Interessante analisi di FXCM, pubblicato da Asca, sulle prospettive del cambio euro/dollaro nei prossimi mesi.
Dopo le discese degli ultimi giorni, oggi parliamo brevemente del futuro prospettico dell'Euro, per dare qualche risposta a chi inizia a sentire le voci di un possibile crollo della moneta unica. L'euro e' sceso del 21% dal massimo del 2009 ma il livello minimo raggiunto di recente, 1.1842, rimane ancora sopra la media storica da quando e' nato l'euro nel 1999. Siamo ancora sotto 1,2000, livello mai raggiunto dal 2006, e la media storica dell'euro e' a 1,1837. L'ex capo della Fed, Paul Volker, e' uscito con qualche dichiarazione secondo cui il debito in aumento dei paesi dell'eurozona potrebbe portare al collasso della moneta unica. Di fatto, l'euro rappresenta un sistema di cambi nazionali fissati. I regimi di cambio fissi sono sempre venuti a crollare nella storia, mostrando le prime pecche dopo 8 anni (media storica) e crollando dopo 12 anni (media storica). Per contro, J.C. Trichet ha sostenuto l'euro con parole calde dicendo che ''l'euro sta mantenendo il proprio valore in maniera spettacolare''. Dunque le preoccupazioni riguardanti il crollo dell'euro circolano anche in accademia, specialmente dopo il pacchetto di stimoli di 750 miliardi di euro che dovrebbe calmare le (s)vendite di bond ellenici. Praticamente e' mancata in tutti questi anni la disciplina fiscale ed economica che doveva mantenere in riga tutti i paesi membri. A favore dell'euro si lancia, invece, l'ex capo della Bundesbank Helmut Schlesinger secondo cui il ''cuore'' dell'Europa batte ancora forte (vedremo oggi, con il dato sulla produzione industriale tedesca). In effetti un euro debole non puo' fare altro che facilitare (aumentare) le esportazioni dell'eurozona e quindi migliorare i bilanci delle societa' che esportano, come STMicroelectronics (uno degli unici titoli quotati anche in Borsa Italiana dove c'e' un mercato decente anche sulle opzioni), che secondo le stime guadagna 8 milioni di USD ogni volta che l'euro scende dell'1%. Praticamente gli investitori che continuano a vendere euro non si rendono conto che i rischi non sono mai a senso unico: c'e' sempre il rischio (positivo) di vedere una crescita ed una ripresa piu' forti del previsto qui in Europa, per via delle ragioni di scambio in netto miglioramento.