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Economia: valutazione del valore dell'impresa (II)

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Parte seconda: Principali contenuti ed aree specifiche d’indagine
Una corretta identificazione e valutazione delle determinanti del valore del capitale economico di un’impresa non può prescindere dalla conoscenza della formula imprenditoriale sottostante la gestione. Con quest’ultima si intende il profilo dell’impresa in termini di prodotti, clienti, tecnologie, nonché di strutture e risorse produttive. L’analisi della formula imprenditoriale costituisce quindi il filo conduttore della valutazione, consentendo di attribuire valore in modo ponderato ad ogni risorsa dell’azienda. Tale processo coinvolge solitamente tre aree specifiche di indagine: la valutazione delle immobilizzazioni materiali, dell’attivo circolante e dei valori immateriali. Nel caso dei beni materiali la valutazione si basa sul costo di sostituzione, ossia il valore corrente del bene, calcolabile sulla base dei prezzi praticati sul mercato al momento della valutazione. In assenza di una quotazione di mercato, viene fatto solitamente ricorso ad una perizia tecnica che stimi il bene sulla base della restante durata di utilizzo. La valutazione dell’attivo circolante invece risulta più articolata data l’eterogeneità degli elementi oggetto di stima. Per quanto concerne le scorte di produzione la valutazione differisce a seconda che si tratti di materie prime, semilavorati o prodotti finiti, mentre i crediti devono essere considerati al loro valore attuale al momento della valutazione, rettificato in funzione della probabilità di recupero. Ad oggi però il valore di un’impresa dipende sempre meno dagli asset tradizionali e sempre più da quelli intangibili: concessioni, brevetti, licenze, marchi, diritti d’autore e know how. Un’impresa può quindi definirsi ricca, vitale, competitiva non solo quando possiede ingenti risorse economiche e finanziarie ma quando dispone di un elevato patrimonio immateriale e intellettuale. Anche in relazione a questi ultimi beni nella valutazione occorre fare riferimento alla durata residua, tenendo conto del loro valore di avviamento e del tasso di ammortamento a questi applicato.
Dott.ssa Valeria Ponis

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