google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 borsaipnos: Analisi e Previsioni settimanali di Borsa 1/5 febbraio 2010 google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Analisi e Previsioni settimanali di Borsa 1/5 febbraio 2010

C’è poco da aggiungere al post del 31 gennaio, la perforazione della linea a 21.922, che congiunge tre importanti minimi relativi, non ci era piaciuta e difatti, pur avendo tentato di risuperarlo con il finale di martedì 2 febbraio a 22.413, è tornato immediatamente sotto nelle giornate successive e, non essendoci alcun supporto come segnalato, è sprofondato a 20.815. Ora è ad un passo dal vero, importante, storico supporto rappresentato dalla media mobile a 50 settimane (curva gialla) mostrato nel grafico a 2 anni settimanale, che stiamo segnalando sin dal post del 9 dicembre 2009, e che ora passa per 20.536 punti.

Avevamo segnalato la necessità di ritestare questa media mobile per rientrare dagli eccessi di 10 mesi al galoppo che avevano distanziato l’indice, da tale media, anche 5.000 punti. Ora ci siamo. Mancano solo 300 punti per ripartire anche se, come l’esperienza insegna, quando l’indice si trova a così poca distanza da una figura intera come i 20.000 punti difficilmente resiste dal perforarla, se non altro per far scattare gli ordini automatici di vendita che sicuramente sono stati impostati sotto i 20.000 punti. Quindi, la resistenza della media mobile a 50 settimane, con un veloce allungo fino a 19.900 ed un immediato ritorno sopra tale media, manterrebbe l’impostazione rialzista iniziata a marzo 2009.
Le resistenze che dovrà incontrare al rialzo sono segnalate con le linee nere e rossa nella prima figura.

Quanto detto lo sottoscrivo, ci credo e oltre che sperarlo lo immagino plausibile al 99%. Tuttavia c’è quell’un per cento mancante che mi stimola la vena profetica oltre che quella polemica. Quindi lasciamo stare le analisi serie e passiamo ad una esercitazione di Fantafinanza.

Dunque, per quale motivo ci troviamo in questa situazione? Le radici di questo crollo si trovano una in America ed una in Europa. Le esternazioni del Presidente Obama, che in alcuni momenti hanno avuto il tono della minaccia, sia nei confronti delle grandi banche americane che della Cina hanno avuto un effetto destabilizzante. Pretendere dalle banche la restituzione dei fondi Tarp, con i quali sono state salvate, è giusto e lecito, anche se le modalità sarebbe stato meglio concordarle con loro. Imporgli una tassa di responsabilità della crisi, costringerle ad un ridimensionamento, proibirgli di fare trading, suona più come una vendetta che una strategia di politica finanziaria. Il Sig. Obama ancora non ha capito a capo di quale nazione si trova. L’America è la patria del capitalismo e le grandi Banche americane sono l’essenza stessa del capitalismo. Se si vogliono prevenire altre crisi come quella dei mutui subprime non è con queste imposizioni che si raggiunge l’obiettivo. La concessioni di mutui a persone che non avrebbero mai potuto restituire i soldi (rate di mutuo di 3.000$ mensili a persone che ne guadagnavano 1.000) non dipende dalle dimensioni né tanto meno dal fare trading ma dalla cattiva gestione interna dei promotori finanziari.
Se Obama pensa che “piccolo è bello” vada a vedere i fallimenti delle 160 piccole banche dall’inizio del 2009 ad oggi. Se Obama pensa che Wall Street può esistere anche senza il trading delle grandi banche si sbaglia di grosso. La stessa Fed nel 2009 ha incassato 50 Mld di $ facendo trading e staccando un assegno al Tesoro americano di 30 Mld di $. Cosa ha intenzione di fare? Uccidere il capitalismo? Sostituendolo con che cosa? Le esperienze di Russia e Cina che nonostante fossero e siano due nazioni comuniste sono diventate capitaliste pur non diventando, nel caso della Cina, democratiche, non ha insegnato nulla? Il capitalismo è pieno di contraddizioni, di ingiustizie, di sperequazioni ma ha il pregio di far girare i soldi e, bene o male, far mangiare tutti. Essere figli del capitalismo, come siamo noi, è come essere figli di una prostituta, ti fa schifo quello che fa tua madre ma intanto ti fa mangiare e, a volte, ti fa fare anche la bella vita. Prima di farla smettere è bene trovargli un altro mestiere, altrimenti si muore di fame.
E poi, in questo momento critico era necessario aprire una disputa con la Cina per la vendita di 6 Mld di $ di armi a Taiwan? E incontrare il Dalai Lama (ancora…)? L’America dipende dalla Cina per il collocamento dei suoi Bond, se per caso smettesse di acquistarli a chi li collocherebbe Obama, alle sue banchette? L’America sarebbe destinata al default.
Se io fossi americamo desidererei passare quanto prima al 45° Presidente, che auspico e prevedo essere Michael Bloomberg, attuale sindaco di New York, l’unico politico in grado di capire, rispettare e gestire il capitalismo americano. Il segnale che l’elettorato ha mandato con le elezioni per il Senato in Massachusetts è chiaro e forte ma i sordi non sentono neanche le campane.
L’altra radice della crisi è al di qua dell’Atlantico e parte dalla Grecia. In un altro post mi chiedevo quante altre grecie esistono e quante stanno bussando per entrare in Europa. Non si sa. Ogni giorno si sentono nuove nazioni, già in Europa, in crisi: Portogallo, Spagna, forse Irlanda, forse Italia. E i paesi dell’Est? Tutto a posto? Calma…le stanno spizzando giorno dopo giorno come giocatori di poker.
Intanto l’euro crolla e Stati che si sentono superiori, come la Germania, si defilano, dicendo che non se la sentono di chiedere soldi ai loro contribuenti per salvare la Grecia e altri paesi in difficoltà, dimenticando quanto sono costate le malefatte della Germania all’intera Europa. Proporrei di integrare il giorno della memoria per l’Olocausto degli ebrei con un comma dedicato alla memoria dell’Olocausto finanziario dell’Europa.
E intanto c’è chi vuole imbarcare in Europa altre nazioni che con l’Europa hanno poco o nulla a che vedere, Turchia e Israele in primis, in nome di radici comuni “occidentali”. Ma dove arriva l’Europa? Potrebbe includere anche l’Australia, la Nuova Zelanda, il SudAfrica, gli Stati Uniti forse, in nome delle radici comuni. Pensate che bello, potremmo riunire tutte le nostre radici e trovarci in guerra con gli arabi in un colpo solo.
L’Unione Europea sta facendo una pessima figura, al primo test serio della sua unità si sta sciogliendo come neve al sole e intanto le Borse crollano e i meeting, come Davos, non servono a niente se non alla Proloco per promuovere il turismo.
Io vorrei solo far vedere una cosa ai signori governanti, al di qua e al di la dell’Oceano. Vorrei mostrare il grafico della crisi del 1929 e degli anni seguenti che portarono alla Grande Depressione. La parte tra le due linee arancioni verticali è esattamente sovrapponibile con l’andamento tra il 2007 ed oggi. Se si ripetesse anche ciò che è avvenuto dopo si arriverebbe al minimo assoluto tra un paio di anni, diciamo…grossomodo…il 21 dicembre 2012.

Meditate governanti…meditate…
Conto Arancio+CCArancio=2,75%