La presenza di adeguate metodologie per la realizzazione delle prove di stress è requisito per la convalida dei sistemi di rating interni. Inoltre, nell’ambito della convalida, i risultati delle prove di stress contribuiscono alla valutazione da parte della Banca d'Italia della coerenza delle risorse patrimoniali con i rischi che potrebbero
emergere anche in condizioni di mercato non normali. I risultati delle prove di stress costituiscono altresì oggetto del processo di controllo prudenziale nell’ambito del 2° pilastro.
Tipo di prove di stress
Le prove di stress comprendono una serie di metodologie, di diversa complessità e sofisticatezza, che consentono di simulare la sensibilità di un portafoglio a variazioni estreme ma plausibili di uno o più fattori di rischio. Le analisi di sensitività sono utilizzate per valutare l’adeguatezza del capitale alla variazione di un unico fattore di rischio; le analisi di scenario sono impiegate per simulare l’impatto sulle dotazioni patrimoniali di uno shock avverso che conduca alla variazione contemporanea di un insieme di fattori di rischio.
Le banche che adottano il metodo dei rating interni per la misurazione del rischio di credito devono effettuare prove di stress che includano sia analisi di sensitività siaanalisi di scenario. Nel realizzare queste ultime, le banche devono considerare sia scenari storici sia scenari ipotetici.
Le prove di stress devono essere condotte utilizzando ipotesi di shock di diversa entità. Le banche devono valutare almeno l’impatto di una lieve recessione (ad esempio, due trimestri consecutivi di crescita nulla del prodotto interno).
Profili metodologici
Nell’ambito delle prove di stress, le banche valutano la migrazione delle esposizioni tra le classi di rating.
Le analisi di scenario devono:
· essere plausibili;
· essere coerenti con i modelli quantitativi utilizzati dalla banca al fine di sfruttare l’esperienza acquisita nell’utilizzo del modello al fine della più corretta interpretazione dei risultati delle prove di stress;
· includere scenari che siano costruiti per tenere conto delle specificità del portafoglio della banca e delle fonti di rischio ad esso relative;
· fornire alla banca informazioni utili che possano trasformarsi in azioni concrete.
Orizzonte temporale
Le banche devono considerare orizzonti temporali sufficientemente lunghi da consentire il pieno dispiegamento degli effetti dello shock sul proprio portafoglio. Poiché l’impatto di condizioni macroeconomiche avverse sul rischio di credito tende a non essere immediato, l’orizzonte temporale non deve essere inferiore a 1 anno; l’impatto dovrebbe essere valutato almeno nei successivi due anni.
Frequenza
Nel determinare la frequenza con la quale condurre le prove di stress per il rischio di credito, le banche possono contemperare la necessità di avere una visione aggiornata della propria esposizione ai rischi con l’esigenza di contenere l’onere connesso con la realizzazione delle simulazioni. Una frequenza più bassa può essere dunque giustificata sulla base della complessità delle tecniche utilizzate per la conduzione degli esercizi. In ogni caso, le banche devono condurre le prove di stress per il rischio di credito con
frequenza almeno annuale.
Profili organizzativi
L’intero processo per la realizzazione delle prove di stress deve essere adeguatamente documentato. In particolare, la documentazione deve descrivere l’allocazione delle responsabilità per la conduzione delle prove, le ipotesi sottostanti le analisi di sensitività e di scenario, le metodologie statistiche e le basi dati impiegate e le modalità di reporting al Consiglio di amministrazione e all’Alta direzione.
Le banche devono periodicamente valutare l’adeguatezza delle procedure di stress test, anche in relazione alle mutate caratteristiche del portafoglio. Tale valutazione deve avere frequenza almeno annuale.
fonte: Banca d'Italia