Non posso non esprimere la mia opinione sul vertice sull’ambiente di Copenhagen dopo aver letto cosa sta accadendo e soprattutto cosa si va dicendo in quel consesso. La goccia che ha fatto traboccare il vaso della mia pazienza è stato l’apprendere che una sedicente azienda che promuove l’ecocultura (?) ha calcolato che ogni famiglia italiana produrrà per Natale ben 386 Kg. di CO2 , un dato che tiene conto delle emissioni generate dagli spostamenti (acquisto regali, visite a parenti ed amici, gite fuori porta), dall'energia elettrica (consumi domestici, luci decorative), dalla produzione di rifiuti (carta da pacco, packaging vari), dall'utilizzo di acqua e dal riscaldamento per la maggior presenza in casa. Bene, ci stanno mandando per traverso anche il Natale, complimenti, la ciliegina sulla torta a quel Festival dei Sensi di Colpa.
Già perché quel cosidetto vertice sull’ambiente non è altro che la Crocefissione dei paesi sviluppati rei di essere stati “storicamente” dei grandi inquinatori. L’unità di misura adottata, per misurare l’inquinamento, è il CO2, e, alla luce di questo, come dargli torto. A nulla sono valse le iniziative di rottamazione che abbiamo adottato, continuiamo ad essere dei grandissimi produttori di CO2.
Come un’asta impazzita le delegazioni dichiarano la loro proposta di abbattimento delle emissioni di anidride carbonica: il Sudafrica ha dichiarato la disponibilità a rallentare del 34% entro il 2020 e del 42% entro il 2025, la Ue, già impegnata a tagliare le proprie emissioni del 20% entro il 2020, ha sempre detto di essere disposta ad arrivare a quota 30%, la Merkel si spinge addirittura al 40%, gli americani si limitano, entro il 2020, a tagliare le emissioni del 17% rispetto al 2005, e così via.
L’osso più duro è però rappresentato dalle delegazioni delle economie in via di sviluppo, Cina India e Brasile in testa, che rivendicano il loro turno ad inquinare ed eventuali tagli ad emissioni dovrebbero essere controbilanciate da trasferimenti in denaro dai paesi sviluppati.
La proposta danese di stabilire il 2020 come anno di massimo inquinamento, per poi scendere gradualmente, è stata rifiutata sdegnosamente dall’India, che ha addirittura minacciato di abbandonare i lavori, esigendo che si stabilisca il 2050 come anno limite e che la possbilità di inquinare sia legata alla grandezza della popolazione.
Bene…proviamo ora a cambiare l’unità di misura, perché a me sembra che si sia adottata come unità l’inquinante ma non l’inquinatore, cioè l’uomo.
Finora , al vertice di Copenhagen, neanche una parola è stata pronunciata riguardo alla sovrappopolazione mondiale. Siamo ancora al "crescete e moltiplicatevi".
Nel 2000, la popolazione mondiale era di 6 miliardi e l'ONU predice che nel 2050 raggiungerà un livello fra gli 8 e gli 11 miliardi, con una predizione "media" di 8,9 miliardi, ovvero il 50% in più. E qui stiamo a parlare di bombolette spray, di ecofrigoriferi e di riciclaggio. Tutto sacrosanto, per carità ma se non si interverrà sulla causa sarà tutto inutile.
E la causa è la sovrappopolazione, è ora che qualcuno lo dica.
Nel 2050 l’India avrà 1,7 miliardi di inquinatori, la Cina 1,4, nonostante gli sforzi dolorosi e responsabili che sta facendo con la politica del figlio unico. Per contro i paesi sviluppati sono alla crescita zero o addirittura sotto zero come l’Italia che nel 2050 sarà un’etnia come i Ladini.
I fautori del crescete e moltiplicatevi ad ogni costo dicono che la Terra può produrre cibo per 14 miliardi di persone, quindi tutti possono avere la loro minestra con buona pace dello scioglimento dei ghiacciai, del buco nell’ozono, dell’aria irrespirabile. C’è nientemeno gente che propone semplici ricette come colonizzare altri pianeti o le profondità del mare. Altri che auspicano un’umanità senza limiti ma vegetariana, così da consumare meno risorse e soprattutto estinguere quella devastante causa d’inquinamento che sono le flautolenze delle mucche (pare che emettano mezzo metro cubo di metano al giorno). Vallo a dire agli indiani che le considerano sacre e mai e poi mai le ucciderebbero.
Concludendo, benedetta la ridistribuzione delle risorse (ma anche della popolazione), benedetta la difesa della foresta amazzonica, anche a nostre spese, ma mettiamoci in testa che la Terra non è un ecosistema che può sopportare la presenza di oltre 6 miliardi di persone. Quindi o si arriverà ad una seria pianificazione demografica o i vertici di Copenhagen sarranno le ennesime passerelle, per governanti e ambientalisti.
Già perché quel cosidetto vertice sull’ambiente non è altro che la Crocefissione dei paesi sviluppati rei di essere stati “storicamente” dei grandi inquinatori. L’unità di misura adottata, per misurare l’inquinamento, è il CO2, e, alla luce di questo, come dargli torto. A nulla sono valse le iniziative di rottamazione che abbiamo adottato, continuiamo ad essere dei grandissimi produttori di CO2.
Come un’asta impazzita le delegazioni dichiarano la loro proposta di abbattimento delle emissioni di anidride carbonica: il Sudafrica ha dichiarato la disponibilità a rallentare del 34% entro il 2020 e del 42% entro il 2025, la Ue, già impegnata a tagliare le proprie emissioni del 20% entro il 2020, ha sempre detto di essere disposta ad arrivare a quota 30%, la Merkel si spinge addirittura al 40%, gli americani si limitano, entro il 2020, a tagliare le emissioni del 17% rispetto al 2005, e così via.
L’osso più duro è però rappresentato dalle delegazioni delle economie in via di sviluppo, Cina India e Brasile in testa, che rivendicano il loro turno ad inquinare ed eventuali tagli ad emissioni dovrebbero essere controbilanciate da trasferimenti in denaro dai paesi sviluppati.
La proposta danese di stabilire il 2020 come anno di massimo inquinamento, per poi scendere gradualmente, è stata rifiutata sdegnosamente dall’India, che ha addirittura minacciato di abbandonare i lavori, esigendo che si stabilisca il 2050 come anno limite e che la possbilità di inquinare sia legata alla grandezza della popolazione.
Bene…proviamo ora a cambiare l’unità di misura, perché a me sembra che si sia adottata come unità l’inquinante ma non l’inquinatore, cioè l’uomo.
Finora , al vertice di Copenhagen, neanche una parola è stata pronunciata riguardo alla sovrappopolazione mondiale. Siamo ancora al "crescete e moltiplicatevi".
Nel 2000, la popolazione mondiale era di 6 miliardi e l'ONU predice che nel 2050 raggiungerà un livello fra gli 8 e gli 11 miliardi, con una predizione "media" di 8,9 miliardi, ovvero il 50% in più. E qui stiamo a parlare di bombolette spray, di ecofrigoriferi e di riciclaggio. Tutto sacrosanto, per carità ma se non si interverrà sulla causa sarà tutto inutile.
E la causa è la sovrappopolazione, è ora che qualcuno lo dica.
Nel 2050 l’India avrà 1,7 miliardi di inquinatori, la Cina 1,4, nonostante gli sforzi dolorosi e responsabili che sta facendo con la politica del figlio unico. Per contro i paesi sviluppati sono alla crescita zero o addirittura sotto zero come l’Italia che nel 2050 sarà un’etnia come i Ladini.
I fautori del crescete e moltiplicatevi ad ogni costo dicono che la Terra può produrre cibo per 14 miliardi di persone, quindi tutti possono avere la loro minestra con buona pace dello scioglimento dei ghiacciai, del buco nell’ozono, dell’aria irrespirabile. C’è nientemeno gente che propone semplici ricette come colonizzare altri pianeti o le profondità del mare. Altri che auspicano un’umanità senza limiti ma vegetariana, così da consumare meno risorse e soprattutto estinguere quella devastante causa d’inquinamento che sono le flautolenze delle mucche (pare che emettano mezzo metro cubo di metano al giorno). Vallo a dire agli indiani che le considerano sacre e mai e poi mai le ucciderebbero.
Concludendo, benedetta la ridistribuzione delle risorse (ma anche della popolazione), benedetta la difesa della foresta amazzonica, anche a nostre spese, ma mettiamoci in testa che la Terra non è un ecosistema che può sopportare la presenza di oltre 6 miliardi di persone. Quindi o si arriverà ad una seria pianificazione demografica o i vertici di Copenhagen sarranno le ennesime passerelle, per governanti e ambientalisti.