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L'inflazione non fa paura, aumenta il peso dei bond nei portafogli

Più obbligazioni tradizionali e meno inflation-linked. Come ogni trimestre, Ibbotson Associates, società del gruppo Morningstar specializzata nei servizi di asset allocation, ha rivisto i portafogli, studiati per tre tipologie di investitori con differente propensione al rischio.

Mercati in ribasso nel trimestre

Il secondo trimestre del 2010 è stato caratterizzato da perdite sui mercati azionari globali, in particolare le azioni italiane ed europee hanno segnato la peggiori performance delle Borse occidentali. La svalutazione dell’euro rispetto alle maggiori valute è proseguito, attenuando i risultati negativi degli strumenti finanziari in divisa estera detenuti dagli investitori italiani. Anche il mercato immobiliare del Vecchio continente ha registrato rendimenti negativi in linea con l’azionario. Le obbligazioni governative e corporate, invece, hanno terminato il trimestre con un risultato leggermente positivo.

Performance di portafoglio

Il portafoglio più conservativo è andato meglio rispetto agli altri due più aggressivi. Il moderato ha sovraperformato il benchmark nel trimestre, grazie al sovrappeso dei corporate bond in euro. Nonostante la minore esposizione alle azioni italiane, i portafogli dinamico e bilanciato hanno reso meno dei propri benchmark, a causa del sovrappeso dell’equity e del settore immobiliare.
Il ribilanciamento dei portafogli, sulla base dei segnali del secondo trimestre, ha portato a una riduzione del settore immobiliare, mentre le azioni continuano ad essere sovrappesate rispetto alle obbligazioni. E nel reddito fisso è stato accresciuta la quota di bond tradizionali rispetto a quelli legati all’inflazione.

Origine ed evoluzione del Trading Online

  Il trading online nasce intorno agli anni 90 negli Stati Uniti, dove alcune banche, grazie allo sviluppo sempre più veloce di internet, decisero di fornire ai loro clienti un metodo nuovo di operare sui mercati, andando a risparmiare anche le tariffe legate all’operatore.
  Al giorno d’oggi, per colpa del continuo abbassamento dei tassi d’interesse di tutti i prodotti bancari (esempio clamoroso i BOT) e della dinamicità inarrestabile delle borse, tutti i sistemi bancari forniscono ai loro clienti un conto corrente legato ad un online banking con incluso servizio di trading online.
  Lo sviluppo di società intermediarie e la distribuzione di piattaforme di trading sempre più differenziate ed evolute hanno permesso a tutti gli investitori interessati di effettuare operazioni su qualsiasi tipo di prodotto, dal trading su azioni singole a quello sugli indici, dal mercato delle valute a quello delle materie prime, offrendo così un offerta a 360 gradi capace di competere e a volte superare l’ online trading offerto dai più rinomati istituti bancari.
  La possibilità di utilizzare internet ha reso più veloci le operazioni, permettendo la nascita di società volte alla speculazione a breve termine, introducendo così tecniche di scalping e di trading intraday, ovvero di tecniche di speculazione con operazioni dalla durata di ore o al massimo di un giorno. Questi meccanismi di trading hanno introdotto una vera e propria evoluzione del sistema finanziario destinato ai privati, con un numero sempre crescente di investitori.


Le ultime 4 obbligazioni Barclays Scudo

10,5% INVERSE FLOATER scadenza 16/06/2025, cod. ISIN: IT0006715392, rimb.100% a scadenza.
Cedola fissa annuale pagata semestralmente pari al 10,5% lordo per i primi due anni (9,188% netto) e successivamente, fino a scadenza, cedole variabili annuali lorde pagate semestralmente pari al 9% meno due volte il valore del tasso Euribor 6 mesi, con un minimo pari a 1% lordo annuale (0,875% netto). Vedi prospetto informativo , vedi condizioni definitive

6x6 scadenza 16/06/2025, cod. ISIN: IT0006715418, rimb.100% a scadenza. Cedola fissa annuale pagata semestralmente pari al 6% lordo per i primi sei anni (5,25% netto) e successivamente, fino a scadenza, cedole variabili annuali lorde pagate semestralmente pari a 6% meno il valore del tasso Euribor 6 mesi, con un minimo pari al 2% lordo annuale (1,75% netto). Vedi prospetto informativo , vedi condizioni definitive

FISSO 4,60% scadenza 16/06/2022,  cod. ISIN: IT0006715426, rimb.100% a scadenza. Cedola fissa annuale lorda pari al 4,60% (4,025% netto). Vedi prospetto informativo , vedi condizioni definitive


MENSILITA' scadenza 16/06/2019, cod. ISIN: IT0006715400, rimb.100% a scadenza. Cedole variabili annuali lorde pagate mensilmente pari al tasso Euribor 3 mesi + 0,75%, con un minimo del 3% lordo annuale (2,625% netto). Vedi prospetto informativo , vedi condizioni definitive 

fonte: Barclays

Le ultime 4 obbligazioni RBS

ROYAL Top Inverse scadenza 09 luglio 2025, cod. ISIN: NL0009487453 - Vedi Prospetto informativo

ROYAL 7% Inverse scadenza 09 luglio 2016, cod. ISIN: NL0009487461 - Vedi prospetto informativo

ROYAL 5% (cedola semestrale)  5% fisso annuo, scadenza 22.06.2020, cod. ISIN: NL0009483825 Vedi prospetto informativo

ROYAL 8% STEEPENER (cedola semestrale) 8% fissa annua per i primi due anni e per i rimanenti 8 anni 3 volte il differenziale, se positivo, tra il tasso swap 10 anni ed il tasso swap 2 anni, con cedola minima garantita del 3%, scadenza 22.06.2020, cod. ISIN: NL0009483833 Vedi prospetto informativo


Cda FIAT vara spin off

Il cda Fiat ha varato il progetto di scissione parziale dei business veicoli industriali, macchine agricole e costruzioni e relativi motori e trasmissioni, che saranno trasferiti a una società di nuova costituzione chiamata, come anticipato, Fiat Industrial spa.
La data di efficacia della scissione è prevista al'1 gennaio 2011 e, si legge in una nota, le azioni di Fiat Industrial saranno assegnate ai soci Fiat in ragione di una a una.
Le due società (Fiat spa e  Fiat Industrial) saranno quotate separatamente.
In conseguenza della scissione il patrimonio netto Fiat sarà ridotto di poco più di 3,750 miliardi di euro e tale riduzione non sarà effetto della cancellazione di azioni ma di una riduzione proporzionale del valore nominale delle azioni, pari a 3,5 euro per ciascuna categoria dal 1° gennaio 2011.
Il valore nominale di ciascuna categoria di azioni Fiat Industrial sarà 1,5 euro. Le azioni proprie possedute da Fiat, circa 3% del capitale sociale, non saranno trasferite a Fiat Industrial e quindi dopo la scissione Fiat spa deterrà una pari percentuale di Fiat Industrial.
L'assemblea per le delibere relative allo spinoff è attesa il 16 settembre. Dalla scissione non nascono diritti di recesso per i soci.

Interessante: EUROTECH, nuovi contratti per 4,2 milioni di dollari

Eurotech ha annunciato oggi la sottoscrizione di vari contratti con DynaVox per la fornitura dei computer miniaturizzati per un valore totale di 4,2 milioni di dollari. Le consegne avverranno nel 2010 e 2011. Dynavox è un cliente acquisito nel 2009 che si occupa di realizzare soluzioni innovative a supporto della comunicazione di persone disabili.
Con questo nuovo ordine Eutotech porta a 15,5 milioni di dollari la raccolta ordini delle ultime due settimane, spingendo il cumulato da inizio anno a oltre 45 milioni di dollari. Una situazione che permette alla società di coprire già oggi oltre il 15% del fatturato atteso nel 2011.

Ottimi risultati dalla trimestrale FIAT

Fiat vola in rialzo del 5,6% dopo avere diffuso stamattina i conti del secondo trimestre che hanno evidenziato un trading profit più che raddoppiato a 651 milioni di euro, dai 310 milioni dello stesso periodo dell'anno scorso. Gli analisti in media si aspettavano un trading profit di 359 milioni.
Fiat ha chiuso il secondo trimestre del 2010 con i ricavi di gruppo per 14,8 miliardi di euro, in crescita del 12,5% rispetto allo stesso periodo 2009, mentre il trading profit di gruppo è stato di 651 milioni da 310 milioni.

Il trading profit dell'Auto (senza Ferrari e Maserati) è stato di 185 milioni, mentre per Cnh è stato di 263 milioni, in crescita rispetto ai precedenti 123 milioni di euro. Iveco ha chiuso il periodo con un trading profit di 50 milioni, in crescita di 32 milioni rispetto allo stesso periodo 2009.
L'utile lordo di gruppo è stato pari a 374 milioni, contro una perdita di 16 milioni nello stesso periodo 2009, mentre l'utile netto è stato di 113 milioni, contro la perdita di 179 milioni nel 2009. Il debito è stato di 3,7 miliardi, in diminuzione di un miliardo di euro.
La generazione di cassa del trimestre ha permesso a Fiat di abbassare il suo debito netto di un miliardo.


L’incredibile attualità della Teoria Generale di Keynes

La Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta è l’opera fondamentale scritta da John Maynard Keynes nel 1936 nonché testo fondativo della macroeconomia moderna. La stagnazione prolungata dell’economia britannica, colpita dal propagarsi della crisi economica internazionale e ancor prima dallo shock deflazionistico provocato dal ritorno del Regno Unito al Gold Standard nel 1925, spinse Keynes ad analizzare aspetti e trovare soluzioni oggi ri-considerate dai nostri governanti. Vi proponiamo qui un estratto dell’opera (pp. 345-346, ed. it.) volto ad evidenziare l’incredibile attualità e la straordinaria aderenza dei temi trattati rispetto alla difficile situazione economica odierna. Del tutto straordinario se pensiamo che quest’opera è stata concepita quasi 80 anni fa, quando i mercati finanziari erano notevolmente meno sviluppati e non esistevano tutti gli strumenti “di rischio” oggi contrattati.

“In seguito allo sviluppo dei mercati finanziari (e all’incremento della quota di azioni posseduta da persone che non amministrano direttamente le aziende né hanno alcuna cognizione specifica delle condizioni presenti e future) l’elemento di conoscenza reale nella valutazione degli investimenti è seriamente diminuito . […] Le fluttuazioni di breve periodo dei profitti associati agli investimenti esistenti tendono, nonostante il loro carattere spesso effimero, a esercitare sul mercato un’influenza eccessiva e a tratti assurda. […] Una valutazione convenzionale, risultato della psicologia di massa di un gran numero di individui ignoranti, è soggetta a variazioni violente in seguito a improvvise fluttuazioni dell’opinione, dovuta a fattori che in realtà non esercitano una grande influenza sul rendimento prospettico. Ciò avviene in particolare in tempi anormali, quando l’ipotesi di una continuazione indefinita dello stato di cose esistente è meno plausibile del solito, anche se non vi sono motivi espliciti per prevedere un mutamento definito. […] Nei mercati finanziari il compito degli investitori e degli speculatori professionali non è tanto quello di compiere le previsioni migliori a lungo termine sul rendimento probabile di un investimento, sconfiggendo le oscure forze del tempo e dell’ignoranza, quanto piuttosto di prevedere il livello cui il mercato valuterà quell’investimento di lì a breve, sotto l’influenza della psicologia di massa, riuscendo a passare al prossimo la moneta cattiva o svalutata prima degli altriOgni giorno nel mercato finanziario si combatte una guerra d’astuzia da cui emerge vincitore chi è capace, meglio e prima degli altri, di intuire i mutamenti nell’opinione media del mercato, agendo di conseguenza. […] Oltre che dallo stato di fiducia dello speculatore e dell’investitore professionale, l’andamento del mercato finanziario dipende dalla fiducia, anch’essa mutevole ed instabile, degli istituti finanziatori verso coloro che domandano denaro a prestito. […] Gli speculatori possono non causare alcun male, come bolle d’aria in un flusso continuo di intraprendenza; ma la situazione è seria quando l’intraprendenza diviene la bolla d’aria in un vortice di speculazione. Quando lo sviluppo del capitale di un paese diventa un sottoprodotto delle attività di una casa da gioco, è probabile che vi sia qualcosa che non va bene. […] Queste tendenze sono una conseguenza difficilmente evitabile dei mercati di investimento “liquidi”, che con tanto successo noi abbiamo organizzati. L’introduzione di una forte imposta di trasferimento (la tanto discussa Tobin Tax ndr) per tutte le negoziazioni potrebbe dimostrarsi la forma più utile, allo scopo di mitigare il predominio della speculazione sull’intraprendenza”
Lo scetticismo di Keynes nei confronti dei mercati finanziari è temperato tuttavia dal riconoscimento della loro utilità nel garantire la liquidità per i singoli investitori (nonostante lui stesso spesso parli di "feticcio della liquidità"). Detto ciò, a  noi reduci di tanti crolli, scoppi di bolle speculative e inspiegabili apprezzamenti o deprezzamenti distanti anni luce dai valori fondamentali di alcune imprese quotate, rimane lo sconcerto e l’ammirazione verso il pensiero di un economista così lontano ma incredibilmente attuale; come se queste parole fossero state scritte questa mattina…
Molto probabilmente le crisi attraversate in questi anni, che hanno coinvolto e sconvolto l'economia mondiale, non sarebbero accadute, o almeno non con questa virulenza, se il pensiero keynesiano fosse stato più ascoltato, studiato ed applicato..

Dott.ssa Valeria Ponis