La recessione è alle spalle, la ripresa è in corso, ma è troppo presto per poter abbassare la guardia. Nell'Eurozona la crescita 2010 sarà moderata e non certo dinamica e i mercati, nei prossimi mesi, dovranno superare scogli difficili.
Nell'Outlook 2010 presentato oggi a Milano, gli economisti di Unicredit si mostrano estremamente cauti sull'anno appena iniziato, non solo per le complesse variabili macro, ma anche per i mercati azionari che, ha spiegato il capo economista Marco Annunziata, si troveranno di fronte a una fase di normalizzazione. "Prima il mercato scontava la fine del mondo ed era facile seguire la direzione, poi c'è stato il rimbalzo. Ora, in un mondo che va normalizzandosi, bisogna tornare a guardare i fondamentali e capire quali sono gli elementi che traineranno la crescita".
Secondo Unicredit i mercati azionari e obbligazionari si troveranno di fronte diverse difficoltà nei mesi futuri.
Italia. Secondo le stime di Unicredit, il nostro Paese crescerà dello 0,5% nel 2010 e dell'1% nel 2011, meno rispetto alla zona euro (+0,9% e +1,3%), mentre gli Stati Uniti dovrebbero crescere dell'1,8% in entrambi gli anni. La debolezza del Pil italiano rispetto a quello di altri Paesi , ha detto Annunziata , è dovuto a problemi strutturali come la produttività, il mercato del lavoro e la spesa pubblica, che necessitano di riforme. I punti di forza, però, vengono dal fatto che nel settore privato non ci sono squilibri, le famiglie sono poco indebitate e nel panorama imprenditoriale ci sono molte realtà che si ricavano nicchie di mercato nel mondo". Una cosa è certa: per tornare ai livelli pre-crisi, ci vorranno almeno 4-5 anni.
Exit Strategy. Le banche centrali fino ad ora hanno adottato una politica di tassi bassi inondando il mercato di liquidità per favorire l'uscita dalla crisi. "Il momento difficile , ha spiegato Annunziata , sarà quando la Fed e la Bce decideranno che è arrivata l'ora di rimuovere gli stimoli, drenando liquidità e alzando i tassi". Unicredit si attende che in America la Fed alzi i tassi da settembre 2010, mentre la Bce dovrebbe adottare una politica di tassi fermi per tutto l'anno. "L'exit strategy delle banche centrali , ha proseguito l'economista , sarà il tema centrale del 2010: rimuovere liquidità dal sistema o alzare i tassi troppo in fretta potrebbe azzoppare una crescita già fragile".
Debiti pubblici. Per tamponare la crisi, i governi hanno dovuto aumentare il debito pubblico, che ora rischia di diventare un problema in un contesto di crescita economica ancora fragile. "Il tema delle finanze pubbliche , ha detto Annunziata , rischia di avere ripercussioni sui mercati: se i governi non daranno prova di sapere realizzare riforme adeguate, i mercati potrebbero chiedere rendimenti più elevati sui titolo di Stato". A questo, si affianca il "rischio crescita", ossia azzoppare la ripresa per finanziare gli interessi passivi sul debito. Difficili le soluzioni al problema: "O si decide di tagliare la spesa pubblica, o si propende per alzare le tasse, rischiando però di fermare la ripresa".
I margini di manovra sono dunque molto risicati e anche le economie emergenti, quelle asiatiche, non daranno più la spinta propulsiva di un tempo. "La Cina - ha spiegato Annunziata - quest'anno crescerà del 10%, e il governo sta già discutendo misure per raffreddare la crescita".
Petrolio. Le materie prime faranno da traino per i mercati, e in particolare è attesa tensione sul greggio. Secondo le stime di Unicredit, il greggio da qui al 2011 potrebbe arrivare intorno ai 100 dollari al barile, per effetto della fame crescente dei Paesi asiatici. Il rialzo del greggio produrrà solo in parte tensione inflazionistiche, che sono attese più forti in Asia e in Europa dell'Est per effetto di un incremento dei prezzi dei prodotti alimentari.
Euro/Dollaro. I mercati valutari saranno molto volatili nel 2010. "In un primo tempo - dice Annunziata - l'euro si rafforzerà tornando a quota 1,50 contro il dollaro, recuperando le perdite legate alla crisi della Grecia. Successivamente tornerà a salire il dollaro". La fiducia nella ripresa Usa, le prime indicazione della Fed che farà capire di voler alzare i tassi, faranno sì che i mercati torneranno a focalizzarsi sul differenziale fra i tassi Ue e Usa, con un rafforzamento del dollaro.
Grecia. Il caso Grecia, alle prese con un debito pubblico elevatissimo, non preoccupa gli analisti di Unicredit che escludono categoricamente una catastrofe economica. "È impensabile - ha detto Annunziata - che l'Europa faccia fallire la Grecia e i mercati in questo momento non scontano certo una possibile uscita del Paese dall'Unione europea.". Piuttosto, ha proseguito, è verosimile che ci sarà volatilità con un allargamento degli spread.
fonte:www.websim.it