google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 borsaipnos: FTSEMib, DAX30, CAC40, 3 indici di Borse europee a confronto google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

FTSEMib, DAX30, CAC40, 3 indici di Borse europee a confronto

Da un primo esame visivo dei 3 grafici, riguardanti il nostro FTSEMib, il tedesco DAX30 e il francese CAC40, salta subito all’occhio il loro differente comportamento. I 3 grafici sono stati presi tutti lo stesso giorno (30 gennaio 2010) e hanno lo stesso intervallo di tempo(2 anni). Escludendo ovviamente la parte che riguarda il crollo culminato con il minimo di febbraio 2009, osservando come i tre indici hanno reagito da quel minimo fino ad oggi vediamo che ad un andamento tonico e deciso, pur con i suoi alti e bassi, del DAX30 ha risposto i modo quasi analogo, forte e convinto, il CAC40. Ambedue hanno disegnato una terza onda rialzista, sia pur piccola, andando a migliorare il massimo relativo dei primi di ottobre.

Al contrario il nostro FTSEMib non ha un bell’aspetto. Durante le prime due onde rialziste ha clonato fedelmente gli altri due indici dopodiché ne ha perso il contatto, mostrando un andamento addirittura dimesso. E’ infatti da un paio di mesi che sottoperforma costantemente gli altri indici tanto da non avergli consentito di superare il massimo relativo dei primi di ottobre, come invece hanno fatto i cugini.

Come mai questo andamento difforme? I motivi a mio avviso possono essere due. Il primo è che nell’indice italiano sono presenti molti titoli bancari che in questa fase, di fine anno inizio nuovo, non hanno certo goduto di buona salute (ancora oggi, complice l’Obama pensiero, non hanno vita facile). Il secondo, e spero tanto di sbagliarmi, potrebbe riguardare un certo “rischio paese” che inizia a serpeggiare. E’ una conseguenza di quanto successo in Grecia e che, purtroppo, coinvolge per simpatia anche altri paesi sud europei, che al nord sono considerati il “ventre molle” dell’Eurogruppo. I componenti in questione sono: Grecia, Portogallo, Spagna e Italia le cui Borse non hanno conseguentemente lo stesso appeal delle consorelle nordiche.

Senza entrare troppo in merito a questa questione diciamo che in qualche modo gli investitori si debbono difendere, quindi urge una maggiore diversificazione tra le Borse europee e a tal fine nei prossimi post suggerirò alcuni titoli interessanti sia a Parigi che a Francoforte.


 
 
 
 
 
 
 
 
 

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