google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 borsaipnos google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Fiscalità degli ETF

FISCALITA' ETF
La fiscalità applicata è differente a seconda che l'ETF sia "armonizzato" (cioè conforme alle direttive europee) oppure "non armonizzato" (cioè non conforme alle direttive europee).
Tutti gli ETF attualmente quotati su Borsa Italiana sono "armonizzati" ed autorizzati dalla Banca d'Italia e dalla Consob.

ETF "ARMONIZZATI"
In estrema sintesi, in Italia, la fiscalità applicata nel caso di un "investitore privato" che abbia optato per il "regime del risparmio amministrato" è la seguente:

• Su tutte le tipologie di reddito derivanti dalla negoziazione di un ETF viene effettuata una ritenuta fiscale a titolo di imposta del 12,5% (operata automaticamente dal proprio intermediario che, per ottemperare ai propri obblighi, provvede a distinguere i "redditi di capitale" dai "redditi diversi").

• L'investitore privato non è gravato da alcun onere amministrativo/contabile e nessun provento deve essere riportato nella propria dichiarazione dei redditi.

NOTA: Tutti gli ETF attualmente quotati su Borsa Italiana sono "armonizzati".

ETF "NON ARMONIZZATI"
In estrema sintesi, in Italia, la fiscalità applicata nel caso di un "investitore privato" che abbia optato per il "regime del risparmio amministrato" è la seguente:

• I "redditi di capitale", cioè i dividendi incassati e il Delta NAV (NAV del giorno di vendita - NAV del giorno di acquisto), concorrono a formare il reddito imponibile del sottoscrittore e sono assoggettati alla tassazione progressiva IRPEF.

• I "redditi di capitale" devono essere dichiarati nel modello UNICO (quadro RI) al fine di determinare l'onere da versare (infatti l'intermediario è tenuto a operare solo una ritenuta fiscale a titolo di acconto del 12,5%).

• Sui "redditi diversi" dati da [(Prezzo Vendita - Prezzo Acquisto) - (Nav del giorno di vendita - NAV del giorno di acquisto)] l'intermediario applica una ritenuta a titolo di imposta del 12,5%.

NOTA: Nessun ETF attualmente quotato su Borsa Italiana è "non armonizzato".

COME CAPIRE SE UN ETF SIA "ARMONIZZATO"
Premesso che tutti gli ETF attualmente quotati su Borsa Italiana sono "armonizzati", per quanto riguarda altri ETF di diritto europeo occorre necessariamente visionare il relativo Prospetto informativo (a seconda dei casi, infatti, tali ETF possono essere "armonizzati" oppure "non armonizzati").
Volendo generalizzare e semplificare, si può comunque affermare che tipicamente tutti gli ETF quotati su Borse USA sono "non armonizzati".

Cos'è un ETF?

ETF è l’acronimo di Exchange Traded Fund, un termine con il quale si identifica una particolare tipologia di fondo d’investimento o Sicav con due principali caratteristiche:

• è negoziato in Borsa come un’azione;

• ha come unico obiettivo d’investimento quello di replicare l’indice al quale si riferisce (benchmark) attraverso una gestione totalmente passiva.

Un ETF riassume in sé le caratteristiche proprie di un fondo e di un’azione, consentendo agli investitori di sfruttare i punti di forza di entrambi gli strumenti:

• diversificazione e riduzione del rischio proprie dei fondi;

• flessibilità e trasparenza informativa della negoziazione in tempo reale delle azioni.

L’ETF consente di:

• Prendere posizione in tempo reale sul mercato target con una sola operazione di acquisto: Acquistando un ETF è possibile investire su di un intero indice di mercato (S&PMIB, DAX, Nasdaq100, S&P500…) in tempo reale ad un prezzo che riflette perfettamente il valore del fondo in quel preciso momento;

• Realizzare l’identica performance dell’indice benchmark: L'ETF consente di ottenere un rendimento pari a quello del benchmark di riferimento in virtù di una "gestione totalmente passiva", ad esempio, replicando al suo interno esattamente la composizione ed i pesi dell’indice al quale si riferisce. Va considerato però che qualora la valuta di riferimento dell'indice sia differente da quella di negoziazione (che è sempre l'euro), il rendimento dell'ETF potrà divergere da quello del benchmark per effetto della svalutazione/rivalutazione di tale valuta nei confronti dell’euro.

• Avere un prezzo di mercato costantemente allineato al NAV: Grazie al particolare meccanismo di funzionamento sul mercato primario detto creation/redemption in kind, che permette ai partecipanti autorizzati di creare e rimborsare le quote scambiando gli ETF con tutti i titoli componenti l'indice di riferimento, e viceversa, il prezzo in Borsa è costantemente allineato al valore ufficiale dell’ETF, il Net Asset Value (NAV).

• Ottenere un’ampia diversificazione: Investire in un ETF significa prendere facilmente posizione su un intero indice di mercato, che facendo riferimento ad un paniere ampio di titoli, diversifica e diminuisce il rischio dell'investimento.

• Ridurre il costo del proprio portafoglio: Gli ETF presentano una commissione totale annua (TER) ridotta e applicata automaticamente in proporzione al periodo di detenzione, mentre nessuna commissione di “Entrata”, di “Uscita” e di “Performance” è a carico dell’investitore. Il risparmiatore deve solo considerare le commissioni applicate dalla propria banca/Sim per l’acquisto e la vendita sul mercato.

• Beneficiare di proventi periodici: I dividendi o gli interessi che l’ETF incassa a fronte delle azioni detenute nel proprio patrimonio (nonché i proventi del loro reinvestimento) possono essere distribuiti periodicamente agli investitori o capitalizzati stabilmente nel patrimonio dell’ETF stesso. In entrambi i casi il beneficiario è solo l’investitore.

• Abbattere il rischio emittente: Gli ETF quotati su ETFplus sono, a seconda dello strumento, Fondi Comuni di Investimento oppure Sicav (OICR). Come noto gli OICR hanno un patrimonio separato rispetto a quello delle società che ne curano le attività di costituzione, gestione, amministrazione e marketing. Gli ETF pertanto non sono esposti al rischio di insolvenza neppure in caso di fallimento delle società appena menzionate.

Date le sue caratteristiche, l’ETF si presta a varie modalità d’impiego: investimento di medio / lungo termine, trading anche di tipo intraday e vendita allo scoperto al fine di prendere una posizione ribassista sull’indice benchmark. La possibilità di diversificare facilmente il portafoglio, la precisione con cui viene replicato l’indice benchmark e i bassi costi di gestione fanno si che l’ETF sia particolarmente adatto anche alla costruzione di un piano di accumulo (PAC) attraverso versamenti periodici, anche di piccola entità, effettuati dai singoli investitori.

Non deve invece essere dimenticato che gli ETF sono ovviamente esposti al rischio che le azioni, le obbligazioni e gli altri strumenti in cui è investito il loro patrimonio perdano valore.

Liquidità
Il meccanismo di creazione e rimborso in natura richiede ai partecipanti autorizzati di operare sui titoli presenti nell'indice benchmark al fine di creare nuove quote/azioni o chiederne il riborso. Di conseguenza si crea una legame tra liquidità dell'ETF e liquidità del mercato sottostante, per cui le condizioni di spread e di controvalore delle proposte presenti sul book di negoziazione sono le medesime che si potrebbero fronteggiare operando direttamente sui titoli componenti l'ETF.
Ad ogni modo, al fine di garantire la massima liquidità è richiesto che per ogni ETF sia presente un operatore specialista che si è obbligato ad esporre in via continuativa ordini in denaro e lettera per una quantità e uno spread massimo definiti da Borsa Italiana.

Fiscalità

Nel caso di un investitore privato che abbia optato per il “regime del risparmio amministrato”:

- Ritenuta fiscale a titolo di imposta del 12,5% sui redditi derivanti da questo ETF (operata automaticamente dal proprio intermediario).

- Nessun provento deve essere riportato nella propria dichiarazione dei redditi.

Un'utile tabella Excel per gestire gli ordini con trailing stop - stop loss - take profit

Tenere memoria degli ordini di trailing stop, stop loss e take profit non è sempre agevole sulle piattaforme di trading online. A volte c’è difficoltà nel gestire persino le posizioni aperte, richiedendo spesso la risalita al giorno di esecuzione, non essendoci pagine apposite che mostrino tutti gli elementi che le compongono. Peggio ancora per le posizioni chiuse, ne sparisce completamente la memoria.
A tale scopo propongo questa semplice tabella, in formato Excel, che consente sia la facile visualizzazione delle posizioni aperte, con tutte le sue caratteristiche impostate sul sito di trading, sia la memoria storica delle posizioni già chiuse.
Tutte le colonne vanno impostate dall’utente tranne le colonne G, J, Q, R contenenti formule per ottenere automaticamente i risultati.
Nella tabella figurano 3 esempi: nella riga 5 un’operazione ancora aperta, nella riga 6 (rosa) una operazione chiusa con un guadagno, nella riga 7 (grigia) un’operazione chiusa con una perdita.
Nella colonna N è indicata la modalità di chiusura dell’operazione: TS se si è conclusa grazie al trailing stop impostato sul sito di trading; SL se è scattato lo stop loss; TP se è scattato il take profit; A se si è deciso di vendere autonomamente senza aspettare il raggiungimento delle condizioni impostate.

Se vuoi la Tabella clicca QUI

Le previsioni per il 2010/2011 di Goldman Sachs: entusiasmanti, con rischi!

Segnalo le conclusioni di una lunga analisi fatta dagli analisti di GS non solo per l’anno in corso ma estese al biennio 2010/11. E’ evidente che i temi e le variabili sono tanti e tali da richiedere un orizzonte maggiore.


Cose da guardare e rischi

Come implicito nel titolo di questo articolo, il nostro outlook economico è piuttosto positivo: forte crescita a livello mondiale con modesta inflazione e un benigno atteggiamento delle Banche centrali. Questo dovrebbe rimanere di supporto per le attività più rischiose.
Allora, da che cosa dovremmo guardarci e cosa ci preoccupa? Una delle prime cose è un rinnovato e sostenuto rallentamento dell'economia negli Stati Uniti, oltre a quelle implicite nelle nostre previsioni per il 2010, sembra essere il principale rischio che preoccupa molto gli investitori. Si tratta di un rischio evidente, e se gli Stati Uniti cadono in un'altra recessione, con il calo reale del PIL, potrebbe rappresentare un nuovo rischio significativo per il resto del mondo.
Per i mercati globali, in particolare i mercati emergenti, forse è il rischio opposto, rispetto all'economia degli Stati Uniti, che potrebbe essere maggiore. Se l'economia americana si è rivelata molto più forte delle nostre previsioni e, in particolare,il tasso di crescita forte e sostenuto sarà sufficiente a convincere la Fed ad alzare i tassi di interesse, questo potrà essere un test per le attività rischiose in tutto il mondo.
Mentre noi crediamo che la Fed non alzerà i tassi di interesse per lungo tempo a causa di la dimensione dell'”output gap” degli Stati Uniti e le sue preoccupazioni riguardo la deflazione, crediamo che una volta che la Fed avrà eventualmente deciso di alzare i tassi di interesse, potrebbe farlo in modo decisivo.
In altri termini, molte persone si stanno già concentrando sulle bolle dei prezzi delle attività e nuove possibili misure per la loro prevenzione. Abbiamo già visto un numero di misure introdotte per scoraggiare eccessivi afflussi di capitali speculativi in alcuni paesi. Data la nostra previsione di crescita globale, e nessun aumento a breve termine dei tassi di interesse negli Stati Uniti, questi timori potrebbero salire ulteriormente.
La Fed dovrebbe considerare i mercati finanziari mondiali, come una variabile chiave nel determinare la sua politica dei tassi di interesse? In definitiva, il lavoro della Fed è quello di curare gli interessi dell’ economia degli Stati Uniti, la stabilità dell'inflazione, la crescita e in particolare la disoccupazione.
Come e quando le condizioni finanziarie a livello mondiale cominceranno a influenzare le prospettive per queste variabili allora la Fed avrà bisogno di cambiare marcia.
Ci sono, naturalmente, tutti i tipi di rischi in tutto il mondo, come dimostrano le recenti turbolenze che hanno coinvolto il Dubai.
Al centro delle nostre credenze, tuttavia, abbiamo il sospetto che la crisi, per essere sufficientemente globale e persistente, dovrebbe coinvolgere o gli Stati Uniti o la Cina. Dovremo quindi guardare in questi due luoghi, così come, naturalmente, in molti altri.

TUI.it portiamo il tuo sorriso in vacanza!

8/1/2010: a che punto è la Borsa?


Il movimento ascendente iniziato il 18 dicembre a 22.472,43 punti è proseguito con forza fino in chiusura di ottava andando a raggiungere la parallela superiore (a 23.811 punti) di quel canale rialzista, già ipotizzato nel post del 23/12, formato dai minimi crescenti partiti dal minimo del 26 novembre a 21.922.


Nel suo cammino ha rotto importanti livelli quali i 3 massimi relativi a 22.926 punti (linea fucsia) e il massimo relativo a 23.620,44 del 16 novembre (linea azzurra). All’orizzonte c’è il livello del massimo relativo a 24.425,98 del 19 ottobre (linea verde) e ancor prima la barriera psicologica dei 24.000 punti.

Per quanto mi riguarda l’indice ha completato il percorso ipotizzato e potrebbe andare a riadagiarsi senza problemi sulla parallela inferiore del canale rialzista arancione. L’unica cosa che mi lascia dubbioso è quell’unica e modesta chiusura negativa a 23.248 del 30/12 che esprime una notevole forza relativa dell’indice. E’ solo merito del rally di fine anno e dell’ottimismo di inizio nuovo o c’è dell’altro? Questo è il dubbio…

Borsa: energia alternativa sugli scudi ma attenti ai Gap

Il fenomeno borsistico di questo primo scorcio dell’anno è stato certamente il forte apprezzamento dei titoli legati alla produzione di energia da fonti alternative, fotovoltaico ed eolico in testa. Alcuni titoli hanno avuto delle performance astronomiche, su di loro si è scatenata un euforia dettata più dalla paura di rimanere esclusi dall’affare che da reali motivazioni.


La Borsa non è nuova a simili comportamenti, che di volta in volta hanno interessato singoli titoli o categorie ma molte volte chi si è precipitosamente attaccato al treno in corsa ha rischiato di cadere rovinosamente. Non voglio dire che “l’affare” fonti alternative sia una patacca, dico solo che saltare
su un treno in corsa è sempre molto pericoloso, meglio salire alla prossima fermata. Nella loro strabiliante ascesa i titoli coinvolti hanno creato delle discontinuità nelle quotazioni che, come la “teoria dei gap” e l’esperienza insegnano, nel 90% dei casi viene colmata.
Nei grafici a 7 giorni sono esposti 3 esempi di titoli coinvolti: Erg Renew, Ergycapital e KR energy, il cerchio azzurro evidenzia il gap che si è formato. E’ necessario utilizzare grafici a candele per scoprire i gap che in quelli a curve non vengono mostrati.
Nei grafici di Ergycapital e KR energy si vede come il movimento a chiusura del gap sia già iniziato mentre per Erg Renew sembra appena iniziato in chiusura di giornata.
Quindi pazienza e timing giusto, il treno può ripassare.

Performance da inizio Anno Titoli FTSE MIB

Di seguito la tabella con le performance delle società del FTSE Mib dall’ultimo giorno borsistico del 2009 (30/12/2009) all’8/1/2010 nell'ordine canonico. La tabella esamina le variazioni sia in valore assoluto che in percentuale.
Integra la tabella una parte dedicata alla classifica percentuale in cui spicca la Prysmian dopo gli upgrade di varie banche d’affari e la notizia di un progetto europeo per il collegamento sottomarino di vari Hub eolici, con lo sviluppo di una rete di trasmissione che colleghi i principali Paesi del Nord Europa. Il progetto, della durata di 10 anni, dovrebbe avere un costo totale di circa 30 miliardi € e impatterebbe positivamente tutte le società del settore, tra cui Prysmian.





SMART GRID: Le prime società protagoniste del mercato (IIp)

Quanto è Grande e Quanto Vale il Mercato della Smart Grid?

Secondo alcuni rapporti, gli enti erogatori di energia dovranno aggiungere un aggregato di circa 40 gigawatt di energia pulita entro il 2030 e, per fornire tutta questa energia ai propri clienti, dovranno attuare un investimento complessivo di più di $ 2 trilioni in reti di trasmissione e distribuzione. E con questo si tratta solo di energia pulita addizionale- serviranno anche investimenti in software, hardware e reti wireless per consentire l’alimentazione della rete intelligente Smart Grid in modo da gestire tutte le capacità supplementari.
La Smart Grid può costare ovunque da $ 100 a $ 300 al metro a seconda della sofisticazione del contatore. Così 40 milioni di contatori intelligenti installati potrebbero costare un minimo di $ 4 miliardi. Storicamente si calcola che l’investimento nella tecnologia della Smart Grid è stato minimo, ma i capitalisti hanno recentemente iniziato ad investire sempre più denaro nel settore. Secondo il Cleantech Group l’avvio alla creazione della Smart Grid ha portato ad un record di investimenti per $ 202 milioni.

I Primi Protagonisti della Smart Grid: gli SmartMeter

1. GE: GE produce una grande varietà di hardware e software per i contatori intelligenti e la società ha vinto con le offerte più vantaggiose per le implementazioni intelligenti della Smart Grid. L’ente erogatore del Nord della California, la PG&E sta istallando 3,3 milioni di contatori intelligenti, mentre il GE nel resto della California e l’American Electric Power sta attivando dei piani per installare 200.000 contatori intelligenti, con l’obiettivo finale di arrivare ai 5 milioni di utenti entro il 2015.

2. Itron: Itron e GE hanno combattuto la battaglia per l’erogazione di energia su larga scala. Itron ha segnato un 5,3 milioni di metri di distribuzione di Smart Grid con l’ente erogatore per il sud della California, Edison, e sta lavorando con il Light and Power (CL&P) del Connecticut, con il Gas and Electric di San Diego e la Tucson Electric Power.

3. Landis+Gyr: la secolare Landis Gyr ha 5000 dipendenti ed è un precursore nel mercato delle infrastrutture avanzate. La società ha annunciato nel mese di ottobre che fornirà una parte dei 5 milioni di contatori intelligenti della serie “roll out” di PG & E (quelli che GE non ha fornito). In precedenza ha stipulato, per 4 anni, un contratto da $ 360 milioni con l’erogatore di energia Oncor Texas, di $ 10 milioni con Idaho Power, e di $ 52 milioni con la Salt River Power dell’Arizona.

4. Sensus Metering Systems: Raleigh, NC, SENSUS ha annunciato il mese scorso che Hawaiian Electric, che fornisce energia elettrica al il 95% dei residenti alle Hawaii, che ha dato avvio ai piani per l’installazione contatori intelligenti SENSUS FlexNet per 430000 tra privati e clienti commerciali, soggetto subordinato all’approvazione della commissione Hawaii Public Utilities. La tecnologia fornisce metri di lettura automatizzati, raccolta dei dati, controllo di tensione, notifica di guasti e controllo remoto dei carichi del cliente.

5. SmartSynch: Una delle più piccole e innovative aziende nella realizzazione della Smart Grid, SmartSynch produce contatori intelligenti che comunicano tramite reti IP, come GPRS e Wi-Fi. L’azienda, fondata nel 1998, afferma di lavorare con 75 fornitori di energia negli Stati Uniti. SmartSynch è sostenuta da $ 80 milioni da parte di Credit Suisse, Battelle Ventures, Beacon Group, JP Morgan Partners, Nth Power, Siemens Venture Capital e Duke.

I Primi Protagonisti della Smart Grid: I Lettori della Smart Grid

1. Silver Spring Networks: Insieme a Cisco, Silver Spring Networks fornisce software e hardware basati su IP, per la connessione di pubblica utilità e dei clienti attraverso la rete elettrica.

2. eMeter: Società con sede a San Mateo in California. Produce software per gestire la rete di servizi di pubblica utilità collegata a contatori intelligenti nelle abitazioni e nelle imprese.

3. IBM: Il gigante dell’informatica ha sviluppato una varietà di software per rendere la rete più intelligente, fornendo servizi di pubblica utilità e “più l’intelligenza” alla rete. Nel 2007 IBM ha creato l’Intelligent Utility Network Coalition, che comprende un gruppo di servizi di pubblica utilità interessati a portare il computing alla rete elettrica.

4. GridPoint: GridPoint aiuta i fornitori di energia ad equilibrare i carichi attraverso hardware e software sulla rete elettrica. La società ha fatturato più di $ 200 milioni dal Goldman Sachs Group (GS), Susquehanna Private Equity Investments, David Gelbaum’s The Quercus Trust, l’Altira Group e Standard Renewable Energy Group. Vanta anche una lunga lista di consulenti, che comprendono R. James Woolsey, ex direttore della CIA e il vincitore del Premio Pulitzer Daniel Yergin.

5. Comverge: fornisce risposta alla domanda di servizi di pubblica utilità e vanta oltre 500 clienti e 4,5 milioni di dispositivi installati. La società è stata una delle prime aziende pubbliche “cleantech”.

6. EnerNOC: fornisce anche la risposta alla domanda di servizi e ha creato un sistema industriale e commerciale in cui i proprietari degli immobili possono ridurre il proprio consumo di energia nel corso di un periodo di tempo “picco” per inoltrare la domanda di risarcimento.

7. Greenbox Technologies: all’inizio fu fondata dal team che ha sviluppato la stessa tecnologia Flash per il web ed ora sta utilizzando la sua esperienza per costruire una piattaforma per aiutare i consumatori a tagliare il consumo di energia. La società sta lavorando con la Silver Spring su un progetto pilota per gli enti erogatori di energia in Oklahoma.

8. Trilliant: società fondata nel 1985 a Redwood City, produce hardware e software in grado stabilire tempi di utilizzo e una comunicazione bidirezionale.

9. Tendril: società con sede a Boulder, in Colorado, è una società di gestione energetica che produce software e hardware per l’energia domestica e spine intelligenti.

10. Positive Energy: fa ricerca sui software e sviluppa servizi di pubblica utilità per aiutare i clienti a ridurre il loro consumo di energia e a ricevere bollette energetiche più trasparenti. Positive Energy ha recentemente fatturato $ 14 milioni da New Enterprise Associates.

Fonte:www.genitronsviluppo.com