Il divieto di retrocessioni, anche noto come divieto di
commissioni, è una normativa che proibisce agli intermediari finanziari, come
consulenti finanziari o broker, di ricevere compensi o commissioni dalle
società di gestione o dai produttori di prodotti finanziari in relazione
all'acquisto o alla vendita di tali prodotti per conto dei clienti.
Il divieto di retrocessioni è stato introdotto per aumentare
la trasparenza e l'indipendenza degli intermediari finanziari nell'offerta di
consulenza e servizi di investimento ai clienti. Prima dell'entrata in vigore
di questa normativa, gli intermediari finanziari potevano ricevere commissioni
o incentivi finanziari dalle società di gestione degli investimenti o dai
produttori di prodotti finanziari in base agli investimenti che consigliavano
ai propri clienti. Ciò poteva creare conflitti di interesse, poiché l'intermediario
finanziario poteva essere motivato a consigliare prodotti che offrivano
commissioni più elevate, anche se non erano necessariamente i migliori per i
clienti.
Con il divieto di retrocessioni, gli intermediari finanziari
sono tenuti a fornire consulenza basata sull'interesse dei clienti e a valutare
la loro situazione finanziaria e le loro esigenze specifiche, senza influenze o
incentivi finanziari esterni. In questo modo, si mira a garantire che i clienti
ricevano consulenza imparziale e adatta alle loro circostanze individuali.
Il divieto di retrocessioni è stato introdotto in diverse
giurisdizioni, tra cui l'Unione Europea con la direttiva MiFID II (Markets in Financial
Instruments Directive II). La sua implementazione può variare da paese a paese,
ma l'obiettivo generale è quello di tutelare gli interessi dei clienti e
promuovere un'industria finanziaria più trasparente ed etica.