA ((Islanda, Liechtenstein, Norvegia, Svizzera)
Giappone
Russia
USA

fonte: Commissione europea

Derivati: nuove regole proposte dalla Commissione europea

La Commissione europea ha presentato una serie di proposte per regolamentare il mercato dei derivati , quei prodotti finanziari complessi che sono stati una delle cause scatenanti della recente crisi finanziaria.
La Commissione intende infatti introdurre nel 2010 una normativa per ridurre i rischi che questi titoli comportano per l'economia. Le proposte rappresentano l'ultimo di una serie di passi compiuti dall'UE per rafforzare la sorveglianza del settore finanziario, in modo da prevenire nuove crisi.
Il commissario responsabile dei servizi finanziari Charlie McCreevy ha affermato che le proposte segnano “un cambiamento di paradigma rispetto alla visione tradizionale, che considera i derivati come strumenti finanziari per uso professionale e quindi da sottoporre soltanto ad una regolamentazione leggera.”
Nella fase di stesura della normativa, la Commissione si propone di collaborare con i paesi del G20 per garantire la coerenza della politica condotta a livello mondiale. Le 20 principali economie hanno recentemente convenuto di adottare provvedimenti restrittivi nei confronti dei derivati, e l'amministrazione USA ha già introdotto una normativa in tal senso.
I derivati si chiamano così perché il loro valore è derivato dal prezzo di un elemento sottostante, come i tassi di interesse o il petrolio. Il piano dell'UE riguarda i derivati negoziati fuori borsa o OTC, vale a dire i titoli negoziati privatamente e direttamente tra le due parti.
La negoziazione di questi titoli è esplosa nell'ultimo decennio e con il mercato globale ha superato le centinaia di migliaia di miliardi di euro. Ma, negli anni che hanno preceduto la crisi, gli operatori hanno sottovalutato il rischio di inadempienza.
L'Unione europea desidera dare maggiore trasparenza al mercato richiedendo che le versioni standard di questi strumenti finanziari vengano negoziate tramite un sistema di compensazione centrale (CCP) per assorbire gran parte del rischio di inadempienza. Tutte le altre operazioni andrebbero registrate.
Le nuove norme impongono anche agli istituti finanziari di offrire più garanzie e di detenere maggiori liquidità a fronte delle operazioni che non sottopongono a compensazione centrale.
Su una questione correlata, la Commissione ha avviato una consultazione pubblica per raccogliere pareri su come evitare che gli istituti bancari in crisi possano minacciare il sistema finanziario generale e imporre al contribuente di pagare per il loro salvataggio. Durante la crisi finanziaria una serie di fallimenti bancari ha evidenziato la necessità di nuovi strumenti giuridici per far fronte al loro impatto transfrontaliero.
Affermando che nessuna banca sarà più immune dal fallimento, il commissario McCreevy ha ribadito l'esigenza di un insieme efficace di disposizioni che possano individuare e possibilmente evitare il crollo di una banca, oppure consentirne il risanamento.



visita il Nike Shop

Successioni transfrontaliere all'interno dell'Unione europea.

Proposte norme comuni per le successioni transfrontaliere all'interno dell'Unione europea.
I cittadini europei che ereditano beni in un altro paese dell'UE spesso si ritrovano invischiati nella burocrazia. Il diritto di successione varia da paese a paese, e spesso risulta poco chiaro quale ordinamento giuridico trovi applicazione.
Cercare di uscire da questo labirinto può risultare costoso e comportare tempi molto lunghi. Alcuni eredi finiscono per gettare la spugna, rinunciando a proprietà situate all'estero.
La Commissione propone ora di semplificare i diritti di successione transfrontaliera. In base alla normativa proposta, le persone che vivono all'estero potranno scegliere di far eseguire il proprio testamento secondo le leggi del paese di cui hanno la nazionalità.
Altrimenti, all'intera proprietà si applicheranno le leggi del paese di residenza del defunto, anche se ne fanno parte beni che si trovano in un altro Stato dell'Unione europea.
L'obiettivo è quello di porre fine a sentenze contraddittorie emesse da tribunali di diversi paesi europei sullo stesso patrimonio. Un'unica autorità, del paese di residenza o del paese di provenienza, dovrà occuparsi dell'intera eredità.
La Commissione propone inoltre di creare un certificato che consenta a eredi ed esecutori testamentari di provare il loro status in un altro paese. Attualmente, infatti, i paesi europei non sempre riconoscono i rispettivi documenti successori.
Ogni anno nell'UE circa 450 000 successioni comportano un elemento internazionale. l valore totale dei patrimoni in gioco dovrebbe raggiungere i 120 miliardi di euro all'anno.
Il commissario per la Giustizia Jacques Barrot ha affermato che la legislazione proposta offre maggiore flessibilità e certezza del diritto.
"È indispensabile che i cittadini e i legali siano in grado di capire e, in una certa misura, scegliere le norme applicabili ai beni che compongono una successione, indipendentemente da dove tali beni si trovino.”
La normativa proposta non influirà sulle imposte di successione, che continueranno ad essere disciplinate dalla normativa nazionale, come lo saranno questioni quali la definizione degli eredi o la ripartizione dell'eredità.

fonte: Commissione Europea
 

Vivere all'estero in un Paese europeo

Non è sempre facile per i cittadini europei ottenere un permesso di soggiorno in un altro paese dell'UE.
Circa 8 milioni di europei vivono e lavorano in un paese dell'UE diverso dal proprio, esercitando uno dei diritti fondamentali dei cittadini europei. Ma non è sempre facile.
Per contrastare i matrimoni di facciata ed altri abusi del diritto di soggiorno nell'UE, alcuni paesi hanno subordinato il rilascio dei permessi di soggiorno a condizioni che violano la legislazione europea.
Dopo diverse lamentele circa l'ambiguità delle disposizioni, la Commissione ha recentemente pubblicato alcune linee guida per chiarire la materia.
Alcune delle violazioni più frequenti riguardano i cittadini extra UE che, sposando un cittadino europeo, acquisiscono il diritto di vivere e circolare liberamente nell'UE.
Fino a poco tempo fa molti paesi richiedevano ai coniugi extra UE il permesso di soggiorno in un altro paese europeo prima di rilasciarlo per il proprio. Ciò agevolava l'espulsione delle persone sospettate di aver contratto matrimonio con un cittadino UE per soli fini di immigrazione. Ma l'anno scorso una storica sentenza della Corte di giustizia ha stabilito che tale requisito viola i diritti dei coniugi.
Non sono inoltre mancate le proteste nei confronti di alcuni paesi che chiedono ai cittadini dell'UE di esibire documenti inutili al momento della domanda di permesso di soggiorno.
Secondo le nuove linee guida, i paesi dell'UE possono esigere che i coniugi extra UE siano in possesso di un visto. Al tempo stesso però le autorità nazionali hanno l'obbligo di rilasciare ai coniugi un visto. I paesi dell'UE sono autorizzati a verificare che non si tratti di un matrimonio di facciata, anche se sulla base di una serie ben definita di criteri. Devono inoltre accertarsi di tener conto di tutte le circostanze pertinenti in ogni singolo caso.
L'espulsione è possibile se le persone rappresentano una minaccia per gli "interessi fondamentali" del paese. Inoltre, la libera circolazione può essere limitata per motivi di sicurezza pubblica.
Lo scorso anno l'UE ha verificato il rispetto della direttiva del 2004 sulla libera circolazione, riscontrando che diverse leggi nazionali che la recepiscono presentano gravi lacune. Nemmeno un paese è riuscito a recepire la direttiva europea in modo completo, efficace ed accurato.