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Cos'è l'Abs? (Asset backed securities)

L'idea è semplice e geniale. L'essenza del mestiere bancario è quella di fare da intermediario. Le banche si fanno prestare soldi dai depositanti e li prestano a chi ne ha bisogno e si merita il credito. E lucrano sulla differenza fra gli interessi che pagano ai depositanti e quelli che pagano loro i prenditori di fondi. I soldi dei depositanti, insomma, sono la materia prima della produzione bancaria: per fare più prestiti ci vogliono più depositi. In verità le cose sono un po' più complicate, perché quando le banche fanno prestiti, anche quei soldi che danno via ritornano poi in tutto o in parte nei depositi del sistema bancario e diventano nuova materia prima per fare altri prestiti: è quello che si chiama il "moltiplicatore del credito". Ma c'è una maniera ancora più ingegnosa per moltiplicare le possibilità di far prestiti: i prestiti fatti in passato sono una attività della banca, che giace immobile nel bilancio, attendendo il rimborso da parte del prenditore di fondi. Ma la banca che non vuole attendere può prendere queste attività, "impacchettarle" in obbligazioni – appunto, le Abs, o "obbligazioni garantite da attività" – e venderle a fondi o a privati. Così rientra subito del capitale prestato, e può espandere la propria attività.
I tipi di prestiti che maggiormente si prestano all'emissione di Abs sono i mutui immobiliari, i crediti per acquisto auto e i crediti connessi all'uso della carte di credito.

fonte: ilSole24ORE
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Interessante: Yoox, + 50% fatturato 2009

Yoox in forte rialzo in borsa dopo aver annunciato ieri, a mercati chiusi, un incremento del 50% del fatturato 2009.

In una nota di commento, Goldman Sachs ha ribadito il giudizio "buy" sul titolo con target price a 7,4 euro.
Intorno alle 10,20 il negozio di moda online sale a Piazza Affari del 3,58% a 5,49 euro con volumi pari al 60% di un'intera seduta media dopo essere salito fino a quasi +5%. L'indice milanese FTSE All Share sale dello 0,43%.
La banca Usa sottolinea che i dati di vendita sono "solidi" e si dice fiduciosa che la società, sbarcata in borsa lo scorso dicembre, raggiunga nel 2009 i risultati attesi; il Cda sui conti è in agenda l'11 marzo.
"Continuiamo a credere che Yoox sia posizionata strategicamente alla conflueanza di due trend di crescita a lungo termine: l'espansione del retail online e la vendita di beni di lusso", dice Goldman.

fonte: Reuters
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Interessante: Astaldi, buoni risultati e nessun aumento di capitale

Astaldi (AST.MI) è in rialzo in chiusura del 2,6% a 5,205 euro all'indomani della diffusione dei dati 2009 e della smentita di un aumento di capitale. La seconda società di costruzioni italiana ha archiviato l'anno con un utile netto in crescita del 22,4% a 51,5 milioni di euro e ricavi a 1,868 miliardi (+22,4%).

Il gruppo intende creare una nuova società dove farà confluire tutto il business delle concessioni e l'a.d. del gruppo, Stefano Cerri, ha sottolineato che fondi infrastrutturali hanno mostrato interesse preliminare per il progetto in via di definizione.
Il manager ha anche smentito le ipotesi, circolate tempo fa sulla stampa, in merito a un possibile aumento di capitale: "Entro i primi quindici giorni di maggio - ha affermato - presenteremo il nuovo piano. Come già detto è impostato con un proprio equilibrio e non prevede un aumento di capitale".

fonte:www.websim.it
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Il G7 cerca di rassicurare i mercati

Bene, grazie al G7 adesso conosciamo anche Iqaluit, ridente e ghiacciata cittadina Canadese a 2 bracciate dalla Groenlandia. Bel posto, buon cibo e svaghi innevati per i partecipanti all'ennesimo vertice ma, come nei precedenti, idee poche e perlopiù confuse che a mio avviso avranno scarso impatto sulla situazione dei mercati che avrebbero bisogno di ben altre e più corpose strategie. Comunque, alcune dichiarazioni sembrano stoppare quanto detto finora: 1) Juncker ha respinto l'idea che la Grecia necessiti di denaro da parte del Fondo monetario internazionale. 2) l'imposta da far pagare alle banche non deve far deragliare la ripresa in atto 3) è ancora troppo presto per sospendere gli aiuti governativi.

(da Reuters) Rassicurazioni sulla situazione della Grecia sobbarcata dal debito e un accordo sul fatto che le banche debbano pagare per futuri fondi di salvataggio in caso di crisi sono venuti dal meeting del G7 conclusosi ieri sera tra i ghiacci dell'Artide canadese, con i politici europei che hanno cercato di convincere il mercato di avere la situazione sotto controllo.

I ministri finanziari e i banchieri centrali hanno detto che le economie stanno recuperando dalla recessione ma sono rimasti dell'idea che sia ancora troppo presto per sospendere gli aiuti governativi.
In una dichiarazione dopo due giorni di colloqui tra i sette Paesi più industrializzati del mondo, il numero uno della Banca centrale europea Jean-Claude Trichet ha detto di ritenere che la Grecia riuscirà a raggiungere nuovi target per migliorare la situazione del suo deficit.
"Ci attendiamo e siamo fiduciosi che il governo greco prenderà tutte le decisioni che permetteranno di raggiungere questo obiettivo", ha detto.
Il ministro delle Finanze francese Christine Lagarde ha affermato che i Paesi dell'area euro si assicureranno che il piano greco sia implementato mentre Jean-Claude Juncker, presidente dell'Eurogruppo, ha respinto l'idea che la Grecia necessiti di denaro da parte del Fondo monetario internazionale.

FAR PAGARE LE BANCHE
La questione della Grecia, che deve riportare il suo deficit/Pil dall'attuale 13% a sotto il 3% nel 2012, è entrata all'ultimo momento nell'agenda del G7.
Inizialmente ci si aspettava che i ministri parlassero degli sforzi per riformare il sistema finanziario che si sta riprendendo da un default causato dalla crisi del credito.
Funzionari del G7 -- che include Gran Bretagna, Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone e Usa -- hanno detto che c'è accordo sull'idea di una tassa sulle banche affinché paghino i costi della crisi affrontati dai piani di salvataggio del sistema finanziario approntati dai governi.
Un tale tipo di imposta deve essere ancora studiata, ma deve fare comunque in modo di non far deragliare la ripresa in atto, hanno aggiunto.
Iqaluit, la città che ha ospitato il vertice, è stato forse il luogo più particolare e inaccessibile in cui si sia mai svolto un G7, offrendo ai ministri svaghi come gite in slitte trainate da cani e cibo dell'Artide.

NESSUN COMUNICATO SU FOREX
I ministri hanno detto che il G7, che non ha emesso nessun comunicato formale al termine, mantiene per quel che riguarda il forex quanto detto in ottobre, ossia che continua a monitorare i mercati e a cooperare appropriatamente.
La francese Lagarde ha spiegato che il Gruppo ha deciso di diffondere dichiarazioni separate sulle valute solo quando ha qualcosa da dire.
Ma altri hanno detto che le discussioni sul forex necessitano di non essere limitate al G7. Mentre alcuni membri europei, come appunto la Francia, ritengono che il G7 sia il forum migliore per parlare di cambi, il Giappone per esempio ritiene che sarebbe più appropriato parlarne al G20, che include attori come la Cina.
Il summit di Iqaluit potrebbe essere l'ultimo di un Gruppo che ha dominato la finanza internazionale per decenni ma comincia a perdere importanza dinnanzi all'arrivo di nuove potenze emergenti.
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Analisi e Previsioni settimanali di Borsa 1/5 febbraio 2010

C’è poco da aggiungere al post del 31 gennaio, la perforazione della linea a 21.922, che congiunge tre importanti minimi relativi, non ci era piaciuta e difatti, pur avendo tentato di risuperarlo con il finale di martedì 2 febbraio a 22.413, è tornato immediatamente sotto nelle giornate successive e, non essendoci alcun supporto come segnalato, è sprofondato a 20.815. Ora è ad un passo dal vero, importante, storico supporto rappresentato dalla media mobile a 50 settimane (curva gialla) mostrato nel grafico a 2 anni settimanale, che stiamo segnalando sin dal post del 9 dicembre 2009, e che ora passa per 20.536 punti.

Avevamo segnalato la necessità di ritestare questa media mobile per rientrare dagli eccessi di 10 mesi al galoppo che avevano distanziato l’indice, da tale media, anche 5.000 punti. Ora ci siamo. Mancano solo 300 punti per ripartire anche se, come l’esperienza insegna, quando l’indice si trova a così poca distanza da una figura intera come i 20.000 punti difficilmente resiste dal perforarla, se non altro per far scattare gli ordini automatici di vendita che sicuramente sono stati impostati sotto i 20.000 punti. Quindi, la resistenza della media mobile a 50 settimane, con un veloce allungo fino a 19.900 ed un immediato ritorno sopra tale media, manterrebbe l’impostazione rialzista iniziata a marzo 2009.
Le resistenze che dovrà incontrare al rialzo sono segnalate con le linee nere e rossa nella prima figura.

Quanto detto lo sottoscrivo, ci credo e oltre che sperarlo lo immagino plausibile al 99%. Tuttavia c’è quell’un per cento mancante che mi stimola la vena profetica oltre che quella polemica. Quindi lasciamo stare le analisi serie e passiamo ad una esercitazione di Fantafinanza.

Dunque, per quale motivo ci troviamo in questa situazione? Le radici di questo crollo si trovano una in America ed una in Europa. Le esternazioni del Presidente Obama, che in alcuni momenti hanno avuto il tono della minaccia, sia nei confronti delle grandi banche americane che della Cina hanno avuto un effetto destabilizzante. Pretendere dalle banche la restituzione dei fondi Tarp, con i quali sono state salvate, è giusto e lecito, anche se le modalità sarebbe stato meglio concordarle con loro. Imporgli una tassa di responsabilità della crisi, costringerle ad un ridimensionamento, proibirgli di fare trading, suona più come una vendetta che una strategia di politica finanziaria. Il Sig. Obama ancora non ha capito a capo di quale nazione si trova. L’America è la patria del capitalismo e le grandi Banche americane sono l’essenza stessa del capitalismo. Se si vogliono prevenire altre crisi come quella dei mutui subprime non è con queste imposizioni che si raggiunge l’obiettivo. La concessioni di mutui a persone che non avrebbero mai potuto restituire i soldi (rate di mutuo di 3.000$ mensili a persone che ne guadagnavano 1.000) non dipende dalle dimensioni né tanto meno dal fare trading ma dalla cattiva gestione interna dei promotori finanziari.
Se Obama pensa che “piccolo è bello” vada a vedere i fallimenti delle 160 piccole banche dall’inizio del 2009 ad oggi. Se Obama pensa che Wall Street può esistere anche senza il trading delle grandi banche si sbaglia di grosso. La stessa Fed nel 2009 ha incassato 50 Mld di $ facendo trading e staccando un assegno al Tesoro americano di 30 Mld di $. Cosa ha intenzione di fare? Uccidere il capitalismo? Sostituendolo con che cosa? Le esperienze di Russia e Cina che nonostante fossero e siano due nazioni comuniste sono diventate capitaliste pur non diventando, nel caso della Cina, democratiche, non ha insegnato nulla? Il capitalismo è pieno di contraddizioni, di ingiustizie, di sperequazioni ma ha il pregio di far girare i soldi e, bene o male, far mangiare tutti. Essere figli del capitalismo, come siamo noi, è come essere figli di una prostituta, ti fa schifo quello che fa tua madre ma intanto ti fa mangiare e, a volte, ti fa fare anche la bella vita. Prima di farla smettere è bene trovargli un altro mestiere, altrimenti si muore di fame.
E poi, in questo momento critico era necessario aprire una disputa con la Cina per la vendita di 6 Mld di $ di armi a Taiwan? E incontrare il Dalai Lama (ancora…)? L’America dipende dalla Cina per il collocamento dei suoi Bond, se per caso smettesse di acquistarli a chi li collocherebbe Obama, alle sue banchette? L’America sarebbe destinata al default.
Se io fossi americamo desidererei passare quanto prima al 45° Presidente, che auspico e prevedo essere Michael Bloomberg, attuale sindaco di New York, l’unico politico in grado di capire, rispettare e gestire il capitalismo americano. Il segnale che l’elettorato ha mandato con le elezioni per il Senato in Massachusetts è chiaro e forte ma i sordi non sentono neanche le campane.
L’altra radice della crisi è al di qua dell’Atlantico e parte dalla Grecia. In un altro post mi chiedevo quante altre grecie esistono e quante stanno bussando per entrare in Europa. Non si sa. Ogni giorno si sentono nuove nazioni, già in Europa, in crisi: Portogallo, Spagna, forse Irlanda, forse Italia. E i paesi dell’Est? Tutto a posto? Calma…le stanno spizzando giorno dopo giorno come giocatori di poker.
Intanto l’euro crolla e Stati che si sentono superiori, come la Germania, si defilano, dicendo che non se la sentono di chiedere soldi ai loro contribuenti per salvare la Grecia e altri paesi in difficoltà, dimenticando quanto sono costate le malefatte della Germania all’intera Europa. Proporrei di integrare il giorno della memoria per l’Olocausto degli ebrei con un comma dedicato alla memoria dell’Olocausto finanziario dell’Europa.
E intanto c’è chi vuole imbarcare in Europa altre nazioni che con l’Europa hanno poco o nulla a che vedere, Turchia e Israele in primis, in nome di radici comuni “occidentali”. Ma dove arriva l’Europa? Potrebbe includere anche l’Australia, la Nuova Zelanda, il SudAfrica, gli Stati Uniti forse, in nome delle radici comuni. Pensate che bello, potremmo riunire tutte le nostre radici e trovarci in guerra con gli arabi in un colpo solo.
L’Unione Europea sta facendo una pessima figura, al primo test serio della sua unità si sta sciogliendo come neve al sole e intanto le Borse crollano e i meeting, come Davos, non servono a niente se non alla Proloco per promuovere il turismo.
Io vorrei solo far vedere una cosa ai signori governanti, al di qua e al di la dell’Oceano. Vorrei mostrare il grafico della crisi del 1929 e degli anni seguenti che portarono alla Grande Depressione. La parte tra le due linee arancioni verticali è esattamente sovrapponibile con l’andamento tra il 2007 ed oggi. Se si ripetesse anche ciò che è avvenuto dopo si arriverebbe al minimo assoluto tra un paio di anni, diciamo…grossomodo…il 21 dicembre 2012.

Meditate governanti…meditate…
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Le Borse crollano? E' ora di Costruirsi una Rendita

Il crollo delle Borse ha fatto tornare i prezzi dei titoli a livelli molto interessanti. Se si ha la fortuna di avere ancora un capitale da investire è il momento di guardare ai rendimenti derivanti dai dividendi, in un momento di cedole obbligazionarie così basse, possono essere davvero allettanti. Di seguito riporto una tabella che calcola i rendimenti futuri in base al Consensus degli analisti, sia per quanto riguarda i risultati al 31/12/09 che per il 31/12/10.

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Interessante: Enel, Risultati 2009 migliori delle attese

Ieri la società ha annunciato i dati preliminari del 2009 che mostrano un miglioramento dell'Ebitda del 12% a 16 miliardi di euro, superiore al consensus degli analisti che indicava 15,6 miliardi.

I ricavi del 2009 sono saliti del 4,6% a 64 miliardi di euro.
L'indebitamento finanziario netto a fine 2009 è sceso a 51 miliardi di euro dai circa 60 miliardi di un anno prima. L'amministratore delegato Fulvio Conti ha confermato l'obiettivo di abbassarlo a 45 miliardi entro la fine del 2010.
I risultati superiori alle attese supportano la nostra visione positiva sul titolo e le stime superiori al consenso per i prossimi due anni. La nostra stima di utile è di 4,5 miliardi eu nel 2009 e supporterebbe un dividendo di 29 cents, ma al momento confermiamo conservativamente la stima di dividendo di 26 cents.

fonte: websim.it
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L'italia è ancora un Popolo di Risparmiatori

Nel contesto delle grandi nazione europee, l’Italia è quella dove le famiglie – nel 2009 – si sono indebitate di meno.
Gli italiani sono un popolo di risparmiatori, lo si è sempre saputo. Adesso, un’analisi elaborata dalla Cgia di Mestre conferma che – anche nell’anno più acuto della crisi economica – le famiglie italiane si sono attestate su livelli di risparmio privato molto elevati, soprattutto se in confronto con il comportamento dei nuclei familiari delle altre nazioni europee.
Nel 2009, l’indebitamento delle famiglie italiane ha toccato quota 524,1 mld di euro, evidenziando una crescita, ma confermandosi più contenuto di quello registrato nei più sviluppati Paesi d’oltre confine. Delle grandi nazioni europee, quella con un ammontare d’indebitamento privato più vicino a quello dell’Italia è la Spagna. Se l’indebitamento privato delle famiglie iberiche è di 896,7 miliardi di euro, ben altri sono i dati relativi a Francia, Germania e Gran Bretagna. Le famiglie francesi, nel 2009, si sono indebitate per 942,4 miliardi di euro, quelle tedesche per 1.515,2 miliardi di euro e quelle britanniche, addirittura, per 1605,3 miliardi di euro – il triplo di quelle italiane.
Dai dati complessivi, si deduce che – a livello disaggregato – ogni famiglia italiana, nel 2009, si è indebitata mediamente per 21.270 euro. Non egualmente virtuose, le altre famiglie europee: in media, le famiglie francesi hanno navigato attraverso il 2009 contraendo 36.150 euro di debiti. Qualche debito in più, durante l’anno, per i nuclei familiari tedeschi (37.785 euro), spagnoli (55.886 euro) e inglesi (63.477 euro).

fonte: FTAOnline