google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0 borsaipnos: Previsioni di Fitch e Merrill Lynch sulla ripresa economica in Italia google.com, pub-4358400797418858, DIRECT, f08c47fec0942fa0

Previsioni di Fitch e Merrill Lynch sulla ripresa economica in Italia

La ripresa economica dell'Italia sarà più lenta rispetto agli altri Paesi dell'area euro. Lo prevede l'agenzia di rating Fitch che stima per il 2009 una contrazione del Pil italiano pari al 4,8% contro il -4% medio dell'area euro. Date le caratteristiche strutturali dell'economia italiana, l'agenzia si aspetta una ripresa più lenta e meno pronunciata rispetto alle altre principali economie dell'area euro.
Fitch inoltre stima che il tasso di disoccupazione in Italia salirà e si manterrà tra il 9 e il 9,5% nel 2010 e nel 2011 e riguarderà in particolare i lavoratori giovani, gli stranieri e quelli impiegati con contratti temporanei. Nel "Global economic outlook" dello scorso dicembre Fitch ha comunque previsto che la crescita italiana si attesterà all'1% nel 2010, in linea con la crescita della zona euro, e all'1,8% nel 2011 contro l'1,9% atteso per l'area euro.
E' Merrill Lynch, in realtà, a battere Governo e Commissione Ue in termini di ottimismo sulla crescita italiana. La banca d'affari prevede infatti nel 2010 un Pil in in rialzo dell'1,9% rispetto all'1% di Roma e allo 0,7% di Bruxelles. Il dato risulta dalla presentazione di oggi del ''Merrill Lynch wealth management year ahead 2010''.
Il broker prevede poi un +2,2% per il 2011. "Le esportazioni e non i consumi continueranno a guidare la crescita italiana", ha sottolineato Bill O'Neill, che lavora presso la sede londinese di Merrill Lynch Wealth Management Emea come portfolio strategist. L'ottimismo di questi numeri, ha quindi aggiunto, è dovuto soprattutto alle esportazioni della locomotiva tedesca.
Tuttavia i problemi con cui continua a confrontarsi l'Italia sono competività, demografia e finanza pubblica. L'Italia deve concentrarsi sulla riduzione della spesa e il problema del Paese resta non tanto il ciclo macro economico quanto i nodi strutturali. Anche se "l'Italia non è la Grecia o l'Irlanda", ha aggiunto O'Neill, "i mercati continueranno a pagare un premio al rischio Paese per l'Italia".

fonte: MF online