Nei primi cinque mesi del 2010, le preferenze dei gestori si sono spostate in modo alterno tra Stati Uniti ed Asia, mettendo in ombra l’Europa. Giugno non ha fatto eccezione. Secondo l’ultimo sondaggio, condotto tra le principali case di investimento italiane ed estere che operano sul territorio, le due aree rimarranno protagoniste nella seconda parte dell’anno. In particolare, il Pacifico dovrebbe aver superato alcuni importanti ostacoli che hanno caratterizzato il primo semestre.
Europa sulle montagne russe
La volatilità resterà alta sui listini europei, perché permarranno i timori sul debito sovrano di alcuni Paesi e la ripresa economica rimane flebile. I gestori sono divisi tra chi non prevede grossi scostamenti dagli attuali livelli (45% degli intervistati) e chi si aspetta un rialzo (45%), perché potrebbero esserci sorprese positive sul fronte degli utili. L’euro debole, infatti, favorirà non solo gli esportatori, ma anche le aziende domestiche che subiranno meno la concorrenza di quelle estere. I fund manager prevedono una crescita inferiore delle Borse europee rispetto a quelle statunitensi ed asiatiche, ma pensano ci possano essere occasioni di investimento. Per Richard Halle, gestore di M&G Investments, gli investitori con una strategia value (che acquistano titoli a costi relativamente bassi con l’aspettativa di un aumento dei prezzi) hanno oggi le migliori opportunità dallo scoppio della bolla della new economy dieci anni fa, perché i bilanci societari sono in buono stato e il rendimento da dividendi è più alto di quello delle obbligazioni.