Brutta parola, la stagflazione. Brutta dal punto di vista lessicologico. Brutta a pronunciare, un orribile neologismo sorto dal combinato disposto di due mali, la stagnazione e l'inflazione. Ma "eppur si muove", esiste e ce la dobbiamo tenere. É risorta oggi, quando l'impazzimento del prezzo del petrolio configura ormai un "terzo shock petrolifero", dopo quelli deleteri del 1973-75 e del 1979-80. La parola ‘stagflazione' ha bisogno di mettere assieme, come detto, fiammate dei prezzi e debolezza dell'economia. La stagflazione sorge quando l'inflazione proviene dai costi (come nel caso degli shock petroliferi), non dalla domanda. Se provenisse dalla domanda ci sarebbe inflazione ma non stagnazione. E in una situazione di stagnazione le polveri della politica monetaria sono bagnate. Aumentare i tassi di interesse non fa altro che indebolire vieppiù la domanda, senza per questo far abbassare il prezzo del petrolio. E potrebbe essere giustificato solo per evitare i cosidetti effetti di ‘secondo round', cioè il passaggio da prezzi in tensione a salari in tensione, e così via fino a creare una spirale inflazionistica.
fonte: ilSole24ORE