google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 borsaipnos google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Analisi di Borsa settimanale 18/22 gennaio


L’analisi di Borsa effettuata nello scorso post si è puntualmente avverata fino al raggiungimento del livello a 22.926 (fucsia), che avevo pronosticato avrebbe raggiunto nel durante. Da li avrebbe dovuto rimbalzare per tornare nel canale rialzista per andare a ritestare la parallela superiore ma questo non è avvenuto. L’indice ha proseguito la sua corsa al ribasso per fermarsi in finale di ottava a 22.567 punti. Ora i supporti successivi, deboli, sono posti a 22.472 prima e 22.236 poi, quello più convincente sembra il livello psicologico a 22.000 punti, sforabile fino a 21.922 dove passa la linea nera che congiunge tre importanti minimi relativi. L’eventuale rottura di questo livello farebbe tornare d’attualità l’analisi effettuata nel post del 9 dicembre 2009 in cui, analizzando il grafico a 5 anni, si evidenziava come l’indice avesse bisogno di un ritorno sui suoi passi fino ad incontrare la media mobile più lenta (50 settimane) che attualmente corre a 20.370.
  Tuttavia, la correzione di questa ottava è stata talmente violenta che non è da escludere un rimbalzo delle quotazioni che dovrebbero vedersela ora con la resistenza delle medie mobili più veloci, si fa per dire, a 25 (22.720), a 10 (22.945), e a 5 (23.223) settimane, mostrate nella figura accanto.

Come mai l’indice non ha proseguito in modo accademico il movimento rialzista iniziato? Lo si diceva nel post precedente: Tutto questo in mancanza di notizie negative che purtroppo invece continuano ad arrivare.

E le notizie negative che continuano ad arrivare hanno quasi tutte la stessa origine: Obama.
Alla già pesantissima e difficile da digerire, seppure sacrosanta, riforma sanitaria (3000Mld$), il Presidente ha aggiunto la tassa di responsabilità della crisi a carico delle maggiori banche e assicurazioni (117Mld$) e, peggio ancora, ha fissato nuovi limiti alle loro dimensioni. Inoltre, agli istituti che beneficiano delle rete di salvataggio Usa, ha detto, non dovrebbe essere permesso tornare a fare trading per profitto.
Tutte cose moralmente condivisibili ma, mi chiedo, c’era bisogno di fare tutto insieme? A me sembra che stia venendo fuori il vizio genetico di Obama: l’essere democratico e, come tale, ogni tanto, sentire il bisogno imperioso di dire qualcosa “di sinistra”. Il che non sarebbe un peccato se fosse detto “ogni tanto” , ora invece nel giro di poche settimane ha sparato tre siluri al capitalismo americano da far venire la pelle d'oca.
La proposta più sconcertante è proprio il ridimensionamento del volume e delle attività delle grandi Banche e Assicurazioni. In una competizione globale, come l’attuale, significherebbe affogarle e renderle facili prede degli istituti europei e cinesi. Non a caso l’Europa ha immediatamente preso le distanze e ha detto che non seguirà Obama nel suo progetto.
Le grandi banche e assicurazioni americane sono il capitalismo americano e quindi sono l’America. Affossare loro equivale ad affossare l’America. Pratiche sgradevoli come i super bonus andavano affrontate chirurgicamente e non uccidendo l’intera istituzione.
L’America ha paura, e lo ha già manifestato con i risultati in Massachusetts. Comincia a chiedersi chi ha realmente mandato alla Presidenza. Lo abbiamo eletto per effettive capacità o ci siamo fatti imbambolare dal suo sorriso e dalla sua eloquenza? Che esperienza ha maturato per poter ricoprire quel ruolo così importante? Si è sempre battuto per i diritti civili, è vero, ma è sufficiente per dirigere il maggior paese capitalista?.

E mentre cercano risposte le Borse crollano. A questo punto solo una persona ci può salvare: Hillary Clinton, per il cognome che porta e perché è donna. Il primo motivo gli ha consentito di fare esperienza “dal vivo” ai tempi della presidenza del marito, che se ne è guardato bene dal fare ciò che sta facendo Obama. Il secondo motivo le conferisce una prudenza e un equilibrio che in questo momento può essere estremamente utile. Tutto questo a patto di farsi sentire dal Capo. Forza Hillary! Fallo ragionare, siamo tutti con te.

Obama: nuovi limiti a passività banche


Il presidente Usa Barack Obama ha proposto oggi di fissare nuovi limiti alle dimensioni delle passività e alle pratiche di trading delle grandi banche, dicendo di voler impedire un ritorno alle "vecchie abitudini" che hanno portato al crollo finanziario.

"Anche se il sistema bancario è molto più forte oggi di quanto non fosse un anno fa, sta ancora operando secondo le stesse regole che lo hanno portato in prossimità del collasso" ha detto Obama parlando della sua proposta per limitare i rischi legati alla crescita eccessiva dei gruppi bancari e ai legami tra banche commerciali e fondi speculativi.
Il presidente Usa si è inoltre appellato a riforme basate sul "buon senso" al fine di proteggere i contribuenti da future crisi finanziarie. Le nuove proposte, ha detto Obama, eviteranno che i contribuenti vengano "tenuti in ostaggio" da banche divenute troppo grandi per fallire e che costituiscono un rischio per l'intero sistema finanziario.
Obama ha detto anche che agli istituti che beneficiano delle rete di salvataggio Usa non dovrebbe essere permesso tornare a un trading per profitto.
"Non possiamo semplicemente tornare ai soliti affari" ha detto Obama, indicando la mecessità di frenare gli eccessi e gli abusi che hanno fatto quasi crollare il sistema finanziario.

Fonte: Reuters

Tassi dei mutui in crescita a dicembre, prima volta da agosto 2008

I tassi d'interesse sui mutui sono tornati a crescere a dicembre, per la prima volta da agosto 2008. Mediamente, i tassi bancari sui prestiti alle famiglie per l'acquisto di abitazioni sono stati pari al 2,95% lo scorso mese, in rialzo rispetto al 2,90% di novembre. E' quanto emerge dal rapporto mensile dell'Abi.

"L'aumento potrebbe però essere dovuto alla variazione della composizione delle erogazioni a tassi fissi e variabili che compongono il tasso", ha specificato Gianfranco Torriero, responsabile dell'ufficio studi di Abi. Il tasso medio indicato nel rapporto considera le due tipologie di mutuo.
I tassi alle società non finanziarie sono invece rimasti invariati a dicembre, al 2,26%. Più in generale, il tasso medio ponderato sul totale dei prestiti a famiglie e società elaborato dall'Abi è sceso al 3,77%, il minimo storico, dal 3,82% di novembre.

Fonte: Reuters

Banca centrale Cina impone limitazione credito a istituti

Le autorità bancarie cinesi hanno dato istruzione ad alcuni dei principali istituti del Paese di limitare la concessione di crediti nella seconda parte di gennaio, dopo un iniziale boom degli affidamenti. Lo affermano organi di stampa ufficiali, con conferme giunte da fonti bancarie.

La Banca centrale ha inoltre chiesto ad alcuni specifici istituti, tra cui Citic e Everbright Bank di alzare i loro coefficienti di riserva obbligatoria dello 0,5%, secondo quanto riferito a Reuters da fonti bancarie.
Si tratta di un'ulteriore misura adottata dalla autorità cinesi per tenere sotto controllo la crescita del credito. Un'esigenza dettata dai dati che hanno mostrato una forte espansione dei prestiti nelle primissime settimane dell'anno e che già aveva spinto Pechino nei giorni scorsi ad alzare i coefficienti di riserva delle banche commerciali.
Il 2009 ha visto le banche cinesi concedere la cifra record di 9.600 miliardi di yuan (1.400 miliardi di dollari) di prestiti. Il boom del credito insieme ai 4.000 miliardi di stimoli fiscali voluti dal governo sono riusciti a rilanciare l'economia del Paese dopo le difficoltà del 2008, innescando tuttavia timori di un surriscaldamento.

Fonte:Reuters

Zapatero: Energia, Ue riduca dipendenza da importazioni


L'Europa perderà tutto il suo vantaggio economico se non ridurrà la propria dipendenza dalle importazioni dall'estero per quanto riguarda gas e petrolio. Lo ha detto oggi il primo ministro spagnolo Zapatero, parlando come presidente di turno dell'Unione Europea.

Il premier iberico ha detto che la Spagna si concentrerà soprattutto sulla ripresa economica durante il suo turno di presidenza dell'Ue, che scadrà il prossimo giugno.
"Negli ultimi dieci anni il nostro consumo di energia è cresciuto del 9%", ha detto Zapatero al Parlamento Europeo a Strasburgo. "Dobbiamo ridurre la nostra dipendenza. Se non lo facciamo, sarà impossibile dare il via alla ripresa economica".
Circa il 58% del gas utilizzato dai cittadini europei proviene da stati che non fanno parte dell'Ue. Il 40% delle importazioni proviene dalla Russia, il 24% dalla Norvegia e il 20% dall'Algeria.

L'Unione Europea si è resa conto della sua vulnerabilità lo scorso gennaio, quando una disputa sui prezzi tra la Russia e l'Ucraina, Paese di transito per il gas destinato agli Stati del blocco, ha costretto i cittadini europei al gelo per tre settimane.
"La nostra dipendenza energetica è cresciuta dal 44 al 53%", ha continuato Zapatero.
"Questi ulteriori nove punti percentuali corrispondono a 67 miliardi di euro che noi versiamo a Paesi che non fanno parte dell'Ue. Si tratta, più o meno, della cifra che i Paesi del blocco destinano agli investimenti pubblici in ricerca e sviluppo".

Fonte: Reuters

Fisco: le proposte di Abete per spostare carico da imposte sui redditi a Iva

Spostare il carico tributario dalle imposte sui redditi all'Iva, rendere permanente la tassazione agevolata di premi e straordinari, creare un'aliquota unitaria per i redditi da capitale e ridurre il peso dell'Irap. Sono queste, in sintesi, le quattro proposte per ridurre le imposte a carico delle imprese avanzate da Assonime, l'associazione delle società per azioni, al convegno organizzato da Assolombarda.
Per Luigi Abete, presidente di Assonime, la riduzione del carico fiscale delle imprese potrebbe essere ottenuta modificando la composizione del prelievo dalle imposte sui redditi all'Iva. Una delle soluzioni potrebbe essere "la riduzione dell'ambito di applicazione delle aliquote agevolate Iva", giudicate da Abete troppo esteso.
Inoltre sarebbe necessario, secondo il presidente di Assonime, un intervento sulla tassazione del reddito da lavoro dipendente, stimolando la contrattazione di secondo livello. Abete propone quindi di "portare a regime" la tassazione agevolata del 10% per straordinari e premi di risultato, eliminando o alzando i tetti attuali e limitandola agli "incrementi contrattuali legati ai risultati".
Un'altra proposta è quella di far ricadere tutte le attività patrimoniali, compresi gli investimenti immobiliari, sotto lo stesso regime previsto per gli investimenti finanziari. "Il sistema di tassazione dei redditi da capitale potrebbe essere reso più efficiente .... portando le aliquote delle imposte
sostitutive a un livello vicino al 18-20%", ha precisato Abete.
Per quanto riguarda l'Irap, il presidente di Assonime propone la sua "razionalizzazione", ad esempio "ampliare la base imponibile dell'Irap includendo gli ammortamenti, a fronte di una riduzione dell'aliquota e della deducibilità dell'Irap dalla base imponibile dell'Ires".
Pur augurandosi una riduzione del prelievo fiscale, Abete ha detto che "data la situazione del bilancio pubblico", questa potrebbe essere "attuata solo a fronte di tagli significativi della spesa pubblica", indicando nei tagli ai costi dell'amministrazione centrale e decentrata la via da seguire.
Nell'incontro con i giornalisti Abete ha parlato anche di evasione, da combattere attraverso una maggiore semplificazione, "eliminando gli arbitraggi e riducendo quindi gli spazi per l'elusione".

fonte:Reuters

Per Bini Smaghi l’economia globale non crescerà come nel pre crisi


L'incremento del debito pubblico e il deleveraging delle banche renderà difficile per l'economia globale un ritorno ai passati livelli di crescita.

Lo ha detto il membro del Comitato esecutivo della Bce, Lorenzo Bini Smaghi, specificando di ritenere che l'economia globale non possa tornare alla situazione pre crisi, dato che era divenuta insostenibile.
"La mia opinione è che coloro che la pensano così si stanno illudendo", ha detto Bini Smaghi alla Camera di Commercio di Francoforte.
La zona euro nel 2010 e nel 2011 è vista in crescita, moderata ma non omogenea, ed è verosimile che le economie avanzate in generale possano avere un recupero debole, continuando a subire i contraccolpi delle banche che ripuliscono i loro bilanci e il conto dell'incremento della spesa dei governi.
"E' verosimile che un numero di fattori possa pesare negativamente sulle prospettive dell'economia, rendendo difficile ottenere i livelli di crescita pre-crisi", ha aggiunto.
Un aumento della disoccupazione e i cambiamenti strutturali nella domanda mondiale e nei prezzi potrebbero a loro volta giocare una parte, ha specificato l'economista, riferendosi ai settori delle costruzioni e dell'auto.
Per quanto riguarda le banche, queste possono subire perdite di capitale da trading riducendo la loro disponibilità di credito. Le banche inoltre non dovrebbero usare per bonus i profitti generati da aiuti pubblici.

Fonte:www.reuters.it

Belka: L'Europa ha ancora bisogno di stimoli

Le politiche fiscali e monetarie messe in atto per spingere l'Europa fuori dalla crisi finanziaria ed economica devono continuare perché l'economia è ancora fragile.

A sostenerlo è Marek Belka, direttore del dipartimento europeo del Fondo monetario internazionale, in un post sul blog http://blog-imfdirect.imf.org.
La crisi in Europa è stata molto profonda, ha scritto Belka che è stato anche primo ministro della Polonia. Per questo verosimilmente serviranno una ristrutturazione economica e una ampia correzione dei bilanci che richiederanno tempo.
"Non siamo più sul bordo dell'abisso come all'inizio del 2009, visto che tutte, tranne una manciata di economie europee, stanno ormai uscendo dalla recessione. Ma non è così certo che siamo approdati su un terreno sicuro".
"E' importante che le politiche fiscali e monetarie continuino a sostenere la ripresa", ha aggiunto. "Un rimbalzo è in corso, ma la ripresa è ancora fragile e sottoposta a importanti rischi ribassisti", ha scritto.

fonte: Reuters