É in un certo senso il Superman degli indici, perché si tratta di un indice composito, cioè costituito da una serie di indici che vengono collassati per farne uno solo in grado di ‘tastare il polso' all'economia. Dato che l'economia è un organismo complesso, formato da più attori e plasmato da più forze, un indice che guardi solo a una parte dell'economia non riesce a dare questo sguardo di insieme.
In Europa ha titolo a esser chiamato ‘superindice' l'indicatore del ‘Sentimento economico' della Comunità: viene rilasciato ogni mese dalla Commissione Ue, per l'Unione europea, l'area euro e ogni Paese (riassume cinque indicatori: famiglie, industria, servizi, costruzioni, e commercio al dettaglio). Negli Usa il ‘superindice' più conosciuto è quello calcolato ogni mese dal Conference Board, ha funzioni previsive dell'andamento dell'economia ed è composto da undici indicatori.
(vedi anche Business climate indicator, Conference Board Consumer confidence index, Indice Ifo, Indice Zew, Indice Isae, Indice Pmi, Indice Tankan)
fonte: ilSole24ORE
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Cos'è la Surrogazione del Mutuo?
Il sistema bancario non è più la ‘foresta pietrificata', come la chiamava un tempo Giuliano Amato, ma la configurazione proprietaria delle banche, dopo tante privatizzazioni e tante fusioni, è cambiata molto di più di quanto non siano cambiate le pratiche restrittive rispetto ai clienti. É solo l'anno scorso, per esempio (con la Legge Bersani) che gli italiani hanno potuto ottenere quanto in altri Paesi è possibile da decenni, cioè la ‘portabilità' del mutuo. Prima, se si voleva estinguere un mutuo per aprirne un altro a condizioni più convenienti, bisognava pagare pesanti penali. Oggi è invece possibile la surrogazione (o surroga) del mutuo, cioè è possibile, con una semplice scrittura da comunicare alla conservatoria dei registri immobiliari, far subentrare una nuova banca alla vecchia, conservando la stessa ipoteca. E la banca vecchia non può far niente per impedirlo, e meno che mai stipulare un contratto di mutuo che escluda la portabilità.
fonte: ilSole24ORE
Conto Arancio+CCArancio=2,75%
fonte: ilSole24ORE
Conto Arancio+CCArancio=2,75%
Grecia: l'Ue chiede più sacrifici, Atene prende tempo
"Stiamo facendo quanto è necessario, lo abbiamo fatto e saremo in grado di farlo". Il 'mantra' del ministro delle Finanze greche George Papacostantinou arriva puntuale al rintoccare delle campane Ue, che sul dissesto dei conti pubblici greci sono ben lontane dall'annunciare la fine della tempesta.
Lo stesso Papaconstantinou ha ribadito che il suo governo prenderà ulteriori misure correttive del bilancio "solo quando sarà necessario. E questo non è il momento giusto". "Abbiamo realizzato un programma di stabilità - ha ricordato - ed è stato approvato dalla Commissione Ue e inoltre abbiamo annunciato nuove misure supplementari. Adesso bisogna andare avanti con il buonsenso, che è quello della dichiarazione fatta dai capi di Stato e di governo della Ue, nella quale si dice che altre misure supplementari andranno prese se necessario. Questo - ha proseguito il ministro - lovedremo tra un mese e li' vedremo se, rispetto alla tabella di marcia di risanamento, ci sono stati degli slittamenti. Dobbiamo dunque rispettare il processo che e' stato fissato a livello della Ue". Il ministro greco ha quindi chiuso con una domanda: "Se io annunciassi nuove misure oggi fermerei gli attacchi dei mercati alla Grecia, oppure manderei un ulteriore messaggio di sfiducia?".
L'Ue si fa sentire con Atene
Il nuovo commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn poco prima si era convinto che la Grecia dovrà assumere "misure agiuntive" per raggiungere l'obiettivo che si è data di tagliare il deficit del 4%. "Ci aspettiamo - dice prima dell'inizo della riunione dell'Eurogruppo - che il Governo assuma misure aggiuntive per raggiungere questo obiettivo". La Grecia deve tagliare il deficit del 4% quest'anno, oppure potremmo chiedere misure aggiuntive, gli fa eco il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker.
Atene prende tempo
Per il Financial Times, tuttavia, la Grecia punta a "resistere" alle pressioni dei partner europei. Atene vuole aspettare il 16 marzo, quando sarà pronto il primo rapporto sullo stato di attuazione delle misure preparato da Commissione europea e Bce, incaricate dai leader Ue di un controllo serrato sul rigore greco, con la consulenza dell'Fmi. Il governo greco insiste che per il momento sono già sufficienti le misure addizionali gia' annunciate questo mese, e cioè un aumento delle accise sui carburanti e un ulteriore taglio dell'1% degli stipendi pubblici. Non a caso, il quotidiano britannico cita fonti diplomatiche francesi secondo i quali l'annuncio di misure aggiuntive oggi a Bruxelles è "improbabile".
Altre spiegazioni
La Commissione Ue ed Eurostat hanno inviato una lettera al governo greco in cui chiedono spiegazioni sul presunto aiuto fornito ad Atene da alcune grandi banche d'affari Usa per mascherare l'entita' del suo debito. "Aspettiamo le informazioni richieste entro fine febbraio", ha detto il portavoce del nuovo commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn. "Poi - ha aggiunto - daremo la nostra valutazione sui fatti".
Secondo quanto riferito dal portavoce del commissario Rehn, "Eurostat non e' al corrente delle transazioni" attraverso cui le banche d'affari statunitensi Goldman Sachs e JP Morgan avrebbero aiutato la Grecia a truccare il proprio bilancio, ricorrendo ad operazioni swap.
"Tali operazioni - ha spiegato il portavoce - in genere sono considerate legittime per quel che riguarda gli effetti che hanno sui conti pubblici e compiute attraverso accordi legali". Dunque, sono considerate legittime anche secondo le norme contabili di Eurostat, a patto che - ha spiegato ancora il portavoce - "tali operazioni siano fondate sui valori di mercato". E' questo che eventualmente dovrà essere valutato dalla Commissione Ue. Il caso è stato sollevato dal New York Times, secondo cui due grandi banche di Wall Street - Goldman Sachs e JP Morgan Chase - hanno aiutato la Grecia a mascherare l'entità del proprio debito pubblico, contribuendo all'attuale crisi di Atene e alle attuali difficoltà di altri Paesi della zona euro. In pratica i banchieri avrebbero premesso alla Grecia, ma anche ad altri Paesi dell'euro, di farsi prestare denaro al di sopra delle proprie possibilità, attraverso meccanismi swap che nei bilanci non risultano come prestiti. Atene avrebbe cosi' finanziato con questi strumenti il deficit di alcuni settori fondamentali, come quello della sanità pubblica, impegnando i futuri introiti delle tasse aeroportuali, dei pedaggi autostradali, delle lotterie di Stato.
Impossibile una bancarotta greca
Le rivelazioni del NYT gettano altre ombre sulla trsparenza dei conti pubblici greci, ma in un'intervista all'agenzia Bloomberg Athanosios Orphanides, governatore della banca centrale di cipro e consigliere della Bce. "Sui mercati si registrano al momento spread eccezionalmente elevati sul debito greco, tuttavia, è mia personale convinzione che il 'default' di uno stato membro dell'eurozona sia impensabile".
Commentando l'andamento degli spread dei titoli di debito greco, Orphanides sottolinea che "i mercati finanziari hanno a volte reazioni eccessive che non necessariamente sono collegate ai dati fondamentali". La Bce, ha aggiunto, "si aspetta ed ha fiducia nel fatto che il governo greco prenderà tutte le misure necessarie per riportare in ordine i conti pubblici". La Banca centrale europea valuta "molto positivamente" la dichiarazione congiunta ue della settimana scorsa sulla Grecia.
fonte: Rainews24
Conto Arancio+CCArancio=2,75%
Lo stesso Papaconstantinou ha ribadito che il suo governo prenderà ulteriori misure correttive del bilancio "solo quando sarà necessario. E questo non è il momento giusto". "Abbiamo realizzato un programma di stabilità - ha ricordato - ed è stato approvato dalla Commissione Ue e inoltre abbiamo annunciato nuove misure supplementari. Adesso bisogna andare avanti con il buonsenso, che è quello della dichiarazione fatta dai capi di Stato e di governo della Ue, nella quale si dice che altre misure supplementari andranno prese se necessario. Questo - ha proseguito il ministro - lovedremo tra un mese e li' vedremo se, rispetto alla tabella di marcia di risanamento, ci sono stati degli slittamenti. Dobbiamo dunque rispettare il processo che e' stato fissato a livello della Ue". Il ministro greco ha quindi chiuso con una domanda: "Se io annunciassi nuove misure oggi fermerei gli attacchi dei mercati alla Grecia, oppure manderei un ulteriore messaggio di sfiducia?".
L'Ue si fa sentire con Atene
Il nuovo commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn poco prima si era convinto che la Grecia dovrà assumere "misure agiuntive" per raggiungere l'obiettivo che si è data di tagliare il deficit del 4%. "Ci aspettiamo - dice prima dell'inizo della riunione dell'Eurogruppo - che il Governo assuma misure aggiuntive per raggiungere questo obiettivo". La Grecia deve tagliare il deficit del 4% quest'anno, oppure potremmo chiedere misure aggiuntive, gli fa eco il presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker.
Atene prende tempo
Per il Financial Times, tuttavia, la Grecia punta a "resistere" alle pressioni dei partner europei. Atene vuole aspettare il 16 marzo, quando sarà pronto il primo rapporto sullo stato di attuazione delle misure preparato da Commissione europea e Bce, incaricate dai leader Ue di un controllo serrato sul rigore greco, con la consulenza dell'Fmi. Il governo greco insiste che per il momento sono già sufficienti le misure addizionali gia' annunciate questo mese, e cioè un aumento delle accise sui carburanti e un ulteriore taglio dell'1% degli stipendi pubblici. Non a caso, il quotidiano britannico cita fonti diplomatiche francesi secondo i quali l'annuncio di misure aggiuntive oggi a Bruxelles è "improbabile".
Altre spiegazioni
La Commissione Ue ed Eurostat hanno inviato una lettera al governo greco in cui chiedono spiegazioni sul presunto aiuto fornito ad Atene da alcune grandi banche d'affari Usa per mascherare l'entita' del suo debito. "Aspettiamo le informazioni richieste entro fine febbraio", ha detto il portavoce del nuovo commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn. "Poi - ha aggiunto - daremo la nostra valutazione sui fatti".
Secondo quanto riferito dal portavoce del commissario Rehn, "Eurostat non e' al corrente delle transazioni" attraverso cui le banche d'affari statunitensi Goldman Sachs e JP Morgan avrebbero aiutato la Grecia a truccare il proprio bilancio, ricorrendo ad operazioni swap.
"Tali operazioni - ha spiegato il portavoce - in genere sono considerate legittime per quel che riguarda gli effetti che hanno sui conti pubblici e compiute attraverso accordi legali". Dunque, sono considerate legittime anche secondo le norme contabili di Eurostat, a patto che - ha spiegato ancora il portavoce - "tali operazioni siano fondate sui valori di mercato". E' questo che eventualmente dovrà essere valutato dalla Commissione Ue. Il caso è stato sollevato dal New York Times, secondo cui due grandi banche di Wall Street - Goldman Sachs e JP Morgan Chase - hanno aiutato la Grecia a mascherare l'entità del proprio debito pubblico, contribuendo all'attuale crisi di Atene e alle attuali difficoltà di altri Paesi della zona euro. In pratica i banchieri avrebbero premesso alla Grecia, ma anche ad altri Paesi dell'euro, di farsi prestare denaro al di sopra delle proprie possibilità, attraverso meccanismi swap che nei bilanci non risultano come prestiti. Atene avrebbe cosi' finanziato con questi strumenti il deficit di alcuni settori fondamentali, come quello della sanità pubblica, impegnando i futuri introiti delle tasse aeroportuali, dei pedaggi autostradali, delle lotterie di Stato.
Impossibile una bancarotta greca
Le rivelazioni del NYT gettano altre ombre sulla trsparenza dei conti pubblici greci, ma in un'intervista all'agenzia Bloomberg Athanosios Orphanides, governatore della banca centrale di cipro e consigliere della Bce. "Sui mercati si registrano al momento spread eccezionalmente elevati sul debito greco, tuttavia, è mia personale convinzione che il 'default' di uno stato membro dell'eurozona sia impensabile".
Commentando l'andamento degli spread dei titoli di debito greco, Orphanides sottolinea che "i mercati finanziari hanno a volte reazioni eccessive che non necessariamente sono collegate ai dati fondamentali". La Bce, ha aggiunto, "si aspetta ed ha fiducia nel fatto che il governo greco prenderà tutte le misure necessarie per riportare in ordine i conti pubblici". La Banca centrale europea valuta "molto positivamente" la dichiarazione congiunta ue della settimana scorsa sulla Grecia.
fonte: Rainews24
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L'Europa si oppone ad Obama sui limiti alla taglia e alle prese di rischio delle banche
Bruxelles, 15-02-2010 La ricetta Obama non va giù agli europei. I ministri delle Finanze dell'Unione Europea sono uniti nell'opporsi alla proposta del presidente americano per imporre nuovi limiti alla taglia e alle prese di rischio delle banche: la 'Volcker Rule' in Europa non sarebbe in linea con gli attuali principi del mercato interno. Lo riporta Bloomberg citando una bozza di documento che potrebbe essere ratificata al termine della due giorni di lavori iniziata oggi a Bruxelles.
Nel documento i ministri delle Finanze esprimono la propria "preoccupazione per l'applicazione della Volcker in Europa. Ogni scelta politica dovrebbe evitare di spingere i rischi in altre parti del sistema finanziario". Tradotto: se Obama vieta alle banche commerciali americane di detenere in portafoglio hedge funds e pone un limite alla quantità di denaro che esse possono investire in questi strumenti, il denaro - pensano alcuni - cercherà approdi più rischiosi là dove è ancora possibile, a cominciare dall'Europa.
E ancora: alcuni paesi europei non amano, tradizionalmente, la divisione fra banche d'affari e banche tradizionali. E non vedono di buon occhio uno stop artificioso imposto a propri istituti bancari, che limitando dimensioni o confini del trading potrebbero di fatto vedersi sbarrata la strada alla crescita. E poi: come coordinare a livello internazionale controlli sull'applicazione della 'Volcker rule'?
La resistenza alla proposta Obama mostra le divisioni politiche esistenti su come rivedere le regole del sistema bancario per prevenire il ripetersi di crisi che costringano i contribuenti a salvare il sistema finanziario. La bozza di documento, datata 10 febbraio, è stata preparata - riporta Bloomberg - da rappresentanti dei ministeri delle Finanze europei, dalla Banca Centrale Europea e dalla Commissione Europea. Si tratta di un documento di 3 pagine in cui viene anche considerata la proposta di una tassa di stabilità sulle banche e la creazione di fondi nazionali o paneuropei per futuri salvataggi.
fonte: Rainews24
Conto Arancio+CCArancio=2,75%
Nel documento i ministri delle Finanze esprimono la propria "preoccupazione per l'applicazione della Volcker in Europa. Ogni scelta politica dovrebbe evitare di spingere i rischi in altre parti del sistema finanziario". Tradotto: se Obama vieta alle banche commerciali americane di detenere in portafoglio hedge funds e pone un limite alla quantità di denaro che esse possono investire in questi strumenti, il denaro - pensano alcuni - cercherà approdi più rischiosi là dove è ancora possibile, a cominciare dall'Europa.
E ancora: alcuni paesi europei non amano, tradizionalmente, la divisione fra banche d'affari e banche tradizionali. E non vedono di buon occhio uno stop artificioso imposto a propri istituti bancari, che limitando dimensioni o confini del trading potrebbero di fatto vedersi sbarrata la strada alla crescita. E poi: come coordinare a livello internazionale controlli sull'applicazione della 'Volcker rule'?
La resistenza alla proposta Obama mostra le divisioni politiche esistenti su come rivedere le regole del sistema bancario per prevenire il ripetersi di crisi che costringano i contribuenti a salvare il sistema finanziario. La bozza di documento, datata 10 febbraio, è stata preparata - riporta Bloomberg - da rappresentanti dei ministeri delle Finanze europei, dalla Banca Centrale Europea e dalla Commissione Europea. Si tratta di un documento di 3 pagine in cui viene anche considerata la proposta di una tassa di stabilità sulle banche e la creazione di fondi nazionali o paneuropei per futuri salvataggi.
fonte: Rainews24
Conto Arancio+CCArancio=2,75%
Analisi e Previsioni settimanali di Borsa 8/12 febbraio 2010
Settimana interlocutoria in Borsa in cui sembra non sia accaduto nulla, visto l’esiguo risultato di un +1%, e invece, graficamente, sono maturate alcune cose molto interessanti. Cominciamo col guardare il grafico a 2 anni settimanale, grafico molto importante che vado segnalando dal post del 9 dicembre 2009 e che aveva previsto lo storno che stiamo attraversando.
Come si può vedere e ancor meglio apprezzare nello zoom, l’indice si è adagiato sulla media mobile (gialla) più lenta (50 settimane) e da essa, che in questa settimana è salita a 20.642 (dai 20.536 della scorsa settimana), la separano solo 380 punti. Sostanzialmente possiamo dire che tale media, finora, ha tenuto, anche se nel durante di lunedì 8 l’indice si è spinto fino a 20.465 punti. Altro elemento importante è la formazione di un doppio minimo a 20.815/20.818.
Cosa prevedere nella settimana entrante? Io credo che l’indice si muoverà nei dintorni della media mobile a 50 settimane ancora per un po’, divertendosi a punzecchiarlo e talvolta anche a oltrepassarlo, toccando quella mezza figura a 20.500 punti così vicina ed invitante. In salita la prima resistenza è la retta discendente che unisce i massimi relativi del 19 gennaio (23.705) e del 2 febbraio (22.413) ma che potrebbe eliminarsi da sola con un andamento laterale dell’indice. Molto più importante è la linea a 21.922 che io considero il crinale al di qua e al di la del quale cambia tutto.
In questo modo, con un prolungato andamento più o meno parallelo tra indice e media mobile, che ormai si è appiattita, si costruirebbe una figura di accumulazione che è il miglior viatico ad una prossima inversione e una bella risalita, che io da tempo prevedo in Primavera.
Certo, non è escluso che in presenza di turbolenze eonomico-politiche l’indice possa andare a testare anche i 20.000 punti con un affaccio al disotto, tanto per far scattare gli ordini di vendita automatici che li si trovano, ma non credo che possa ardire di più. Sa bene, e con lui il Grande Capitale, che oltre quella soglia c’è la Depressione e nessuno ha interesse che risorga dalle ceneri del ’29. Le Borse mondiali devono fare la loro parte per uscire dalla peggiore crisi degli ultimi 70 anni, come già hanno fatto. Le notizie che ora sono lette in negativo improvvisamente verranno lette in positivo. Prendiamo ad esempio le decisioni dell’Europa nei confronti della Grecia: ora vengono lette “l’Europa non ha deciso nulla per aiutare la Grecia”, poi verranno lette “l’Europa ha deciso di aiutare la Grecia intervenendo qualora i suoi sforzi per il risanamento non siano sufficienti, scongiurando il default”. E’ sempre il discorso del bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno e quando si parla di Borsa chi lo osserva e lo giudica, come gli conviene, è sempre il Grande Capitale.
Conto Arancio+CCArancio=2,75%
Come si può vedere e ancor meglio apprezzare nello zoom, l’indice si è adagiato sulla media mobile (gialla) più lenta (50 settimane) e da essa, che in questa settimana è salita a 20.642 (dai 20.536 della scorsa settimana), la separano solo 380 punti. Sostanzialmente possiamo dire che tale media, finora, ha tenuto, anche se nel durante di lunedì 8 l’indice si è spinto fino a 20.465 punti. Altro elemento importante è la formazione di un doppio minimo a 20.815/20.818.
Cosa prevedere nella settimana entrante? Io credo che l’indice si muoverà nei dintorni della media mobile a 50 settimane ancora per un po’, divertendosi a punzecchiarlo e talvolta anche a oltrepassarlo, toccando quella mezza figura a 20.500 punti così vicina ed invitante. In salita la prima resistenza è la retta discendente che unisce i massimi relativi del 19 gennaio (23.705) e del 2 febbraio (22.413) ma che potrebbe eliminarsi da sola con un andamento laterale dell’indice. Molto più importante è la linea a 21.922 che io considero il crinale al di qua e al di la del quale cambia tutto.
In questo modo, con un prolungato andamento più o meno parallelo tra indice e media mobile, che ormai si è appiattita, si costruirebbe una figura di accumulazione che è il miglior viatico ad una prossima inversione e una bella risalita, che io da tempo prevedo in Primavera.
Certo, non è escluso che in presenza di turbolenze eonomico-politiche l’indice possa andare a testare anche i 20.000 punti con un affaccio al disotto, tanto per far scattare gli ordini di vendita automatici che li si trovano, ma non credo che possa ardire di più. Sa bene, e con lui il Grande Capitale, che oltre quella soglia c’è la Depressione e nessuno ha interesse che risorga dalle ceneri del ’29. Le Borse mondiali devono fare la loro parte per uscire dalla peggiore crisi degli ultimi 70 anni, come già hanno fatto. Le notizie che ora sono lette in negativo improvvisamente verranno lette in positivo. Prendiamo ad esempio le decisioni dell’Europa nei confronti della Grecia: ora vengono lette “l’Europa non ha deciso nulla per aiutare la Grecia”, poi verranno lette “l’Europa ha deciso di aiutare la Grecia intervenendo qualora i suoi sforzi per il risanamento non siano sufficienti, scongiurando il default”. E’ sempre il discorso del bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno e quando si parla di Borsa chi lo osserva e lo giudica, come gli conviene, è sempre il Grande Capitale.
Conto Arancio+CCArancio=2,75%
Dividendo Indesit proposto a 0,15€
Indesit (IND.MI) ha chiuso il quarto trimestre 2009 con dati in forte miglioramento rispetto allo stesso periodo di un anno fa: utile netto a 28 milioni eu, dalla perdita di 4 milioni; Ebit a 53 milioni eu, +174%, con un'incidenza sui ricavi salita al 7,6% dal 2,5%; ricavi a 695,6 milioni eu, -9,8%; verrà proposto un dividendo di 0,15 euro per azione.
Conto Arancio+CCArancio=2,75%
Conto Arancio+CCArancio=2,75%
Dividendo Banca Generali a 0,45€
L'anno si è chiuso con un utile netto consolidato di 63,2 milioni di euro, da 7,9 milioni di un anno prima.
Il margine di intermediazione è migliorato del 52,2% a 252,2 milioni, l'Ebitda è aumentato del 165,1 a 111,3 milioni.
Gli asset in gestione a fine dicembre ammontavano a 22,2 miliardi (+17,2%).
Il cda ha proposto la distribuzione di un dividendo di 45 centesimi da 6 centesimi distribuiti nel 2008. Il rendimento è del 5,9%.
Conto Arancio+CCArancio=2,75%
Il margine di intermediazione è migliorato del 52,2% a 252,2 milioni, l'Ebitda è aumentato del 165,1 a 111,3 milioni.
Gli asset in gestione a fine dicembre ammontavano a 22,2 miliardi (+17,2%).
Il cda ha proposto la distribuzione di un dividendo di 45 centesimi da 6 centesimi distribuiti nel 2008. Il rendimento è del 5,9%.
Conto Arancio+CCArancio=2,75%
Dividendo Fiat a 0,17€ ord., 0,31 priv. e 0,325 risp.
La proposta di dividendo corrisponde a 0,17 euro per azione ordinaria, 0,31 euro per le privilegiate e 0,325 per le azioni di risparmio.
"La ripresa della distribuzione di dividendi riflette la normalizzazione dei mercati dei capitali quale fonte di finanziamento per il Gruppo, nonche' la convinzione che il Gruppo ha la capacita' di continuare a generare utili, anche se in un contesto di mercato significativamente differente".
Conto Arancio+CCArancio=2,75%
"La ripresa della distribuzione di dividendi riflette la normalizzazione dei mercati dei capitali quale fonte di finanziamento per il Gruppo, nonche' la convinzione che il Gruppo ha la capacita' di continuare a generare utili, anche se in un contesto di mercato significativamente differente".
Conto Arancio+CCArancio=2,75%
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