Paradossalmente i segnali negativi emersi dai dati macro pubblicati negli Usa, con la produttivita' del secondo trimestre e le scorte all'ingrosso di giugno risultate al di sotto delle attese degli esperti, hanno rafforzato l'andamento del dollaro. Il mercato dimostra di dare per scontato la possibilita' che la Fed già oggi, al termine della riunione del Fomc, possa annunciare nuove misure a sostegno dell'economia. Questa mossa potrebbe ridare slancio alla ripresa statunitense, mentre è ancora ben lontana quella europea.
Gli esperti sono infatti convinti che il cambio euro/dollaro sia da ritenersi sopravvalutato e quindi destinato a ripiegare anche su quasi tutte le altre valute sul medio lungo periodo.
Il ridimensionamento sara' ancor piu' evidente appena la crescita europea iniziera' a rallentare per effetto delle manovre messe in atto per ridurre i pesanti deficit dei singoli membri dell'Eurozona.
Per questi motivi gli analisti di Deutsche Bank si dichiarano pessimisti sul futuro dell'euro che stimano, nel cambio euro-dollaro possa scendere in area 1,10 entro la seconda meta' del prossimo anno.