Ieri sera, dopo la chiusura di Wall Street, la Fed ha annunciato l'aumento del tasso di sconto di 25 punti base, portandolo allo 0,75%.
Nel comunicato, la Fed sottolinea come la mossa non sia un passo verso una politica monetaria più restrittiva.
"Come la chiusura di diversi programmi di credito all'inizio del mese -si legge nella nota- questo cambiamento e' inteso come un'ulteriore normalizzazione delle lending facilities della Fed".
La Banca centrale ha aggiunto che "valutera' se saranno appropriati ulteriori aumenti" con lo spread con i Fed Funds (attualmente nella banda tra lo 0% e lo 0,25%) che e' stato portato a 50 punti base. Immediata la reazione dei mercati che portano il biglietto verde a volare su tutti i principali cambi andando a testare l'area 92.00 contro Yen, 1.0900 contro il franco svizzero e raggiungendo livello 1.5375 contro la sterlina.
Il cross principale, Eur/Usd, registra una velocissima discesa dopo il dato, che abbassa il valore del cross dal livello di resistenza a 1.3620 fino a toccare area 1.3500 in tarda serata. Per contro si innesta una trend discendente sui prezzo delle commodities, l'oro passa da 1124 $ per oncia a un minimo di 1101 $ per oncia nel giro di poche ore. In mattinata abbandona anche la soglia degli 1,35 dollari la moneta Europea, scivolando sui minimi degli ultimi nove mesi.
A smorzare la tensione che si era creata questa mattina sui mercati (i derivati sugli indici perdevano circa un punto percentuale) è arrivato il dato sull'inflazione in Usa in gennaio, inferiore al previsto. I prezzi sono cresciuti meno delle attese e questo allontana al momento la possibilità che la Fed alzi ulteriormente i tassi di riferimento.
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